La nuova legge elettorale

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Transcript della presentazione:

La nuova legge elettorale Sistema misto (36,8% maggioritario) Con il Rosatellum si torna a un sistema elettorale misto maggioritario- proporzionale, già sperimentato tra il 1993 e il 2005 con la legge Mattarella, che prevede per la Camera 232 seggi uninominali (compresivi di un seggio per la Val d’Aosta e 6 collegi in Trentino Alto Adige), 386 seggi assegnati nei collegi plurinominali e 12 seggi della circoscrizione estero. Al Senato, i collegi uninominali sono 116, quelli plurinominali 193 e 6 quelli assegnati all’estero. Nei collegi uninominali è eletto il candidato più votato, in quelli plurinominali l’assegnazione dei seggi avviene con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni che hanno superato le soglie di sbarramento.

La nuova legge elettorale Parità di genere (e tutela dei «trombati») Nei listini dei collegi plurinominali, i candidati (minimo 2, massimo 4) devono essere alternati per genere. Nel complesso delle candidature uninominali presentate da un singolo partito, poi, nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60%. Inoltre, né gli uomini né le donne possono essere rappresentati nella posizione di capolista in misura superiore al 60%. Un candidato può presentarsi in un solo collegio uninominale ma può beneficiare di un «paracadute» presentandosi anche in (non più di) 5 listini plurinominali. Tradotto: i «bocciati» nei collegi poi possono essere recuperati nella quota proporzionale, è sono eletti nel collegio ove la propria lista ha ottenuto la percentuale minore di voti.

La nuova legge elettorale Soglie di sbarramento Bisogna distinguere tra lista (singola formazione politica) e coalizione (formata da più liste); formare una coalizione non è obbligatorio. La soglia di sbarramento per l’ingresso in Parlamento è del 3% dei voti validi a livello nazionale per le liste che si presentano da sole. Mentre le coalizioni, per essere considerate tali, devono superare il 10%. Al Senato, comunque, sono ammesse anche le liste che in una sola regione superano il 20% dei voti in quel territorio. I voti dei partitini coalizzati che non superano l’1% sono dispersi. Invece, i voti dei «cespugli» (piccole liste comprese in una coalizione) che si piazzano tra l’1 e il 3% sono distribuiti tra tutti i partiti della coalizione che hanno superato la soglia del 3%.

La nuova legge elettorale Un’unica scheda Non si può praticare il voto disgiunto, perché c’è un’unica scheda. Ci saranno tre possibilità: 1) se l’elettore barra solo il nome del candidato uninominale il suo voto è trasferito anche al partito collegato o, in caso sia appoggiato da una colazione, attribuito «pro quota» alle liste alleate; 2) se si tracciano due «X», sul simbolo della lista e sul simbolo della lista collegata, il voto va al partito prescelto e non agli alleati; 3) Se si traccia una X sulla lista, il voto va anche al candidato «uninominale»

La nuova legge elettorale Collegi plurinominali piccoli, liste brevi, niente preferenze I collegi plurinominali sono molto piccoli. Per la Camera, in ognuno di essi si possono eleggere al minimo 3 e al massimo 8 deputati. Al Senato, in ognuno di essi si possono eleggere al minimo 2 e al massimo 8 senatori. Norme particolari per la Valle d’Aosta, il Trentino-Alto Adige e il Molise. In più ci sono i 6 senatori e i 12 deputati eletti nei «collegi esteri», come previsto dalla (sciagurata) riforma costituzionale del 2001. I listini dei candidati (ogni lista può indicare non meno di due e non più di 4 candidati) sono «bloccati», cioè l’elettore non può esprimere preferenze.