10 febbraio: giornata del ricordo

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Il 10 febbraio è il giorno che l'Italia dedica alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe e dell'Esodo dalle loro terre.
… Per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo delle loro terre degli istriani, fiumani.
IL CONFINE ORIENTALE.
Le foibe un massacro per l’Italia In poche ed essenziali parole, sono le foibe (caverne e aperture carsiche del terreno) il luogo in cui, a fine guerra.
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Transcript della presentazione:

10 febbraio: giornata del ricordo Le foibe, la strage dimenticata

LE FOIBE. COSA SONO? Il nome "foiba" deriva da un termine dialettale nell'area giuliana, che deriva dal latino, fŏvea (fossa, cava). Le foibe sono cavità naturali del terreno con un ingresso a strapiombo, caverne verticali o profonde voragini tipici della regione carsica e dell'Istria che le popolazioni del posto usavano come discariche per rifiuti di ogni genere. Le foibe non vengono scelte a caso come luogo per lo sterminio degli italiani: gettare gli italiani nelle voragini significa mostrare loro tutto il disprezzo possibile, trattandoli come rifiuti.

L’eccidio delle FOIBE Dal 1943 al 1945 migliaia di italiani della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia furono gettati vivi e morti nelle foibe. L'Istria diede inizio a questa ondata di violenza fra il 1943 e il 1947. La prima ondata di violenza inizia subito dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943. In Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano e poi gettano nelle foibe un migliaio di persone, considerati nemici del popolo. Ma la violenza aumenta nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l'Istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. 3

Tito e gli Jugoslavi Nel maggio-giugno 1945, sconfitti i tedeschi, nei territori giuliani arrivano gli jugoslavi, accolti come liberatori. Le intenzioni del maresciallo Tito erano quelle di riconquistare i territori della Venezia-Giulia. Disarmano e internano gli avversari e poi limandando a morte nelle foibe. Avversari non sono solo i fascisti, ma anche, e soprattutto, civili inermi, donne, vecchi, bambini: tutti coloro che, secondo Tito, si oppongono al passaggio dell'Istria alla Jugoslavia o rifiutano di dichiararsi slavi. Basta una denuncia anonima di un vicino di casa invidioso o di chi si vuole vendicare, per condannare a morte una persona. Ma tra le vittime si contano anche centinaia di persone uccise solo perché vengono identificate come simbolo del fascismo (come carabinieri, finanzieri, podestà), o della borghesia (come maestre e levatrici).

Morte o Esodo Gli infoibamenti erano iniziati nel '43, dal 9 settembre al 13 ottobre, e proseguirono dal 1945 al '47, ben oltre la fine della guerra, spingendo all'esodo migliaia di italiani d'Istria e sterminando coloro che si rifiutavano di andarsene. In particolare si ricorda la foiba di Pisino, di Basovizza,di Monrupino, di Brestovizza , ecc… Spesso si ebbero processi sommari e fucilazioni sommarie.

Dai ricordi di un testimone A cadere dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, liberali democratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Lo racconta Graziano Udovisi, vittima del terrore titino, fra i pochi che riuscì ad uscire da una foiba. È una carneficina che testimonia l'odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, quando viene fissato il confine fra l‘Italia e la Jugoslavia. Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce. 6

I Lager Titini Furono Borovnica, Skofja Loka, Osseh. E ancora Stara Gradiska, Siska, e poi Goh Otok, l'Isola Calva, in Jugoslavia dove vi furono rinchiusi migliaia di italiani. Qui molti vi morirono per deperimento o furono fucilati. Le donne e i bambini venivano tenuti insieme nei lager per essere fucilati poco dopo.

La Strage…. Nel febbraio del 1947 l‘Italia ratifica il trattato di pace che pone fine alla Seconda guerra mondiale: l'Istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia. Trecentocinquantamila persone si trasformano in esuli. Scappano dal terrore, non hanno nulla, sono bocche da sfamare che non trovano in Italia una grande accoglienza. La sinistra italiana li ignora: non suscita solidarietà chi sta fuggendo dalla Jugoslavia, da un paese comunista alleato dell'URSS, in cui si è realizzato il sogno del socialismo reale. La vicinanza ideologica con Tito è la ragione per cui il PCI non affronta il dramma, appena concluso, degli infoibati. Ma non è solo il PCI a lasciar cadere l'argomento nel disinteresse. 8

Gambarelli Alysia Bevilacqua Francesca Avellano Anna Carmen …dimenticata Come ricorda lo storico Giovanni Sabbatucci, la stessa classe dirigente democristiana considera i profughi dalmati i cittadini di serie B, e non approfondisce la tragedia delle foibe. I neofascisti, non si mostrano particolarmente propensi a raccontare cosa avvenne alla fine della Seconda Guerra Mondiale nei territori istriani. Fra il 1943 e il 1945 quelle terre sono state sotto l'occupazione nazista, in pratica sono state annesse al Reich tedesco. Per quasi cinquant'anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. È una ferita ancora aperta “perché, ricorda ancora Sabbatucci, è stata ignorata per molto tempo?”. Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha dedicato la giornata del ricordo ai morti nelle foibe. E’ iniziata da poco l'elaborazione di una delle pagine più angoscianti della nostra storia. Gambarelli Alysia Bevilacqua Francesca Avellano Anna Carmen 9