Distretti industriali

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Distretti industriali

Indice: Definizioni Distretti Industriali (L.371/1991) Sistemi Produttivi Locali (L.140/1999) Metadistretti Reti di impresa Tabella riassuntiva distretti Legislazione Regionale di riferimento e Governance Legge Abruzzo Legge Basilicata Legge Calabria Legge Friuli Venezia Giulia Legge Lazio Legge Liguria Legge Lombardia Legge Marche Legge Molise

Indice: Legislazione Regionale di riferimento e Governance Legge Piemonte Legge Sicilia Toscana: leggi di riferimento Legge Veneto Distretti Industriali in Italia Classificazione secondo il Sito www.distretti.org Classificazione 8° Censimento ISTAT (2001) Classificazione IPI

Definizioni

Distretti Industriali Il distretto industriale, nella sua canonica accezione, è rappresentato da un sistema locale caratterizzato dalla presenza di un’attività produttiva principale svolta da un insieme di piccole imprese indipendenti, che però sono altamente specializzate in fasi diverse di uno stesso processo produttivo. Questo particolare modello organizzativo imprenditoriale consente di sviluppare delle sinergie che determinano una produzione più efficiente rispetto a quanto accadrebbe all’interno di un singolo grande stabilimento. In Italia il riconoscimento giuridico dello status di “distretto industriale” è stato sancito dalla legge 317 del 1991 (Interventi per l’innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese); secondo queste disposizioni, vengono definiti distretti le aree territoriali locali caratterizzate da elevata concentrazione di piccole imprese, con particolare riferimento al rapporto tra la presenza delle imprese stesse e la popolazione residente, nonché alla specializzazione produttiva dell’insieme delle unità produttive coinvolte. Fonte: Sito Cnel

Sistemi Produttivi Locali Al fine di semplificare e favorire la determinazione delle aree distrettuali, nel maggio del 1999 è stata promulgata la legge n. 140 che ha introdotto una nuova tipologia di area: il Sistema Produttivo Locale; esso si caratterizza per: - contesti produttivi omogenei - elevata concentrazione di imprese - specifica organizzazione interna In questa nuova ottica, il distretto industriale è un sistema produttivo locale che deve possedere due caratteristiche aggiuntive e precisamente: - elevata concentrazione di imprese industriali - elevata specializzazione produttiva dei sistemi di impresa   La regione con il maggior numero di distretti è il Veneto (17), che precede la Lombardia(16). Al terzo posto l’Emilia Romagna (11), la Toscana (9) e poi Piemonte, Campania e Marche con sei distretti ciascuna. Il totale delle ditte operanti nei distretti è di 88.863 unità, con 996.160 addetti. Fonte: Sito Cnel

Metadistretti Ampliando il classico concetto di distretto (area in cui si concentra una singola filiera produttiva omogenea), la Regione Lombardia ha introdotto il meta-distretto: un'area caratterizzata da elevata interazione tra distretti corrispondenti a Comuni, anche distanti tra loro, in cui si concentrano imprese di una stessa filiera ritenuta strategica dalla Regione.  I metadistretti sono delle nuove ripartizioni territoriali finalizzate ad individuare sul territorio delle filiere produttive con un elevato potenziale tecnologico, ove operare politiche di cooperazione tra le imprese specializzate e comprese nelle filiere e i centri di ricerca. Le novità di questo provvedimento sono tre. La prima è strettamente legata all'individuazione sul territorio di ripartizioni territoriali che esprimono, non più una concentrazione territoriale di imprese specializzate in particolari settori produttivi, ma l'identificazione di aree caratterizzate dalla compresenza di imprese specializzate in alcune filiere di produzione. Le filiere individuate e i rami di attività attribuiti a ciascuna filiera sono stati classificati come: biotecnologie alimentari, biotecnologie non alimentari, moda, design, nuovi materiali. Il secondo elemento innovativo è legato al mutamento della scala territoriale rispetto a cui il metadistretto si struttura. Nella definizione dei distretti tradizionali di specializzazione produttiva la contiguità territoriale ha giocato un ruolo chiave, in quanto presupposto dell'esistenza di relazioni interaziendali in grado di attivare processi di interscambio tecnologico e di apprendimento. Fonte: Sito Unimi

