L’unicità dell’intelletto e la condanna del 1277

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Transcript della presentazione:

L’unicità dell’intelletto e la condanna del 1277 Corso di Storia della filosofia medievale aa. 2013/14 dott. Nicola Polloni - nicola.polloni@unipv.it

Aristotele, De anima III, 5 [trad. Movia]: «E c’è un intelletto analogo alla materia perché diviene tutte le cose, ed un altro che corrisponde alla causa efficiente perché le produce tutte […]. E questo intelletto è separabile, impassibile e non mescolato, essendo atto per essenza, poiché sempre ciò che fa è superiore a ciò che subisce, ed il principio è superiore alla materia […] Quando è separato è soltanto quello che è veramente, e questo solo è immortale ed eterno (ma non ricordiamo, perché questo intelletto è impassibile, mentre l’intelletto passivo è corruttibile), e senza questo non c’è nulla che pensi»

Aristotele, De anima III, 5 : L’intelletto attivo agisce su un materiale che gli viene fornito e che attualizza. L’intelletto passivo è analogo alla materia poiché diviene tutte le cose, l’intelletto attivo è analogo alla causa efficiente poiché le produce tutte. L’atto di intellezione è proprio dell’intelletto passivo, che diviene identico all’intelletto conosciuto.

Alessandro di Afrodisia, De intellectu intelletto materiale: pura potenzialità di ricevere forme intelletto che possiede l’abito (in habitu): capacità effettiva di ricevere le forme intelletto agente: rende possibile il passaggio dal primo al secondo, attualizzando il pensiero in potenza.

Alessandro di Afrodisia, De intellectu L’intelletto agente è intelligibile in senso proprio, è atto per essenza, attività di pensiero ininterrotta, immortale ed eterno: esso è il motore immobile di Metaphysica Lambda, ossia Dio.

Avicenna, De anima sul piano della definizione sostanziale l’anima è una forma (nelle piante e negli animali) oppure una sostanza separata che ha vita indipendente rispetto al corpo (negli uomini e negli angeli). sul piano della considerazione operazionale, l’anima è il principio di un’attività che dipende dal corpo ed è quindi perfezione primaria dell’organo o dello strumento del corpo.

Avicenna, De anima Tre tipologie di anime, dove le facoltà dell’inferiore sono sussunte in quella superiore: Anima vegetativa Anima sensitiva Anima razionale

Facoltà dell’anima vegetativa: Avicenna, De anima Facoltà dell’anima vegetativa: Facoltà nutritiva Facoltà accrescitiva/aumentativa Facoltà generativa

Facoltà dell’anima sensitiva: Avicenna, De anima Facoltà dell’anima sensitiva: Sensi esterni: Tatto Gusto Olfatto Udito Vista

Facoltà dell’anima sensitiva: Avicenna, De anima Facoltà dell’anima sensitiva: Sensi esterni: Senso comune Immaginazione Immaginativa-cogitativa Estimativa Memoria

Facoltà dell’anima razionale: Avicenna, De anima Facoltà dell’anima razionale: Intelletto umano – progressivamente attualizzato dall’intelletto agente unico e separato Intelletto agente = dator formarum, ossia l’ultima intelligenza celeste  

Progressione conoscitiva dell’intelletto: Avicenna, De anima Progressione conoscitiva dell’intelletto: potenza assoluta – intelletto materiale potenza possibile – intelletto possibile potenza perfettiva intelletto acquisito – intelletto in habitu  

Averroé L’intelletto possibile recepisce tutte le forme materiali. Perciò non deve possederne alcuna. Quindi l’intelletto possibile non può essere un corpo né può unirsi alla materia. Ma deve essere una sostanza: una sostanza separata incorporea.

Averroé: proprietà dell’intelletto possibile E’ incorruttibile, in quanto la materia è principio di corruzione, e che sia E’ unico, dal momento che la materia è il principio della molteplicità. Quindi l’intelletto possibile è separato, unico e incorruttibile, esattamente come l’intelletto agente

Sdoppiamento del soggetto conoscitivo: ogni intellezione ha due soggetti: l’intelletto possibile unico le immagini individuali di ciascun individuo (phantasmata)

Analogia con la vista: L’intelletto agente illumina l’oggetto intelligibile (ossia il phantasma), Esso viene intelletto dalla facoltà intellettiva (l’intelletto materiale). Quindi è l’immagine materiale ad attivare l’intelletto materiale unico, che è attualizzato dall’intelletto agente unico.

