La Vaccinazione Antinfluenzale negli operatori sanitari:

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Transcript della presentazione:

La Vaccinazione Antinfluenzale negli operatori sanitari: indicazioni e modalità Mauro Baldeschi Dirigente Medico IPN Dipartimento della Prevenzione - Pistoia

Dalla carta stampata ……

No al vaccino anti influenzale tra medici e infermieri 14 novembre 2016 - REPUBBLICA No al vaccino anti influenzale tra medici e infermieri Mentre parte la campagna autunnale i camici bianchi sono tra le categorie che fanno meno prevenzione: nel 2015 lo ha scelto solo il 15%.  Quest'anno, avvertono gli esperti, la malattia potrebbe essere più virulenta che in passato e colpire addirittura 6 milioni di cittadini di MICHELE BOCCI FIRENZE - Hanno a che fare con persone fragili, pazienti in stato di salute precario, e per questo dovrebbero essere i più sensibili verso la vaccinazione anti influenzale. E invece i medici e gli infermieri che lavorano in Asl e ospedali sono tra le categorie considerate "a rischio" che fanno meno prevenzione contro la malattia stagionale.

Vaccino antinfluenzale 2016-2017, i primi a non farlo sono i medici e infermieri. “Sanità, parte la campagna del vaccino antinfluenzale, i primi a non farlo sono medici ed infermieri. Gli esperti avvisano che la malattia sarà piu’ aggressiva rispetto agli anni passati e colpirà circa 6 milioni di cittadini …..”

Breve storia Il primo isolamento nell’uomo risale al 1933 in Inghilterra (in precedenza erano stati isolati in polli e suini). Da allora isolati 3 tipi: A, B e C. Tipo A: a seconda del tipo di emoagglutinina (lettera H) e della neuroamminidasi (lettera N), sono stati identificati 16 sottotipi HA (da H1 a H16) e 9 sottotipi di neuroamminidasi (da N1 a N9) con 144 combinazioni possibili. Infetta l’uomo, i suini, i polli, uccelli selvatici. Tipo B: costituisce un gruppo piu’ uniforme possedendo 1 emoagglutinina ed 1 neuroamminidasi con però sequenze di amminoacidi che possono divergere tra i ceppi. E’ quasi esclusivamente patogeno per l’uomo. Tipo C: non va incontro ad alcuna variazione e provoca una lieve sindrome.

L’INFLUENZA AVIARIA - è una malattia degli uccelli causata dal virus di tipo A riserve naturali dei sottotipi sono le anatre selvatiche e sono fonte di contagio per il pollame di allevamento. il virus iniziale può essere a bassa patogenicità ma con i passaggi può diventare ad alta patogenicità. i virus di tipo A sono noti per l’instabilità genetica. La sorveglianza influenzale tende anche a monitorare le eventuali mutazioni. fenomeno dello “shift genetico”: riassorbimento del materiale genetico con formazione di nuovi ceppi virali diversi dai parentali. Si induce la malattia anche in soggetti vaccinati con ceppi parentali

RISCHIO DI CONTAGIO PER L’UOMO Condizione perché i virus aviari diventino patogeni per l’uomo: durante lo “shift” devono acquisire geni umani che li rendano trasmissibili da uomo a uomo. I casi di influenza aviaria su uomo del 2003 e 2004 sono stati invece dovuti a trasferimento diretto da pollame (A sottotipo H5N1). La promiscuità di esseri umani, maiali e pollame è considerata un fattore di rischio elevato.

LE PANDEMIE INFLUENZALI Si verificano ad intervalli di tempo imprevedibili. 1918 (Spagnola, A sottotipo H1N1, 20 milioni di decessi). 1957 (Asiatica, A sottotipo H2N2) 1968 (Hong Kong, A sottotipo H3N2) 2009 (A sottotipo H1N1). ??? La prossima! (per ricombinazione di H5N1 tra virsus aviario e virus influenzale umano)

DEFINIZIONE CLINICA DI “SINDROME INFLUENZALE” Un soggetto che presenta improvvisamente e rapidamente almeno 1 dei seguenti sintomi generali: Febbre Astenia Mal di testa Dolori muscolari diffusi E almeno 1 tra i seguenti sintomi respiratori: Tosse Faringodinia Dispnea

La fascia di età piu’ colpita è l’infanzia ( i bambini contribuiscono molto alla diffusione della malattia) Gli anziani (> 65 aa) ed i soggetti con patologie croniche o gravi soffrono maggiormente le conseguenze dell’influenza. La fascia di età 19-49 aa rappresenta la principale fonte di visite mediche con aggravio notevole per il SSN a tutti i livelli. Un caso di influenza causa in media 2,5 giorni di assenza dal lavoro. La vaccinazione è la strategia piu’ efficace di prevenzione ed è un importante intervento di sanità pubblica.