Metadistretti Più che parlare di sganciamento dell'impresa dal territorio, nei metadistretti il rapporto tra impresa-territorio e impresa-impresa assume connotati differenti, soprattutto se l'obiettivo è quello di avvicinare la ricerca alla produzione. Si registra infatti un diverso livello di integrazione e interdipendenza territoriale a seconda del tipo di ricerca e del suo grado di specializzazione. In altre parole, più il livello di ricerca risulta generalizzato e poco specialistico maggiore è il legame con il contesto produttivo locale; mentre per le aziende altamente specialistiche, sia per il tipo di ricerca che per le competenze richieste, il livello di integrazione e penetrazione con il territorio diventa o provinciale , o regionale, o addirittura nazionale. Infine il terzo elemento innovativo dei metadistretti è il rapporto diretto con la ricerca identificata come elemento qualitativo dei sistemi industriali. Fonte: Sito Unimi

Reti di impresa Una rete d’impresa in un territorio dove la struttura imprenditoriale è soprattutto formata da Piccole e medie imprese è necessaria per dare più spessore, riuscendo così a superare i vincoli della dimensione, pur  mantenendo le qualità tipiche di questo sistema produttivo quali la specializzazione, flessibilità e capacità di adattamento ai mercati. Esistono tre tipi di reti d’impresa; orizzontale, ovvero una rete coordinata e organizzata in modo che tutti i componenti abbiano pari dignità,un po’ come si realizza nei consorzi che possono essere considerati vere e proprie reti d’impresa primordiali; esiste poi un modello di rete d’impresa verticale dove un’azienda leader, chiamata ‘nodo’, guida le altre dettando le regole, infine può realizzarsi una rete d’impresa che è una via di mezzo tra questi due modelli ovvero con ‘centri gravitazionali multipli dove, di volta in volta, a seconda delle condizioni di mercato si vengono a creare dei ‘nodi’ che  hanno un ruolo di centro motore per tutto il sistema. Possono essere distinti due tipi di reti d’impresa, le reti naturali ovvero i distretti industriali e le reti coordinate, quest’ultime rispondono a dei precisi bisogni dettati dalla competitività crescente, da fenomeni di outsourcing o dalla necessità di integrazione di modelli nei processi produttivi. Le reti d’impresa rappresentano l’evoluzione del distretto in una economia globalizzata. In Veneto esistono due reti di impresa, mentre in Toscana qualcosa è stato fatto ma molto legato alla realtà dei distretti industriali, che sono un sistema molto forte nella regione. PratoLab è un esempio di tentativo di creare una rete gerarchica verticale. Fonte: Sito Incubatore Firenze

Tabella riassuntiva distretti

Fonte: Sito Cnel

Legislazione Regionale di riferimento e Governance

Legge Abruzzo

Istituzione del Comitato di Distretto La Legge Regionale che disciplina il riconoscimento dei distretti industriali all’interno della Regione Abruzzo è la n.11 del 3 marzo 1999. All’interno di questa Legge non si fa riferimento ai Comitati di distretto. La Legge Regionale 18 maggio 2000, n. 97 istituisce il distretto industriale della Marsica e istituisce al suo interno un Comitato di distretto. Art. 3 Istituzione del Comitato di Distretto E' istituito il Comitato di Distretto agroindustriale, al fine del perseguimento degli obiettivi di cui all'art. 2. Il Comitato è composto da: un rappresentante della Giunta regionale della Regione Abruzzo, un rappresentante dell'AR.S.S.A., un rappresentante della Camera di Commercio, un rappresentante delle Associazioni Industriali, Fonte: Sito leggi regione Abruzzo

un rappresentante del Consorzio di sviluppo Industriale della Marsica, tre rappresentanti delle Associazioni rappresentative delle Aziende agro-industriali del Distretto, un rappresentante del Consorzio di sviluppo Industriale della Marsica, un rappresentante delle Società consortili miste rappresentative del territorio della Marsica, da un rappresentante delle Comunità Montane ("Marsica 1" e "Valle del Giovenco"). Il Comitato è presieduto dal componente indicato dalla Giunta regionale. Fonte: Sito leggi regione Abruzzo

