I fatti quotidiani si trasformano in buona notizia nelle parabole.

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Transcript della presentazione:

I fatti quotidiani si trasformano in buona notizia nelle parabole. Le parabole costituiscono l’aspetto migliore del linguaggio di Gesú, e non solo del suo parlare, ma anche del suo sistema di vita: vicino alla gente umile, attento ai discepoli, solidale con i piccoli, osservatore della natura e della cultura, buon conoscitore della vita contadina, osservatore acuto della vita quotidiana, dotato di cuore sensibile, di una ricca immaginazione, di fino “humour”. I fatti quotidiani si trasformano in buona notizia nelle parabole. José Arregi Testo: Mc 4, 26-34. Commenti e presentazione: Asun Gutiérrez. Musica: Beethoven. Triplo concerto in Do. Maggiore.

Quale seme spargo nei luoghi che frequento? Diceva Gesù alla folla: Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme sul campo. Dorma o vegli, di notte o di giorno; il seme germoglia e cresce, senza che eli ne conosca il modo. La terra produce spontaneamente: prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Gesù, con esempi che intendono quanti lo ascoltano, parla della vita che germina dall’interno e trasforma l’uomo; ricordando sempre che la crescita personale e del Regno dipende più dall’iniziativa di Dio che dagli sforzi dell’uomo. Nostro compito è seminare, irrigare e curare con creatività, interesse e generosità, sapendo che Dio solo fa maturare i frutti e assicura la raccolta. Il seme – come le persone - può germinare e crescere per la forza vitale che porta in cuore. Quale seme spargo nei luoghi che frequento?

Quando il grano è maturo, subito giunge la falce per la mietitura. Gesù con le sue parabole ci insegna a vedere il mondo con gli occhi di Dio. Comunicano speranza, ottimismo, respiro e coraggio. Parlano di presente e di futuro. Nessuna si chiude con un fallimento. La vita vince la morte, il seme dà frutto. Grazie alla semina e alla falce ci sarà messe in abbondanza.

Diceva ancora: - a cosa possiamo paragonare il regno di Dio Diceva ancora: - a cosa possiamo paragonare il regno di Dio? Con quale parabola descriverlo? E’ come un granello di senape: quando si semina nella terra è il più piccolo dei semi, poi cresce, si fa più alto degli altri ortaggi e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra. Gesù sta parlando del Regno di Dio, del cuore da cambiare, dell’importanza di quanto è piccolo e semplice, della fiducia nell’azione di Dio e nella forza trasformatrice di chi vive gli atteggiamenti, i criteri e i valori del Vangelo. Gesù non parla del Regno come di una grande manifestazione esteriore, né dice che si presenta con arroganza, ansia di potere e di prestigio né in modo spettacolare e grandioso. Il Regno cresce e si costruisce con opere sempici e quotidiane a favore delle persone più bisognose. Le parabole interrogano, attendono la nostra risposta e il nostro impegno personale. A che cosa paragono il Regno di Dio? Quale parabola uso per costruirlo e farlo conoscere?

Con molte parabole simili esponeva loro la parola, facendosi capire Con molte parabole simili esponeva loro la parola, facendosi capire. Tutti veniva esposto in parabole, ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. La gente semplice capisce sempre il modo di parlare e di agire di Gesù. Egli, poi, torna a spiegarlo a quanti hanno più bisogno di capire.

UN SEME CON IL TUO NOME Tu sei, Gesú, il primo seme del regno di Dio. Tu sei il primo albero, la prima raccolta. Il regno di Dio viene con Te. Se ti do fiducia, anch’io diventerò regno di Dio. E crescerò. E avrò spazio per quanti verranno. E fermenterò. E farò fermentare tutti quelli che incontrerò. Crescerá al buio il tuo seme in me, con piena sicurezza! E crescerà nei miei compagni. E semineremo, Tutti assieme, Con Te, un seme, un seme con il tuo nome, nel campo del mondo. E sarà la terra, per noi, un po’ un anticipo del regno di Dio. (Patxi Loidi) UN SEME CON IL TUO NOME