Studi sulla Zecca di Parma in epoca medievale Analisi delle raffigurazioni presenti sui denari piccoli a nome Federico II
Il castello e le sue evoluzioni Parte prima: Il castello e le sue evoluzioni
Attraverso queste immagini cerchiamo di effettuare un primo tentativo di seriazione cronologica delle monete, partendo dall’evoluzione stilistica del castello presente sul conio del rovescio.
Come si può osservare, l’impronta utilizzata è ripresa dai coni precedenti a nome Filippo di Svevia e Ottone IV di Brunswick; riassumiamo brevemente le differenze principali
1) il castello nelle monete a nome Filippo e Ottone è sempre poggiante su 2 basi separate, mentre, forse per evidenziarne la differenza, nelle prime emissioni a nome Federico il castello è posato su una base unica
2) Scompaiono (anche se solo momentaneamente) i bisanti che ornavano la figura del castello: 2 fra le cime, 2 ai lati e 1 interno al centro del castello (oltre a quelli nelle legende)
3) Sulla cima delle torri, che in precedenza terminavano appuntite, vengono aggiunte delle cuspidi (in sostanza un quadrato ruotato di 45 gradi rispetto alla torre)
Piccolo (tipo base) dal 1220 Filippo di Svevia: Denaro (1207-1208) Federico II di Svevia: Piccolo (tipo base) dal 1220
Probabilmente la prima coniazione avvenuta (1220) 1 Il castello “base” Probabilmente la prima coniazione avvenuta (1220)
2 La (ri)comparsa dei bisanti Le cuspidi cominciano ad abbassarsi
3 Scomparsa (momentanea) delle cuspidi
4 Ricomparsa delle cuspidi Le cuspidi si trasformano diventando tratti lineari orizzontali
5 Allungamento delle cuspidi Le cuspidi si allungano assumendo la forma a cuneo
6 Inclinazione delle cuspidi Rotazione delle cuspidi verso l’alto (fase finale)
Le immagini comparse in questa presentazione sono servite solamente per sottolineare i cambiamenti avvenuti sotto il profilo stilistico nella moneta. In realtà sono state catalogate a tutt’oggi ben 11 varianti di conio, che dimostrano perlomeno una certa attività commerciale per il periodo in osservazione (1220-1320?)
FINE 2004 © LucaOttenio
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