Legge Basilicata

La Legge Regionale che disciplina il riconoscimento dei distretti industriali all’interno della Regione Basilicata è la n.1 del 23 gennaio 2001. Art.4 Comitato di Distretto In ognuno degli ambiti territoriali – distretti industriali o sistemi produttivi locali – individuati e istituiti secondo quanto previsto dal precedente art. 2, è costituito un Comitato di Distretto nel quale sono rappresentati oltre gli imprenditori, gli enti locali, le camere di commercio. Il Comitato di Distretto rappresenta per i programmi di sviluppo previsti dalla legge, il distretto industriale o il sistema produttivo locale. Il Comitato di Distretto ha sede e segreteria presso la sede di un ente pubblico ricompresso nell’ambito territoriale del distretto. Fonte: Sito Consiglio Basilicata

Il Comitato di Distretto dura in carica tre anni ed è composto da: nove rappresentanti del mondo imprenditoriale del settore di specializzazione per i distretti industriali e di quelli più importanti in termini di occupati per i sistemi produttivi locali; tre rappresentanti designati unitariamente dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori; un rappresentante dei Comuni del territorio compreso nel distretto o sistema produttivo locale; un rappresentante della Provincia o delle Province comprese nel distretto o sistema produttivo locale; un rappresentante della Camera di Commercio o delle Camere di Commercio comprese nel distretto o sistema produttivo locale. Il Comitato di Distretto elegge il proprio Presidente fra i rappresentanti del mondo imprenditoriale di cui all’art. 4, comma 4, lettera a), a maggioranza assoluta dei componenti. Decorsi trenta giorni dalla costituzione del Comitato di Distretto senza che sia intervenuta l’elezione del Presidente, la Giunta Regionale provvede direttamente alla nomina. Il Presidente nomina un segretario del Comitato di Distretto, il quale può essere scelto anche al di fuori dalle persone designate tra i componenti del Comitato di Distretto. Fonte: Sito Consiglio Basilicata

Legge Calabria

II comitato di distretto è costituito da: La Legge Regionale che disciplina il riconoscimento dei distretti industriali all’interno della Regione Calabria è la n.21 del 13 ottobre 2004. Art.7 Comitato di distretto Al fine di assicurare unicità d'intenti e coordinamento politico amministrativo è costituito un comitato di indirizzo del distretto. II comitato di distretto è costituito da: un rappresentante indicato dalla Coldiretti Provinciale; un rappresentante indicato dalla Unione Agricoltori Provinciale; un rappresentante indicato dalla Confederazione Italiana Agricoltori Provinciale; un rappresentante indicato dall'ordine degli Agronomi Provinciale; un rappresentante indicato dalla Camera di Commercio; un rappresentante indicato dall'Istituto Commercio Estero; un rappresentante indicato dall'Unical e/o dall'Università degli Studi di Reggio Calabria; un rappresentante indicato dalla CGIL, UIL e CISL; un rappresentante indicato dall'Amministrazione provinciale; tre rappresentanti indicati dai comuni del distretto. Fonte: Sito Consiglio Regionale Calabria

Legge Friuli Venezia Giulia

Costituzione del Comitato di distretto La Legge Regionale che disciplina il riconoscimento dei distretti industriali all’interno della Regione Friuli Venezia Giulia è la n.27 del 11 novembre 1999. Costituzione del Comitato di distretto Per il conseguimento delle finalità di cui alla presente legge, in ognuno degli ambiti territoriali di cui all'articolo 2 e' costituito un Comitato di distretto. Il Comitato di distretto rappresenta il Distretto industriale. Nel Comitato di distretto, così come previsto dall'articolo 4, sono rappresentati Comuni territorialmente competenti, le Province e le Camere di Commercio, industria, artigianato e agricoltura, nonché le Associazioni imprenditoriali e le Organizzazioni sindacali. Fonte: Sito Clubdistretti

Composizione e operatività del Comitato di distretto Il Comitato di distretto e' composto da: rappresentanti dei Comuni nelle figure dei Sindaci o di loro delegati, in numero non superiore a tre; due rappresentanti designati unitariamente dalle Associazioni degli industriali; due rappresentanti designati unitariamente dalle Associazioni degli artigiani; un rappresentante per ognuna delle Province su cui si estende il territorio del distretto nella figura del Presidente o di un suo delegato; un rappresentante per ognuna delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura,. Competenti nel territorio del distretto nella figura del Presidente; un rappresentante designato unitariamente dalle Associazioni sindacali dei lavoratori. Fonte: Sito Clubdistretti