Quindi: L’intelletto possibile è un’eterna ricezione di conoscenza, costituisce la perfezione dell’umanità, ed è eterno nella misura in cui l’umanità è eterna. Problema – si nega la sopravvivenza individuale dopo la morte: la forma intellettuale ha un rapporto accidentale con l’uomo, e le forme immanenti individuali muoiono alla morte del corpo. La vita futura perciò non è che una sopravvivenza impersonale nell’intelletto universale, come una goccia d’acqua che cade nel mare

Latinità: La ricezione di Aristotele è segnata da almeno tre tendenze: aristotelici radicali – interpretazione aderente e “radicale” dell’aristotelismo (Sigieri di Brabante, Boezio di Dacia) aristotelici latini – possibilità di concordanza dell’aristotelismo con la teologia cristiana (Tommaso, Alberto Magno) refrattari all’aristotelismo – preponderanza della Rivelazione su Aristotele (Bonaventura, scuola francescana)

Condanne di Aristotele: 1210 – proibita la lettura dei testi naturali di Aristotele 1215 – proibiti libri naturali e metafisici di Aristotele e dei suoi commentatori 10 dicembre 1270 – condanna dei 13 articoli 7 maggio 1277 – condanna di 219 proposizioni e la scomunica di tutti coloro che partecipano della loro propagazione (docenti e studenti) da parte del vescovo di Parigi, Stefano Tempier.

Boezio di Dacia: Dottrina dell’eternità del mondo Dottrina della doppia verità Etica filosofica

Sigieri di Brabante, unicità dell’intelletto: Uomo è sinolo ilemorfico di corpo e anima, anima le cui facoltà si risolvono in quelle vegetativa e sensitiva l’intellezione dell’uomo è data dall’anima intellettiva, che si distingue in intelletto agente e intelletto possibile, e come tale è unica, separata, eterna l’intellezione umana è attivata dai phantasmata individuali, che si collegano all’intelletto possibile grazie all’azione dell’intelletto agente l’anima umana è quindi data dalla presenza (costante) dell’anima intellettiva nell’uomo tramite l’atto di intellezione

Sigieri di Brabante, unicità dell’intelletto: Esempio del capitano e della nave: l’anima intellettiva è come il capitano che guida la nave (corpo) senza identificarsi con essa, ed è capitano della nave fin quando guida quella nave.

Tommaso, le sei tesi erronee di Averroé: l’individuo umano è costituito dall’anima sensitiva individuale, estesa e unita al corpo secondo l’essere l’intelletto materiale o possibile è una sostanza separata ed eterna, separata dal corpo, unico per tutti gli uomini e non è forma sostanziale del corpo l’intelletto agente è una sostanza separata che ha la funzione di astrarre gli universali dagli individui la conoscenza individuale si effettua negli uomini attraverso la mediazione delle immagini individuali questa conoscenza è chiamata «intelletto speculativo», ed è individuale e si corrompe alla morte del corpo una volta che la conoscenza è raggiunta, l’intelletto possibile si unisce all’intelletto agente e forma con esso un intelletto acquisito detto intellectus adeptus che costituisce la suprema felicità dell’uomo

Tommaso, capitoli del De unitate intellectu: chiarificazione di come l’interpretazione di Averroè è contraria al testo aristotelico come Averroé è in contrasto con gli aristotelici greci (Temistio, Teofrasto e Alessandro) e arabi (Avicenna e al-Ghazali). Con questi due capitoli si realizza una sorta di isolamento filosofico di Averroè refutazione del primo errore averroista, l’affermazione della reale separazione dell’intelletto rispetto all’anima umana refutazione del secondo errore, l’unità dell’intelletto possibile. Si noti come Tommaso distingua chiaramente questa tesi dall’unità dell’intelletto agente, che rigetta come contraria ad Aristotele ma che riconosce che non è assurda e difatti molti filosofi l’hanno sostenuta refutazione degli argomenti averroisti contro la pluralità degli intelletti e attacco alla dottrina della doppia verità (Sigieri)

Sigieri, dopo il De unitate intellectu sembra iniziare un ripensamento: Quaestiones de anima intellectiva Commento al Liber de causis Sigieri muore assassinato a Orvieto da un chierico impazzito tra 1181 e il 1184.

Divina Commedia, Paradiso X, 133-38 Questi onde a me ritorna il tuo riguardo, è 'l lume d'uno spirto che 'n pensieri gravi a morir li parve venir tardo: essa è la luce etterna di Sigieri, che, leggendo nel Vico de li Strami, silogizzò invidïosi veri.