Caravaggio (Michelangelo Merisi)

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Transcript della presentazione:

Caravaggio (Michelangelo Merisi)

Ragazzo con canestro di frutta 1593-94, olio su tela, cm Ragazzo con canestro di frutta 1593-94, olio su tela, cm. 70x67 Roma, Galleria Borghese

I Bari 1594, olio su tela, 94x131 Kinbell Art Museum, Fort Worth

Caravaggio Bacchino malato 1593-94, olio su tela, 67x53 Galleria Borghese, Roma

Maddalena penitente 1594-95, olio su tela, 122x98 Galleria Doria Panphili, Roma Il biografo dei pittori del seicento romano, Bellori, a proposito del quadro scrive: "Dipinse una fanciulla a sedere sopra una seggiola, con le mani in seno in atto di asciugarsi li capelli, la ritrasse in una camera, ed aggiungendovi in terra un vasello di unguenti, con monili e gemme, la finse per Maddalena". La fanciulla era la ragazza di Caravaggio, Anna Bianchini, che gli fece da modella anche per la Madonna del "Riposo durante la fuga in Egitto" e forse anche in un altro quadro. L'utilizzo di uno specchio convesso per ritrarre la scena dall'alto dona all'immagine una prospettiva schiacciata, che riduce le gambe ed enfatizza l'ovale che racchiude il busto nella linea conclusa formata dalle braccia conserte e dal capo reclinato. Questo sottolinea l'interiorità del sentimento di Maddalena.

Concerto 1595, olio su tela, cm Concerto 1595, olio su tela, cm. 88x116 Metropolitan Museum of art, New York Il quadro fu commissionato dal cardinale Francesco Maria Del Monte

Santa Caterina d’Alessandria 1597, olio su tela, 173x133 Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid Il quadro faceva parte della raccolta del cardinale Francesco Maria Del Monte. Fu dipinto in memoria del processo e della condanna della parricida Beatrice Cenci. Nelle sembianze della Santa, Caravaggio ha ritratto Fillide Melandroni, nota prostituta romana di cui s'invaghì, e che gli sarà causa di molti mali. Fillide tornerà ritratta da lui nella Conversione della Maddalena, in Giuditta e Oloferne e nel ritratto singolo bruciato a Berlino durante l'ultima guerra.

Caravaggio Riposo durante la fuga in Egitto 1595, olio su tela, 135x166 Roma, Galleria Doria Panphili

La buona ventura 1596-97, olio su tela, 99x131 Parigi, Louvre Il soggetto è una zingara che mentre legge la mano al cavaliere, gli ruba l'anello che porta alla mano. La tradizione vuole che Caravaggio avesse scelto per modella una vera zingara che vide passare davanti al suo studio. Il quadro ha quindi un messaggio meramente moralista: diffidare del prossimo, soprattutto se trattasi di adulatori. Il dipinto fu acquistato dal cardinale Francesco Maria Del Monte, protettore dell'artista, e fu copiato da parecchi caravaggescchi

Giuditta e Oloferne 1599, olio su tela, 145x195 Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica La modella utilizzata per Giuditta è ancora Fillide Melandroni

Martirio di San Matteo 1600, olio su tela, 323x343 Roma, San Luigi dei Francesi

Amor vincit omnia 1602-03, olio su tela, 156x113 Berlino, Staatliche Museen E’ stato eseguito su commissione di Vincenzo Giustiniani che lo pagò 300 scudi. Il quadro, da un punto di vista iconologico, rappresenta la vittoria dell'amore sulle arti, qui riconoscibili nello spartito, nei libri e negli strumenti musicali ai piedi del fanciullo. Come modello, posò il garzone preferito di Caravaggio, Cecco Boneri, col quale si dice che il pittore avesse una relazione. D'altro canto, i sostenitori dell'omosessualità di Caravaggio ritengono che il fanciullo "inviti" chi guarda, con un gesto della mano destra, a raggiungerlo sul letto dove posa a gambe divaricate con compiaciuta licenziosità. Questa tesi può essere a priori smentita: Caravaggio era un grande ammiratore dell'opera di Michelangelo, e per quest'ultimo la posa a gambe sollevate o divaricate sottintendeva resurrezione, vittoria, trionfo. Il quadro divenne subito, insieme al Suonatore di liuto, il quadro più bello e più celebre della collezione Giustiniani, tant'è vero che Giovanni Baglione, rivale del Caravaggio, tenterà inutilmente di dipingerne una copia.

Vocazione di Matteo 1599 - olio su tela – cm Vocazione di Matteo 1599 - olio su tela – cm. 322x340 Roma, Cappella Contarelli, San Luigi dei Francesi

Commissionata da Mathieu Cointrel, poi Cardinale Contarelli, che acquistò la Cappella in San Luigi dei Francesi, morto nel 1585 e le cui esecuzioni testamentarie parlavano chiaro: San Matteo dentro un[…] salone ad uso di gabella con diverse robbe che convengono a tal officio con un banco come usano i gabellieri con libri, et denari[…].Da quel banco San matteo, vestito secondo che parerà convenirsi a quell’arte, si levi con desiderio per venire a Nostro Signore che passando lungo la strada con i suoi discepoli lo chiama” All’inizio la commissione venne affidata al cavalier D’Arpino che però fece solamente gli affreschi della volta. Poi nel 1599 i lavori passarono a Caravaggio forse per l’intervento del Cardinal Del Monte, suo mecenate.