Il Presidente Il Comitato di distretto nomina il proprio Presidente fra i membri di cui all'articolo 4, comma 1, lettere a), b) e c). Il Presidente e' eletto a maggioranza assoluta dei componenti del Comitato di distretto e resta in carica 3 anni. Decorsi trenta giorni dalla costituzione del Comitato di distretto senza che sia intervenuta l'elezione del Presidente, la Giunta regionale provvede direttamente alla nomina. Ogni qualvolta decade il Presidente, il Comitato di distretto si rinnova nel rispetto di quanto previsto all'articolo 4, commi 2 e 3. Il Presidente, se eletto tra i membri di cui all'articolo 4, comma 1, lettera a), cessa dal mandato in caso di decadenza dalle funzioni di rappresentante dei Comuni. Fonte: Sito Clubdistretti

Legge Lazio

La Legge Regionale che disciplina il riconoscimento dei distretti industriali all’interno della Regione Lazio è la n.36 del 19 dicembre 2001. Art.7 Funzioni di organizzazione e coordinamento dei distretti industriali, dei sistemi produttivi locali e delle aree laziali di investimento Le funzioni amministrative relative alla organizzazione ed al coordinamento dei distretti industriali, dei sistemi produttivi locali e delle aree laziali di investimento sono affidate all’Agenzia Sviluppo Lazio, che si avvale del supporto degli altri soggetti specializzati della rete di cui all’articolo 24, comma 3, lettera a) della legge regionale 7 giugno 1999, n. 6, per gli aspetti di rispettiva competenza. L’Agenzia Sviluppo Lazio, in conformità alla legislazione vigente e agli indirizzi della programmazione statale e regionale, provvede, in particolare, ai seguenti adempimenti: redige, sulla base delle proposte formulate dagli enti locali interessati, dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, dalle associazioni di categoria e dalle organizzazioni sindacali, gli schemi dei programmi di sviluppo dei sistemi produttivi locali, dei distretti industriali e delle aree laziali di investimento e ne promuove l’attuazione; promuove l’utilizzo delle risorse che la Regione e gli enti locali assegnano allo sviluppo dei sistemi produttivi locali, dei distretti industriali e delle aree laziali di investimento; Fonte: Sito Sviluppo Lazio

Comitato di Distretto L'attività istituzionale del Tavolo tecnico Provinciale si è conclusa in data 30/11/2002. Considerando tuttavia indispensabile non disperdere il patrimonio di conoscenze acquisito nei sei mesi di attività del Tavolo suddetto, la Camera di Commercio ha provveduto a costituire in data 14 Aprile 2003 il Comitato per lo sviluppo dei distretti industriali e dei sistemi produttivi locali, più brevemente definiti come "Comitati di distretto". La finalità di tali comitati sarà l'individuazione e la realizzazione di tutte le iniziative di supporto, di consolidamento e di promozione dei territori ricompresi nelle tre aree individuate dalla Regione Lazio. A tal fine è stata mantenuta la struttura del precedente Tavolo Tecnico Provinciale, con l'integrazione del direttore dell'ASI e del Sindaco di Anagni, in rappresentanza dei territori ricompresi nel Sistema Produttivo Locale del chimico-farmaceutico. Pertanto la struttura di tali organismi sarà così articolata:in rappresentanza della CCIAA di Frosinone: Presidente Augusto Pigliacelli, Dr. Giuseppe Masetti. Dr. Dario Fiore; Ing. Massimiliano Ricci (di cui gli ultimi tre già componenti del Tavolo tecnico Provinciale); in rappresentanza dell'Amministrazione provinciale di Frosinone: Ass. Antonello Antonellis (già componente del Tavolo tecnico Provinciale);in rappresentanza dell'ASI di Frosinone: Dr. Giuseppe Poggiaroni (già componente del Tavolo tecnico Provinciale); in rappresentanza dei Comuni Interessati: Sindaco di Sora Dr. Francesco Ganino; Sindaco di Coreno Ausonio Dr. Antonio Gargano; Sindaco di Anagni Dr. Franco Fiorito. Fonte: Sito Sviluppo Lazio

