Marcus tullius cicero Arpino 106 a.C. – Formia 43 a.C.
Pare che il primo membro della famiglia ad essere soprannominato Cicerone sia stato persona d'importanza; per questo i suoi discendenti non rifiutarono l'appellativo, anzi lo conservarono con ogni riguardo, senza curarsi di chi li derideva (ed erano in molti). In latino, infatti, cicer significa cece: quell'antenato sembra che avesse sulla punta del naso un'escrescenza carnosa, aperta in mezzo proprio come un cece, da cui gli sarebbe derivato il soprannome. Quando il nostro Cicerone, soggetto di questo scritto, agli esordi della carriera politica aspirava alla sua prima carica, i suoi amici gli consigliarono di rifiutare l'appellativo e di mutarlo con un altro; ma lui, con la spavalderia propria dei giovani, rispose che avrebbe lottato per dimostrare che il nome Cicerone poteva valere più degli Scauri o dei Catuli. Plutarco, vita di Cicerone
79-77: viaggio in Grecia e Asia Minore: studio di retorica e filosofia Ceto equestre HOMO NOVUS! Compie gli studi di retorica a Roma 81 : debutta da avvocato “Pro Roscio Amerino”: difesa di Sesto Roscio accusato di parricidio (incastrato da esponenti vicini a Silla) 79-77: viaggio in Grecia e Asia Minore: studio di retorica e filosofia
Inizia il cursus honorum a Roma 75: questore in Sicilia 70: processo contro Verre, ex governatore della Sicilia, «Verrinae» 69: edile 66: pretore, appoggia la concessione di poteri straordinari a Pompeo per combattere Mitridate, re del Ponto 63: console, sventa la congiura di Catilina, «Catilinariae»
58-57: Cicerone viene mandato in esilio in Grecia per aver condannato a morte, senza giusto processo, i catilinari. Viene richiamato a Roma da Pompeo
Ai margini della vita politica si avvicina a Cesare e Pompeo 51: governatore in Cilicia 49: appoggia Pompeo durante la guerra civile 48: battaglia di Farsalo, Pompeo sconfitto, Cicerone ottiene il perdono di Cesare Divorzio, morte della figlia Tullia
44: idi di marzo, Cesare viene assassinato, Cicerone torna ad essere un uomo di spicco 44: appoggio ad Ottaviano, «Filippiche» contro Antonio 43: II triumvirato, Antonio, Ottaviano, Lepido
43: inserito nelle liste dei nemici pubblici dello stato Raggiunto nella sua villa di Formia viene ucciso. Per ordine di Antonio gli vennero tagliate la testa e anche le mani, perché con quelle aveva scritto le Filippiche. Comandò poi di porre testa e mani sopra i rostri che si trovano sulla tribuna degli oratori: uno spettacolo raccapricciante per i Romani, i quali credettero di vedere in quei tratti non il volto di Cicerone, ma l'immagine dell'animo di Antonio.