La Circolare Ministeriale “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2016-2017” fornisce, tra l’altro, raccomandazioni per la prevenzione dell'influenza attraverso la vaccinazione e le misure di igiene e protezione individuale. Si raccomanda l’avvio tempestivo della vaccinazione antinfluenzale a tutti i soggetti di età pari o superiore ai 65 anni, ai pazienti a rischio, il cui elenco è contenuto nella circolare, e agli operatori sanitari che hanno contatto diretto con i pazienti a più alto rischio di acquisizione/trasmissione dell’infezione. Si raccomanda anche alle donne che all’inizio della stagione si trovano nel 2°-3° trimestre di gravidanza

Sono disponibili vaccini antinfluenzali trivalenti che contengono 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e un virus di tipo B e un vaccino quadrivalente che contiene 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e 2 virus di tipo B. Dalla metà degli anni 80, i virus influenzali di tipo B si sono suddivisi in due lineaggi distinti geneticamente rappresentati dai ceppi B/Victoria/2/87 e dal B/Yamagata/16/88 ed hanno co-circolato in proporzioni variabili nelle diverse stagioni e nei diversi Paesi. Pertanto, nel caso dei vaccini quadrivalenti, l’OMS raccomanda, l’inserimento del virus B/Phuket/3073/2013- like (lineaggio B/Yamagata/16/88), in aggiunta ai tre sopramenzionati.

Raccomandazioni per la vaccinazione antinfluenzale (1) . OMS: Target per gli adulti > 65 anni di età entro il 2010-11: 75% Unione Europea: Target per gli adulti > 65 anni di età entro il 2014-15: 75% In Italia il Ministero della Salute raccomanda di vaccinare almeno il 75% degli over 65 e le categorie a rischio (tra i quali gli operatori sanitari!!!), cercando di raggiungere la copertura del 95%

Coperture vaccinali per l’influenza in Italia >65 aa, stagione 2000/01 – 2015/16

“Raccomandazioni per la vaccinazione antinfluenzale operatori sanitari - Circolare Ministeriale (1) ……Si ricorda che gli operatori sanitari, direttamente e indirettamente coinvolti nella cura e gestione del paziente, sono a maggior rischio di acquisire l’infezione rispetto alla popolazione generale; inoltre, il fatto di essere costantemente a contatto con un gran numero di persone (pazienti, familiari e altri operatori sanitari), li rende anche potenziali vettori dell’infezione. Numerosi focolai nosocomiali, infatti, sono stati descritti e hanno mostrano un danno diretto per pazienti e operatori sanitari, in termini di aumento di morbosità e mortalità, costi sociali e danni indiretti legati all’interruzione dell’attività lavorativa e all’assenteismo con conseguente mal funzionamento dei servizi assistenziali essenziali……

“Raccomandazioni per la vaccinazione antinfluenzale operatori sanitari - Circolare Ministeriale (2) Si raccomanda, pertanto, di promuovere fortemente la vaccinazione antinfluenzale di tutti gli operatori sanitari, con particolare riguardo a quelli che prestano assistenza diretta nei reparti a più elevato rischio di acquisizione/trasmissione dell’infezione, quali Pronto Soccorso, terapie intensive, oncologie, ematologie, cardiologie, chirurgie, residenze sanitarie assistenziali, e l’accurato monitoraggio da parte delle Aziende sanitarie delle relative coperture vaccinali raggiunte.

“Raccomandazioni per la vaccinazione antinfluenzale operatori sanitari - Circolare Ministeriale (3) ……si raccomanda di informare sia i medici di medicina generale che i ginecologi/ostetrici sull’importanza della vaccinazione antinfluenzale nelle donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza ricordando che la vaccinazione è offerta gratuitamente e che l'OMS nel suo position paper più recente sull'influenza ritiene le gravide come il più importante dei gruppi a rischio per loro stesse e per il feto (Weekly Epidemiological Record, N. 47, 23 November 2012).

La situazione in Italia Nonostante nella maggior parte dei Paesi europei venga raccomandata la vaccinazione antinfluenzale anche per gli operatori sanitari, i dati a oggi disponibili indicano ancora un basso tasso di copertura vaccinale tra medici, infermieri e operatori socio sanitari. In Italia, alcune indagini evidenziano tassi di copertura solo del 15-20%. Tra le cause la paura dei possibili effetti indesiderati, la poca fiducia nella sua efficacia e una scarsa percezione del rischio.

CONCLUSIONI La vaccinazione del personale sanitario rappresenta uno degli interventi piu’ sicuri ed efficaci per il controllo delle infezioni nosocomiali. La vaccinazione è importante non soltanto per la protezione del singolo operatore ma anche nella garanzia e tutela dei pazienti, soprattutto i piu’ fragili. La vaccinazione permette il mantenimento di un sistema sanitario funzionante in momenti di maggiore richiesta.

Buona vaccinazione a tutti!