ANTICHE CIVILTA’ AMERINDIE Il continente americano esisteva anche prima che Colombo lo “scoprisse”: era abitato da migliaia di anni I più antichi abitanti dell’America erano probabilmente dei cacciatori nomadi provenienti dalla Siberia asiatica. Durante l’ultima glaciazione essi raggiunsero il continente americano a piedi, attraversando lo stretto di Bering. Nella regione della Mesoamerica (attuali Messico meridionale, Guatemala, Honduras, Belize) fiorirono le civiltà degli Olmechi, dei Toltechi, degli Aztechi e dei Maya; Nella regione delle Ande settentrionali (corrispondente a Perú, Bolivia, parte del Cile e dell’Ecuador) si sviluppò la civiltà degli Inca.
Gli Aztechi o Mexica Nel Cinquecento, nella regione della Mesoamerica era in piena fioritura la civiltà dei Mexica, detti Aztechi. Secondo la tradizione, una delle loro tribù fu guidata nel lungo cammino dal dio Huitzilopochtli, mezzo uomo e mezzo uccello, che diede al popolo dei migranti un nuovo nome(Mexica), Insegnò loro i procedimenti dell’agricoltura e li istruì sull’uso degli altri attrezzi per il lavoro agricolo (in precedenza i Mexica vivevano di caccia e raccolta) e indicò il luogo in cui avrebbero dovuto costruire una città: un isolotto sul lago Texcoco (ora prosciugato). La città, fondata nel 1325, fu chiamata Tenochtitlán, la grandiosa capitale azteca
Dalle sponde del lago Texcoco gli Aztechi cominciarono la loro espansione che li portò, in poco più di un secolo, a creare il più grande impero della Mesoamerica. Alle comunità sottomesse, ben 371, i vincitori imponevano il loro dominio e il pagamento di gravosi tributi sotto forma di prodotti agricoli, materiali preziosi, oggetti di lusso: cacao, cotone, palle di gomma d’albero, oro, giada, ambra, gioielli, penne multicolori da usare a scopi ornamentali, mantelli ricamati e dipinti, uccelli vivi, pelli di animali selvatici e così via.
Le credenze religiose degli Aztechi Gli Aztechi – e prima di loro un altro popolo del Centroamerica, i Maya – credevano che il mondo fosse soggetto a distruzioni periodiche. Per salvarlo dalla rovina essi avevano il compito di rinvigorire i loro dèi nutrendoli col sangue di vittime umane a loro sacrificate. Per gli Aztechi i sacrifici umani non erano una crudeltà ma un dovere sacro Il dio più esigente era Huitzilopochtli, dio del Sole e della guerra, che ogni notte doveva lottare contro le tenebre per dare al mondo la luce del nuovo giorno: era in suo nome che gli Aztechi compivano le loro conquiste.
Sulle Ande si estende l’impero degli Inca Nell’America del Sud, nella regione delle Ande, dal XIII secolo cominciò a espandersi l’impero degli Inca L’imperatore era ritenuto il diretto discendente del dio Sole, nato da un suo raggio. Egli era il proprietario di tutte le terre e aveva una moltitudine di persone al suo servizio. Perché il sangue regale rimanesse puro, egli doveva sposare una delle sue sorelle La capitale dell’impero incaico, Cuzco (nell’attuale Perú), nel XV secolo era una delle più grandi e ricche città del mondo: si dice che avesse quasi 300.000 abitanti e palazzi adorni di lamine d’oro.
Le strade erano regolarmente percorse da messaggeri dell’imperatore, da eserciti, da carovane di lama, un animale da carico particolarmente robusto che gli Inca avevano addomesticato. A volte si spostavano intere masse di popolazione per eseguire i lavori imposti dal sovrano: seminavano e raccoglievano il mais (un terzo di tutti i prodotti della terra spettavano all’inca), lavoravano nelle miniere, costruivano strade o terrazze agricole Gli Inca non conoscevano la scrittura, ma si scambiavano informazioni grazie a un sistema di cordicelle variamente annodate e colorate (detto quipu)
La conquista dell’America Nei territori dell’America occupati dagli Spagnoli giungevano voci sull’esistenza di un regno dalle infinite risorse d’oro, Era l’impero azteco, giunto allora al massimo del suo splendore. Con l’incarico di esplorare i territori messicani, il 18 febbraio 1519 salpò da un’isola delle Antille Hernán Cortés, il primo dei conquistadores. Costoro erano spesso avventurieri senza scrupoli, che volevano sì evangelizzare le nuove terre, ma cercavano anche – o soprattutto – un’occasione per arricchirsi alla svelta. aztec
Gli Spagnoli si impadroniscono dell’impero azteco Hernán Cortés aveva 600 uomini fra marinai e soldati, 16 cavalli, 10 cannoni e una quarantina di archibugi. Cortés ordinò di incendiare le undici navi della flotta, per togliere ai suoi uomini ogni tentazione di fuga In poco più di due anni, egli si impadronì dell’intero Paese, massacrò un gran numero di Aztechi, ne distrusse la capitale, Tenochtitlán, torturò e uccise il loro ultimo re.
Come mai Cortés riuscì a ottenere una vittoria così schiacciante in così breve tempo? In primo luogo c’è il comportamento contraddittorio del re azteco Montezuma. Egli, finché visse, non oppose quasi resistenza ai conquistatori spagnoli, probabilmente perché era convinto che Cortés fosse il dio Quetzalcoatl, tornato a riprendersi la sua terra, così come annunciavano le leggende degli antichi. Cortés inoltre apparve come un liberatore alle popolazioni indigene che gli Aztechi avevano sottomesso, e a cui avevano imposto pesanti tributi.
le armi degli Spagnoli erano superiori a quelle degli Indios. Il cotone imbottito non regge i colpi d’archibugio; le frecce non valgono i cannoni. In più gli Spagnoli si spostavano su cavalli, che gli indigeni non conoscevano e che sospettavano essere immortali, e avevano imbarcazioni ben più veloci delle canoe indiane.
La fne dell’impero incaico Nel 1532 fu la volta dell’impero degli Inca. I conquistatori spagnoli, guidati da Francisco Pizarro, attirarono in un tranello il sovrano inca Atahualpa e, dopo averlo catturato, gli imposero di pagare un forte riscatto in cambio della libertà. L’inca fece dunque riempire di oggetti d’oro e d’argento una stanza lunga quasi sette metri e larga cinque, ma gli Spagnoli non mantennero la parola data: ottenuto ciò che volevano, accusarono Atahualpa di tradimento e lo strangolarono, dopo averlo battezzato.
Pizarro fece incoronare un re da lui scelto, poi marciò su Cuzco, la capitale. Anche qui, come già era avvenuto contro gli Aztechi, giocarono a favore degli Spagnoli l’uso dei cavalli e delle armi da fuoco, la credenza degli Indios che gli stranieri fossero dèi e, soprattutto, la crisi in cui si trovava l’impero incaico, lacerato dalle lotte fra due pretendenti al trono. Pizarro entrò a Cuzco nel 1533, presentandosi come il protettore dell’inca legittimo. Anche l’impero degli Inca diventò una colonia, ebbe il suo viceré e il nome di vicereame del Perú.
In pochi decenni, poche migliaia di conquistadores armati, seguiti da un numero di poco superiore di coloni spagnoli, avevano sconfitto imperi grandi e popolosi. le civiltà degli Indios vennero soffocate e distrutte, le loro ricchezze furono depredate, opere d’arte in oro e argento vennero fuse per farne lingotti, intere biblioteche di “libri di immagini” che raccontavano la storia di quei popoli e dei loro dèi furono date alle fiamme.