Sussidio per gli animatori adulti AC

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Transcript della presentazione:

Sussidio per gli animatori adulti AC Compagnidistrada Sussidio per gli animatori adulti AC

La Chiesa dovrà iniziare i suoi membri – sacerdoti, religiosi e laici – a questa “arte dell’accompagnamento”, perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro (cfr Es 3,5). Dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana. (EG 169)

Pregnante e sostenibile Accompagnamento Corresponsabilità Pregnante e sostenibile

Il contesto del mondo adulto 3 parti Il contesto del mondo adulto Accompagnare le vite adulte nella prospettiva della fede Il profilo e lo stile dell’animatore Il responsabile educativo a servizio degli Adulti: l’animatore Alcune delle competenza basilari La formazione dell’animatore del Settore adulti (Schede per trasformare il sussidio in pratiche formative)

La scommessa in un’epoca di radicali cambiamenti Percorsi formativi che mirino al cuore delle questioni centrali della vita Aiutare gli adulti a fare sintesi attorno ad un senso che dia unità alla vita EDUCARE= ripartire. Avviene a qualsiasi età, avviene quando non si smette di cercare e di rimettersi in gioco. Ma ci possono davvero educare gli adulti? Ci sono ancora le figure autorevoli in cui credono? Le istituzioni? Se prima erano i giovani a mettere sempre tutto in discussione ora sempre di più lo fanno anche gli adulti…per il contesto in cui viviamo. Il contesto sociale oggi ci presenta figure apparentemente deboli soprattutto se confrontate con qualcuna del passato. E allora oggi STARE NELLA RELAZIONE EDUCATIVA implica PERSEVERANZA, finezza, grande ascolto. La scommessa di oggi è proporre agli adulti percorsi formativi che mirino AL CUORE DELLE QUESTIONI CENTRALI DELLA VITA. La questione diventa perciò aiutare gli adulti a fare sintesi attorno ad un senso che dia unità alla vita, in un contesto COMPLESSO.

una radicale innovazione dei processi formativi Sfide che richiedono una radicale innovazione dei processi formativi

Quale cambiamento? Rimodellarsi nell’interazione continua con la realtà quotidiana, plurale e multiculturale. Discernimento rispetto alle domande nuove che la realtà propone. Perché innovazione? Perché la realtà che viviamo, la STRADA, è in continuo cambiamento. Perché l’adulto di oggi non è più quella persona arrivata e stabile emotivamente, perché le trasformazioni della società hanno reso più incerti valori, il lavoro, le relazioni. E il ricordo all’esperienza del passato non è più un punto di riferimento, perché non è adattabile all’oggi. La cornice di valori di prima non esiste più, esiste una pluralità e multiculturalità anche nel piccolo paesino che necessariamente fanno uscire fuori dalla cornice quadrata di un tempo. L’adulto oggi vive questa strada e allora è RADICATO NEI VALORI che ha assunto responsabilmente dalla PROPRIA cornice, ma deve rimodellarsi necessariamente e continuamente alla realtà quotidiana, plurale e multiculturale che vive. Il contesto moderno chiede più del passato, un continuo discernimento, domande nuove su realtà nuove. E poi c’è anche la diversità di età…già nota, un arco temporale anche di quarant’anni. Diversa formazione, cultura e stato di vita. Diversa percezione di un valore, della questione politica, dell’impegno sociale, e del lavoro.

Animare significa dare anima, Vita e speranza a situazioni spesso percepite come irrecuperabili. Per animare bisogna aiutare a RINASCERE (EDUCARE) in età adulta: accogliere il dono di Dio che chiede una accoglienza libera, matura, cosciente! Educare gli adulti significa assumersi il compito entusiasmante di CONTRIBUIRE A DARE FORMA alle persone, di aiutare ciascuno a diventare ciò che deve essere, a partire dalla realtà concreta che sta vivendo. Come? ASCOLTO, ACCOGLIENZA fatta di FIDUCIA e di RISPETTO, GENERATIVO (far nascere l’uomo nuovo che è in ciascuno), SPERANZA perché sa di non essere solo nel compito formativo (CORRESPONSABILITA’). Non è un’impresa titanica: dentro ognuno di noi c’è lo Spirito, basta non ostacolarlo!

