per entrare nell’altro. Togliersi i calzari per entrare nell’altro.
“Non avvicinarti, togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa”
Sono le parole di Yahvè a Mosè, presso il roveto che ardeva senza consumarsi.
“Se Dio parla dal di dentro a mio fratello, il suo cuore è un luogo sacro”.
Ho scoperto che abitualmente penetro negli altri senza togliermi le scarpe. Semplicemente entro!
Per questo ho sentito un forte bisogno di chiedere perdono al Signore e ai miei fratelli.
Ho sentito che il Signore mi invitava a togliermi le scarpe e a camminare.
Mi sembrava più sicuro andare agli altri con i calzari : comodità e timore!
dove avrei posato il mio piede. Scalzo avevo bisogno di guardare ad ogni passo ciò che calpestavo, avere riguardo del luogo dove avrei posato il mio piede.
Ma tante cose di cui sono portatori i miei fratelli mi sfuggono, non le conosco, non ne tengo conto perché entro con i calzari.
Ho sperimentato che, scalzo, camminavo più adagio; non usavo il mio ritmo abituale, ma cercavo di posare il piede con maggiore soavità!
Ho pensato allora ai tanti segni che ho lasciato nel cuore dei miei fratelli lungo il cammino e ho sentito un forte desiderio di entrare negli altri senza lasciare una scritta che dica: “Qui sono passato io”
Ho avvertito che i terreni non sono tutti uguali come pure i miei fratelli non sono tutti uguali. Perciò non posso entrare in tutti allo stesso modo.
“Quanto più difficile è il terreno di mio fratello, tanta più soavità e cura devo avere per entrare”.
Dopo questo percorso con il Signore, ho capito che togliersi i calzari è entrare senza pregiudizi...
Poiché credo che il Signore sia vivo e presente nel cuore dei miei fratelli, m’impegno a fermarmi.
Conto per riuscirci con la sua grazia! Sr. Bernardina Conto per riuscirci con la sua grazia!