La scultura barocca Ana Knežević
Bernini, David, 1613, marmo, Galleria Borghese, Roma
Bernini, La testa di David
Michelangelo, David, 1501-1504, marmo, Firenze
Davide e Golia – la storia Nella terra di Israele c’era la guerra. Re Saul e gli Israeliti combattevano contro i Filistei. Uno dei Filistei era un gigante. Il suo nome era Golia ed egli era grande e forte: gli Israeliti avevano paura di lui. Golia gridò agli Israeliti di scegliere un uomo che combattesse contro di lui, ma nessuno voleva combattere contro il gigante. Golia lanciò il suo invito ogni mattina e ogni sera per 40 giorni, ma nessuno degli Israeliti voleva combattere contro di lui. I fratelli di Davide facevano parte dell’esercito israelita. Isai mandò Davide a portare loro del cibo.
Davide vide il gigante Golia e lo sentì gridare Davide vide il gigante Golia e lo sentì gridare. Egli vide che gli uomini avevano paura di Golia. Allora Davide disse che avrebbe combattuto contro il gigante. I suoi fratelli si adirarono e dissero che Davide doveva badare alle pecore. Davide sapeva che Dio lo avrebbe aiutato. Prese cinque pietre, prese la sua fionda e andò a combattere contro Golia. Golia vide che Davide era un ragazzo e si adirò. Gridò contro Davide e lo derise. Davide gridò a sua volta e disse a Golia che Dio lo avrebbe aiutato a ucciderlo. Golia si fece avanti per combattere contro Davide. Allora Davide mise una pietra nella fionda e la lanciò. La pietra colpì Golia al capo ed egli cadde a terra. Davide prese la spada di Golia e gli tagliò la testa. I Filistei videro Davide uccidere Golia. Si impaurirono e fuggirono. Dio aveva aiutato Davide a uccidere il gigante.
Bernini, Estasi di santa Teresa d’Avila, Marmo, 1647-52, Chiesa di Santa Maria della Vittoria, Roma
„Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura „Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l'angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio. ” (Santa Teresa d'Avila, Autobiografia, XXIX, 13)
Bernini, L'Estasi della beata Ludovica Albertoni, 1671-74, marmo e diaspro, Roma
Nella cultura contemporanea… La santa non risulta però rapita da Dio, bensì dal l'Happy meal del McDonald, appena divorato. Banksy, Estasi (da hamburger), 2010, Napoli
Bernini, Ratto di Prosepina, 1621-22, Galleria Borghese, Roma
Ratto di Prosepina nella mitologia Il soggetto è legato al tema del ciclo delle stagioni ed è tratto da un passo specifico delle Metamorfosi di Ovidio: „quando in un lampo Plutone la vide, se ne invaghì e la rapì”. La giovane e bellissima Proserpina, figlia di Giove e Cerere (dea della fertilità e delle messi), fu notata da Plutone, il terribile Re degli Inferi, che, invaghitosi di lei, la rapì mentre raccoglieva fiori al lago di Pergusa presso Enna. Cerere, per il dolore, abbandonò i campi, causando una gravissima carestia. Giove, quindi, intervenne trovando un accordo tra Plutone e Cerere anche grazie alla mediazione di Mercurio: Proserpina avrebbe trascorso sei mesi con la madre favorendo l'abbondanza dei raccolti mentre, per i restanti mesi dell'anno, quelli invernali, sarebbe rimasta con Plutone nell'Ade.
Bernini, Apollo e Dafne, marmo, 1622-25, Galleria Borghese, Roma
Bernini, Apollo e Dafne, Marmo, 1622-25, Galleria Borghese, Roma
Dopo aver ucciso il serpente Pitone Apollo, il dio greco della musica e delle profezie, andò a vantarsi della propria impresa con Cupido, sorridendo del fatto che egli non avesse mai compiuto gesta eroiche; Cupido, in un misto di gelosia e indignazione, giurò presto vendetta. Decise pertanto di preparare due frecce, la prima appuntita e dorata, destinata a far nascere l'amore, e la seconda di piombo e spuntata, che faceva prosciugare l'amore. Cupido scoccò la freccia d'oro verso Apollo e quella di piombo verso la ninfa Dafne, figlia del dio-fiume Peneo. Ne conseguì che appena Apollo vide Dafne, se ne invaghì perdutamente: Dafne, tuttavia, appena vide il giovane dio iniziò a fuggire impaurita, per effetto della freccia di piombo di Cupido. Apollo iniziò a inseguirla, ed era ovviamente più veloce della sventurata ninfa che, in procinto di essere ghermita, una volta giunta presso il fiume Peneo rivolse una disperata preghiera al padre, chiedendo di essere trasformata in un'altra forma per sottrarsi alla non corrisposta passione del dio. La sua richiesta venne accolta e fu così che Peneo, per evitare che i due potessero ricongiungersi, trasformò Dafne in un albero d'alloro, che da quel momento diventerà sacro per Apollo. Questo è in breve l'episodio, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio (I, 450- 567), che Bernini rappresenta fedelmente proprio nel momento della trasformazione della ninfa in pianta.
Bernini, Ermafrodito dormiente, 1620, marmo, Louvre, Parigi
Bernini, Ermafrodito dormiente, 1620, marmo, Louvre, Parigi