LA STORIA DEGLI ITALIANI: L’INNO E LA BANDIERA

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LA STORIA DEGLI ITALIANI: L’INNO E LA BANDIERA

L’INNO

L’inno nazionale della Repubblica italiana è “IL CANTO DEGLI ITALIANI”, meglio noto come “Fratelli d’Italia” o “inno di Mameli”, che fu adottato dal 12 ottobre 1946, in via provvisoria, dal Consiglio dei Ministri, presieduto da Alcide De Gasperi.

Il testo fu scritto nel 1847 da GOFFREDO MAMELI, giovane studente e poeta, nato a Genova il 5 settembre 1827, che raggiunse Roma nel 1849 dove combatté a fianco di Garibaldi e morì per un’infezione a una gamba, a soli 21 anni. Il maestro MICHELE NOVARO (1818-1885), di fede liberale, studiò canto e composizione. Ricevette il testo dell’inno e ne scrisse la musica.

Il 14 ottobre 1946 il Consiglio dei ministri acconsentì all’utilizzò del “Canto degli italiani” come inno nazionale. La Costituzione repubblicana ha stabilito l’uso del Tricolore come bandiera nazionale, senza sancire quale sarebbe stato l’inno ufficiale.

Per molti anni, in Parlamento, si è discusso sull’opportunità di riconoscere ufficialmente l’inno di Mameli. Nonostante siano stati presentati anche disegni di legge costituzionali in tal senso, sino ad oggi non è ancora stata approvata alcuna legge. Ecco l’inno:

Fratelli d'Italia L'Italia s'è desta, Dell'elmo di Scipio S'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.  

Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l'ora suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci, l'Unione, e l'amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.

Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn'uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla, Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.

Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.

LA BANDIERA

La Legge n. 671 del 31 dicembre 1996 ha istituito la giornata nazionale della bandiera, che si festeggia il 7 GENNAIO di ogni anno. La data prescelta corrisponde alla nascita della bandiera italiana, risalente al 7 GENNAIO 1797 a Reggio Emilia, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana deliberò l’adozione del Tricolore, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni di Lugo.

Nel 1848, il Tricolore fu adottato come nuova bandiera del Regno di Sardegna, dal re Carlo Alberto di Savoia. Anche con l’unificazione nazionale, avvenuta con la proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861, il Tricolore rimase il vessillo dello Stato italiano.

Nel 1948, l’art. 12 della Costituzione repubblicana stabilì che il Tricolore fosse la bandiera italiana, costituita da tre bande verticali di uguali dimensioni di colore verde, bianco e rosso.   Questi colori, stabiliti dal Senato di Bologna con un documento del 28 ottobre 1796, richiamano i principi di libertà, di fratellanza, di uguaglianza e di giustizia in cui il popolo italiano si riconobbe unito.

I toni cromatici dei tre colori sono stati definiti, dal 2002, con circolari ministeriali, sostituite da un Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 aprile 2006 che ha precisato che essi sono:

verde: Pantone tessile 17-6153 TCX (Fern Green – verde felce); bianco: Pantone tessile 11-0601 TCW (Bright white – bianco acceso); rosso: Pantone tessile 18-1662 TCX (Scarlet Red – rosso scarlatto).

Il Codice Pantone costituisce un sistema internazionale di identificazione dei colori. A un colore Pantone (individuato da un numero) corrisponde una e una sola tinta. La legge (L. n. 22/1998) e alcuni regolamenti (es. DPR N. 121/2000) dettano precise indicazioni circa i tempi, le modalità e gli spazi di esposizione della bandiera italiana.

L’art. 292 del codice penale punisce il reato di vilipendio o danneggiamento della bandiera italiana, prevedendo, in particolare: - una multa da 1.000 a 5.000 euro, in caso di vilipendio con espressioni ingiuriose; - la reclusione in carcere fino a 2 anni, nell’ipotesi di distruzione, dispersione, deterioramento o imbrattamento pubblico e intenzionale.