Il Padre misericordioso

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Transcript della presentazione:

Il Padre misericordioso Rientrate nel vostro cuore! Dove volete andare lontano da voi? Perché vi mettete su strade deserte? Rientrate dal vostro vagabondaggio che vi ha portato fuori strada; ritornate al Signore. Egli è pronto. Prima rientra nel tuo cuore, tu che sei diventato estraneo a te stesso a forza di vagabondare fuori: non conosci te stesso, e cerchi colui che ti ha creato? Torna, torna al cuore. Agostino d’ Ippona,

LUCA 15, 1-3.11-32   «Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". Ed egli divise fra loro i beni. Di lì a poco, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano, e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente. 2

«Solo chi ama spreca. E Dio con l’uomo …sciala!» 3

Le tre figure della storia. La prima è quella del padre. «Chi è questo padre e madre dell’amore? Gesù ha voluto confidarci qual è il volto del Padre, indicandone cinque caratteristiche: 4

1. L’umiltà. Solo Lui poteva abbassarsi così tanto, circoscrivere la sua onnipotenza «di fronte al mistero  della persona da Lui creata» e amata. 5

2. La speranza di Dio. «Il cuore di Dio è pieno di speranza in attesa del ritorno del Figlio». Negare questa speranza vuol dire negare la fiducia che Lui ha nella sua creatura. 6

3. L’amore materno. Il Padre non esita a correre incontro al figlio atteso, esprimendo commozione, ma anche coraggio perché non ha paura di perdere la faccia. 7

4. La gioia. Per il Padre il primo gesto dopo l’accoglienza al figlio è la festa, una grande festa perché quel figlio è tornato in vita, ed è stato ritrovato. 8

5. La sofferenza. «Non c’è gioia se prima non c’è stata sofferenza, questa è la legge dell’amore» a questa legge nemmeno Dio si è voluto sottrarre. 9

Chiediamoci  se questo sia il volto del Dio in cui crediamo: un Padre-Madre di misericordia, speranzoso, coraggioso, capace di gioire e soffrire. 10

Le figure dei due figli La figura del figlio più giovane può rappresentare proprio noi quando ci allontaniamo da Dio, prendiamo quel che ci spetta e finiamo per ridurci a mangiare il cibo dei porci. La sua è la storia di un ritorno. Una storia comune alla nostra conversione che il vescovo definisce in cinque tappe: 11

1. Percepire l’esilio esteriore, la lontananza da Dio 1. Percepire l’esilio esteriore, la lontananza da Dio. Prima tappa della conversione. 12

2. Ricordo della patria, cioè della casa del Padre, dove c’è pane in abbondanza. 13

3. Percezione dell’esilio interiore 3. Percezione dell’esilio interiore. Riconoscere che la radice profonda del male è la separazione da Dio. 14

4. Il no al passato e il sì al futuro di Dio per noi. 15

5. Andare effettivamente dal Padre 5. Andare effettivamente dal Padre.  È l’ora del perdono che viviamo nella riconciliazione. 16

C’è infine la figura del figlio maggiore, che è sempre restato accanto al Padre, eppure non è sempre stato vicino al suo cuore. «Quel che conta veramente è la vicinanza del cuore, è l’essere interiormente innamorati di Dio». 17

A questo figlio, ugualmente amato, il Padre spiega le ragioni della logica dell’amore: «Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita. Era perduto ed è stato ritrovato». 18

Testo: Sr. Enrica Rosanna, FMA PPT: Sr Alba Vernazza, FMA 19