Deposizione 1602-04 Olio su tela, cm Deposizione 1602-04 Olio su tela, cm. 300x203 Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana Commissionata da Girolamo Vittrice, nipote di Piero Vittrice, maggiordomo e guardarobiere di Papa Gregorio XIII, per una cappella nella nuova chiesa di Santa Maria in Vallicella L’oper ottenne unanimi consensi forse perché Caravaggio si è mantenuto nel solco della tradizione: modelli cinquecentescgi e soprattutto la Deposizione di Raffaello. Gesù è sostenuto da Giovanni e Nicodemo; alle loro spalle la vergine, maria Maddalena e una pia donna con le mani alzate.

San Matteo e l’angelo (1°versione) Questa prima versione non fu accettata per la “volgarità” di Matteo che ai contemporanei sembrava un povero vecchio illetterato e con i piedi sporchi. Infatti l’angelo ne guida la mano L’opera è stata distrutta durante la seconda guerra mondiale

San Matteo e l’angelo (2°versione) Qui il santo è più nobile Non ha i pedi sporchi in primo piano Scrive da solo senza essere guidato dall’angelo

Caravaggio Sacrificio di Isacco 1603-04 Olio su tela, cm Caravaggio Sacrificio di Isacco 1603-04 Olio su tela, cm.104x135 Firenze, Galleria degli Uffizi Commissionato da Maffeo Barberini, il futuroPapa Urbano VIII tra il 20 maggio 1603 e l’8 gennaio 1604, con l’interruzione per il processo di diffamazione intentao da Giovanni Baglione a Caravaggio. Un’ulteriore studio sulle epressionei estreme associate alla violenza. Il modello è ancora Cecco Boneri, garzone di caravaggio e poi pittore a sua volta. Ha posato sia per Isacco che per l’Angelo, poi ritoccato. Il sacrificio di Isacco è un episodio biblico della Genesi (22,2-13). Dio, per mettere alla prova l'ubbidienza di Abramo, gli ordina di sacrificare il proprio figlio Isacco. Mentre Abramo sta per compiere diligentemente il sacrificio, impugnando già il coltello, un angelo del Signore scende a bloccarlo e gli mostra un ariete da immolare come sacrificio sostitutivo. La scena, che veniva interpretata come prefigurazione del sacrificio di Cristo sulla Croce, è uno degli episodi salienti del Vecchio Testamento

Madonna dei Palafrenieri 1605-06 Olio su telacm Madonna dei Palafrenieri 1605-06 Olio su telacm. 292x211 Roma, Galleria Borghese Commissionata dai Palafrenieri papali per la nuova Cappella dei Palafrenieri nella Basilica di San Pietro. La Cappella non fu però mai dedicata ai Palafrenieri e la tela quindi fu ceduta al cardinale Scipione Borghese. La Santa patrona dei Palafrenieri era Sant’Anna e quindi secondo le indicazioni dei committenti Caravaggio dipinge Maria, aiutata dal Bambin Gesù che schiaccia il serpente del peccato originale alla presenza di Anna. La modella utilizzata per Maria è ancora Lena Antognetti. La vita tempestosa della donna, raffigurata in tutte le tele religiose del periodo procurò non pochi problemi giudiziari per Caravaggio.

Canestra di frutta Milano, Pinacoteca Ambrosiana

Canestra di frutta 1597-98 Olio su tela, cm Canestra di frutta 1597-98 Olio su tela, cm.31x47 Milano, Pinaciteca Ambrosiana Nel 1599 Federico Borromeo, nipote di S.Carlo Borromeo, era ospite dei Giustiniani a Roma. Nel testamento di Federico Borromeo nel 1607, si cedeva il quadro alla Pinacoteca Ambrosiana. Federico era un grande estimatore di nature morte, in particolare quelle fiamminghe, genere pittorico non amato molto negli ambienti romani, ma più considerato in Lombardia. Mettere la cesta in primo piano e a livello dell’osservatore ed essere alla naturalezza del vero portano il soggetto al pari della pittura raffigurante azioni. Il realismo caravaggesco affonda le radici nel naturalismo lombardo di fine ‘500 con artisti come Savoldo, Moretto e Moroni e ovviamente con la lezione sempre viva di Leonardo. Attraverso l’insegnamento del suo maestro, Simone Peterzano, Caravaggio apprende anche la Maniera veneta di Tiziano e Giorgione

Cena in Emmaus

Madonna dei Pellegrini 1604-06 Oli su tela, cm Madonna dei Pellegrini 1604-06 Oli su tela, cm. 204x150 Roma, Sant’Agostino, cappella Cavalletti La modella che poò per caravaggio era Maddalena Antognetti, detta Lena, famosa cortigiana. L’opera fece molto scandalo tra i potenti e tra i popolani. Forse per l’uso della prostituta come modella di Maria, forse per i piedi sporchi dei pellegrini, forse per la poa languida e carnale di Maria. Tuttavia la posa e il profilo di Maria si riferiscono a modelli della statuaria classica Commissionata da Ermete Cavalletti per la chiesa di Sant’Agostino.