La vita delle persone al centro Kintsugi Le preziose cicatrici Dare dignità alle storie riconoscendo bisogni e ferite, sogni e desideri nascosti Nella proposta formativa la vita delle persone è al centro. Appena c’è un’esperienza negativa, dolore, fallimento, sia dipese da noi che no, che ce ne facciamo? Soprattutto che ce ne facciamo delle esperienze negative degli altri adulti? Dio non cancella le situazioni di peccato ma parte da esse per RIGENERARCI, non per umiliarci, ma per farci comprendere che Lui ci AMA SEMPRE. Le cicatrici restano, per farci ricordare da dove siamo venuti e chi ci ha salvati. Il Kintsugi è una tecnica di restauro giapponese che non è solo una tecnica ma una sapienza. Consiste nel riparare gli oggetti in ceramica rotti con l’ORO…cicatrici preziose. Ogni pezzo riparato è unico e irripetibile per via della casualità con cui la ceramica si frantuma e per via delle irregolari decorazioni che si formano con l’oro. Noi occidentali quando cade un oggetto molto spesso lo buttiamo direttamente, e se decidiamo di ripararlo lo facciamo cercando di nascondere il più possibile i segni della rottura. Quasi a vergognarci. E’ così per noi, quando abbiamo un fallimento lo nascondiamo, c’è un senso di colpa, di vergogna. E invece con l’oro si dà nuova vita a quell’oggetto. Per i giapponesi ogni storia anche quella più travagliata è origine di bellezza e ogni cicatrice viene mostrata orgogliosamente come la cosa più preziosa. I Vangeli evidenziano ripetutamente i limiti degli apostoli: Pietro che lo rinnega, ma Gesù lo conferma capo della sua Chiesa. Quando Gesù incontra una persona malata, prima di guarirla, pone al centro la persona: cosa vuoi che io ti faccia? E la ascolta. RISPETTO della PERSONA e ASCOLTO: E poi il congedo «Va la tua fede ti ha salvato» ci dice il LIMITE CHE DIO SI E’ DATO NELL’AGIRE NEI CONFRONTI CON L’UOMO (se non me lo chiedi io non posso entrare nella tua vita…la libertà della nostra fede). METTERE AL CENTRO LA VITA significa dare DIGNITA’ ALLE STORIE raccontate dagli adulti che incontriamo, riconoscendo bisogni e ferite, sogni e desideri.

Discepoli e missionari capaci di agganciare la proposta formativa con le situazioni ordinarie e complesse della vita laicale L’obiettivo è formare DISCEPOLI e MISSIONARI di Gesù, CREDIBILI perché nella vita abbiamo incontrato una Notizia che ha fatto risorgere, che ha sconvolto i nostri criteri di giudizio, che ha cambiato la cornice dei valori con cui valutiamo noi stessi e la strada che viviamo. Il gruppo adulto può essere il luogo in cui mantenere alta l’attenzione sulla propria vita, a fare memoria delle grazie ricevute, e a cercare delle vie, personali, di gruppo ed ecclesiali, di gioiosa risposta alla liberazione vissuta, per l’intervento gratuito di Dio. LA SEQUELA E’ UN DONO RICEVUTO, ma è REALE SE CAMBIA LO STILE DI VITA. L’animatore quindi deve agganciare la proposta alle situazioni di vita vissute nell’ordinario da quegli adulti…diventa fondamentale quindi partire dalle loro storie, dal racconto e dall’ascolto.

Le dimensioni essenziali interiorità fraternità responsabilità Gli adulti di oggi, a differenza del passato, si trovano continuamente mesi in discussione da nuove proposte culturali e nuovi visioni del mondo e della vita. Verso dove orientarci allora? Che orientamento dare alle continue domande dell’adulto? Le 4 dimensioni essenziali della proposta formativa di AC le conosciamo bene. INTERIORITA’: conoscere i propri limiti, gustare il silenzio, vivere la preghiera personale e comunitaria, aprirsi all’ascolto della parola, essere autori di discernimento dell’azione di Dio nella vita di ogni giorno FRATERNITA’: tessere percorsi di UNITA’ e di PACE nel rispetto e nella valorizzazione delle differenze di ognuno, per essere capaci di dialogo e cura di relazioni solidali…in particolare con i poveri, nella ferialità delle nostre giornate. RESPONSABILITA’: impegnare i nostri TALENTI verso le provocazioni della storia, nel rispetto del creato e delle speranze dei fratelli che abitano con noi la città dell’uomo. ECCLESIALITA’: coscienti di essere membra dello stesso Corpo, Chiesa. ecclesialità

Un adulto che si metta in una dimensione di ricerca di scoperta di conversione di missione permanente La proposta formativa di AC è per ADULTI che CONTINUANO A COLTIVARE LA SETE DI DIO pur nella pluralità delle situazioni in cui vivono (siano fedeli costanti, saltuari, ricomincianti). Adulto che costantemente si pone in una dimensione di RICERCA, DI SCOPERTA; DI CONVERSIONE; DI MISSIONE PERMANENTE. L’ADULTO DI AC cambia la propria vita e la racconta. L’ADULTO di AC guarda ai GIOVANI CON PASSIONE EDUCATIVA, si cura di garantire loro spazi di protagonismo, li stimola, racconta con la vita e con i gesti (soprattutto) la bellezza del Vangelo. E FA CRESCERE. SI PRENDE CURA delle relazioni, la prima e fondamentale quella con Dio. E poi con i fratelli, CALDA, ACCOGLIENTE, PAZIENTE E GENEROSA, ANIMATA dalla pratica FATICOSA del DIALOGO. E’ CITTADINO: il suo dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare donandosi agli altri. E’ un uomo GIOIOSO perché porta con sé la SPERANZA.

Non è mai un semplice strumento. Racchiude un processo formativo. Il metodo Non è mai un semplice strumento. È già un contenuto. Racchiude un processo formativo. Per accompagnare nella lettura della vita quale luogo teologico In cui si manifesta la presenza di Dio. Alla pari ! Con gli adulti siamo sempre ALLA PARI, non c’è l’educatore dell’acr perché tutti hanno una strada propria, da rispettare e valorizzare. Partendo dalla VITA, perché nella vita Dio continua a incarnarsi e ad essere presente. E nella vita degli adulti ci sono impegni e programmi, corse contro il tempo. Formare l’adulto significa accompagnare nella lettura della realtà chi, anche se in modo incompleto e provvisorio, ha già un grande patrimonio di esperienza da rispettare e valorizzare. Accompagnare l’adulto a essere sempre più attento all’opera di Dio nella vita e nella storia e sempre meno attento a se stesso ai suoi programmi e impegni. La riconoscenza e la lode a Dio per i doni ricevuti sarà l’approdo della vita spirituale adulta.

Incontri non tradizionali Allestimento di ambienti formativi con l’attraversamento e riattraversamento delle esperienze in modo non lineare e multidimensionale ritornando sui luoghi dei “paesaggi esistenziali” varie volte, provenendo da differenti direzioni. La dinamica di gruppo è pluralità di per sé. Ognuno ha una storia diversa, una situazione di vita diversa. L’incontro adulti DEVE INTERCETTARE tutti, anche nelle MODALITA’ e nei TEMPI. CONCILIARE CON I TEMPI DELLE PERSONE. L’ADULTO NON DEVE SENTIRSI FORZATO A PARTECIPARE (perché se è così poi non partecipa, non è il bambino accompagnato dai genitori). DEVE ESSERE FELICE DI PARTECIPARE, e lo è SE SI SENTE INTERCETTATO, se si sente ascoltato e messo al centro, con le sue ferite, la sua storia, le sue esigenze e i suoi sogni. Per fare questo rinunciamo agli incontri tradizioniali se serve, rinunciamo alla linearità.

Intrecciare fede e vita è la tipica spiritualità laicale La dinamica VITA PAROLA Intrecciare fede e vita è la tipica spiritualità laicale Questa dinamica non indica solo la scansione temporale dei nostri incontri. Essa dice IL CARATTERE ESSENZIALE DELLA VITA SPIRITUALE DEL LAICO ADULTO, OVVERO INTRECCIARE LA FEDE E LA VITA. INTRECCIO che richiede sguardo CONTEMPLATIVO ALLA VITA, vita che viene ricompresa alla luce della Parola e torna ogni volta rigenerata nelle trame del quotidiano. LA REALTA’ E’ SUPERIORE ALL’ IDEA (Evangelii gaudium): la vita ci interpella, la nostra e quella di ogni persona che incontriamo per strada. Guardiamo alla vita di ognuno come allo spazio in cui Dio ci ama e ci salva. Dobbiamo STARE NELLA REALTA’, immergerci nella nostra storia, per vivere in pienezza il nostro tempo. Per entrare nelle esperienze, dobbiamo RACCONTARE e FAR RACCONTARE la storia e le storie, e comprenderemo allora che DIO è già all’opera con la sua presenza misericordiosa. La PAROLA è al centro perché arricchisce i nostri racconti di vita di un significato che non avevamo colto. Parla proprio di noi, e ci aiuta a fare luce. La fede è allora adulta perché è vita. L’attitudine al DISCERNIMENTO personale e comunitario non può non essere la prima condizione formativa dell’adulto di AC.

Il responsabile educativo a servizio degli adulti corresponsabile parla a nome dell’associazione non è ‘perfetto’ alla pari ..adulto tra adulti capace di aprirsi verso il mondo esterno CORRESPONSABILE, nella certezza di non essere solo ma insieme ad altri CORRESPONSABILE della costruzione già qui in terra del Regno di Dio. Ha a cuora le persone, la loro vita quotidiana e il loro cammino di fede. PARLA A NOME DELL’ASSOCIAZIONE quindi deve conoscere a fondo l’azione cattolica, associazione con una grande storia (150 anni) che continua ancora oggi fra momenti di gloria e momenti di miseria, di slanci e di ritardi, di continuità e di strappi, capace di fermarsi e di ripartire. Parla a nome dell’AC  è SOSTENUTO dall’associazione che gli propone momenti di crescita formativi e spirituale. Non si tratta di immaginare che l’animatore sia un cristiano perfetto, ma semplicemente una PERSONA CHE METTE A DISPOSIZIONE IL PROPRIO IMPEGNO E LE PROPRIE CAPACITA’ NELLA LOGICA DEL ‘SERVO INUTILE’ sapendo di essere egli stesso destinatario del Vangelo, discepolo in cammino, fratello nella comunità. ALLA PARI, ADULTO TRA ADULTI…questa consapevolezza permette di non sentirsi soli nel compito che si assumo. Non si tratta di preparare lezioni, ma di creare un contesto GENERATIVO in cui le persone abbiano uno spazio per raccontarsi e parlare dei propri vissuti. TUTTI HANNO QUALCOSA DA OFFRIRE SE SI PARTE DAI FATTI DI VITA. CORRESPONSABILE vuol dire anche favorire la PARTECIPAZIONE di tutti. …tramite interazione personale, invito a incontri di progettazione, costituzione di una equipe per monitorare e preparare il percorso adulti. CAPACE DI APRIRSI verso il mondo ESTERNO attirando nuovi componenti, con attenzione alla vita del territorio e ai problemi concreti delle persone che vi abitano.

Oltre lo schema scolastico Mediare tra vita e Vangelo ! Un approccio attento alla specificità dei percorsi esistenziali dei destinatari. Per restituire dignità alla storia di ognuno e ricollocarla in un più ampio tessuto di relazioni nuove. Mediare tra vita e Vangelo ! L’animatore è la CERNIERA tra la quotidianità delle vite e le istanze di una dimensione altra radicata nella sapienza evangelica.

Caratteristiche dell’animatore Accompagnare le persone Valorizzare le competenze Essere facilitatore Essere generativi Leggere la vita Guardare agli orizzonti della solidarietà Disegnare le esperienze formative di ciascuno L’animatore non è un semplice formatore, ma un vero e proprio educatore, assumendo lo STILE DELLA FICILITAZIONE sia nel processo formativo che nelle relazioni quotidiane con le persone. I prerequisiti quindi sono la CAPACITA’ di STUPIRSI, la DISPONIBILITA’ A IMPARARE e il DESIDERIO DI METTERSI AL SERVIZIO. Si FA COMPAGNO DI STRADA delle persone, promuovendo la soggettività umana sociale ed ecclesiale anche in chiave missionaria e testimoniale. SOSTIENE i singoli nella loro personalissima esperienza formativa, con i loro bisogni aspettative e vissuti. PRENDE A CUORE LA CURA DELLA PROPRIA INTERIORITA’ come quella degli ALTRI. Ha la capacità di aiutare le persone a tirar fuori il meglio di sé, a ridonare senso a quello che si fa, a ritrovare uno sguardo profondo sulle cose e sulle relazioni umane, a GUARDARE agli ORIZZONTI della solidarietà per costruire una responsabilità sociale oggi ridotta a briciole, a sentirsi ARTEFICI del futuro in chiave profetica, a edificare nella gratuità e nella carità il rapporto con gli altri. Non è tutto pronto e fatto, è un orizzonte da costruire con PAZIENZA e TENACIA.

“L'animatore è colui che anima un gruppo di adulti, all'interno del quale il compito formativo consiste in primo luogo nel favorire la comunicazione tra le persone. Ciascuna di esse ha un cammino avviato e porta esperienze vissute, perciò il percorso formativo qui si caratterizza soprattutto per la ricerca condivisa” (ecco il camminare con), “alla quale l'animatore partecipa offrendo contenuti, facendo proposte e suggerendo esperienze. L'animatore è una persona che non si pone al di sopra delle altre, ma piuttosto che si mette in gioco all'interno di un percorso comune” Dal Progetto formativo

insieme Principi guida laboratoriale Imparare Imparare qualcosa di significativo Imparare insieme laboratoriale In un’ottica Imparare a partire dall’esperienza Reti e silos Imparare facendo

Traduttore associativo Accompagnatore di gruppo Figure Testimone Maestro di vita Profezia Anticipazione Esperienza Mentore Apertura Esperto Contaminatore esterno Accompagnatore personale Vicinanza Protagonista Distanza da sé Educatore Sostegno Amicizia Soggetto educativo Non autoreferenzialità mondi vitali Partecipazione Responsabilità Facilitatore Mediatore Traduttore associativo Accompagnatore di gruppo Coaching Sostenibilità Energia … colori Motivazione Fiducia Applicabilità Passione

Le 5 Schede Avere familiarità con la vita e la Parola la cura della propria vita spirituale Lasciare aperto il cuore la cura di relazioni significative Far crescere insieme la cura del gruppo Avere presente ciò a cui si tende la cura della progettazione e la verifica del percorso formativo Guidare il percorso la cura della gestione dei momenti formativi