Legge Liguria

Il Comitato è costituito da: La Legge Regionale che disciplina il riconoscimento dei distretti industriali all’interno della Regione Liguria è la n.33 del 13 agosto 2002. Art.8 Comitato di distretto Nell’ambito di ciascun distretto industriale è istituito con decreto del Presidente della Giunta regionale il Comitato di distretto. Il Comitato è costituito da: un rappresentante dei Comuni compresi nell’ambito territoriale del distretto industriale; un rappresentante della Camera di Commercio nel cui ambito territoriale è ricompreso il distretto industriale; quattro rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative presenti nell’area; tre rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative esistenti nell’area; un rappresentante dell’Autorità Portuale nel cui ambito territoriale sia eventualmente ricompreso il distretto industriale. Fonte: Sito Anciliguria

Legge Lombardia

La Legge Regionale che disciplina il riconoscimento dei distretti industriali all’interno della Regione Lombardia è la n.7 del 22 febbraio 1993. All’interno di questa Legge non si fa riferimento ai Comitati di distretto. È con la Delibera della giunta regionale della Lombardia del 21 giugno 1994 che vengono istituiti i comitati di distretto e definiti indirizzi e priorità per la promozione dei programmi di sviluppo nei distretti industriali. La Delibera della giunta regionale della Lombardia dell'11 ottobre 1994 individua e istituisce il 21 Distretto Industriale del Basso Mantovano, apportando modifiche e integrazioni ai comitati di distretto. Fonte: Sito Cnr

Camera di Commercio Industria Artigianato ed Agricoltura di Lecco Il Comitato di Distretto del Distretto Metalmeccanico Lecchese è composto da: Camera di Commercio Industria Artigianato ed Agricoltura di Lecco Comune di Lecco Provincia di Lecco Unione Industriali della Provincia di Lecco Associazione Piccole e Medie Industrie di Lecco Confartigianato Lecco CNA Lecco Consorzio Ilexport CGIL - Lecco CISL - Lecco UIL - Lecco Fonte: Sito Cnr

Legge Marche

La Legge Regionale che disciplina il riconoscimento dei distretti industriali all’interno della Regione Marche è la n. 32 del 30 novembre 1999. La Regione Marche, promuove in via sperimentale nell’area calzaturiera del Fermano-Maceratese, nell’area Pesarese del mobile, nell’area Fabrianese colpita dagli eventi sismici del 26 settembre 1997 e successivi, nell’area plurisettoriale di Recanati-Osimo-Castelfidardo e nell’area agro-industriale di San Benedetto del Tronto, la costituzione dei Comitati di indirizzo e di coordinamento (COICO). I COICO costituiscono organismi consultivi con compiti di programmazione, indirizzo e controllo delle politiche distrettuali. Art.2 Comitati I Comitati di indirizzo e coordinamento sono composti da rappresentanti dei soggetti istituzionali (Province, Comuni, Comunità Montane, eventuali altre istituzioni pubbliche) e da soggetti privati che svolgono attività di produzione, di servizio e simili (imprese, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali più rappresentative, centri servizi, centri di ricerca, ecc.). I COICO decidono le modalità di svolgimento dell’attività di gestione scegliendo tra due possibili opzioni: affidamento dell’attività di gestione delle risorse impiegate alle Province; affidamento dell’attività di gestione delle risorse impiegate alla Regione Marche. Fonte: Sito Marcheimpresa

Programma di sviluppo dell’area a valenza distrettuale Alle Province è attribuito il compito di promuovere la costituzione dei COICO, definendone la delimitazione territoriale in coerenza con gli ambiti individuati con la deliberazione consiliare del 29 luglio 1999 n. 259, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge. I Comitati, entro 60 giorni dalla costituzione, definiscono il Programma di sviluppo delle aree a valenza distrettuale di riferimento e lo presentano alla Regione. La Regione approva il programma, previa convocazione della Conferenza dei Servizi e del Tavolo di concertazione per la politica industriale, entro 30 giorni verificandone la congruenza con il Programma Regionale di Sviluppo (PRS) e il Piano di Inquadramento Territoriale (PIT), indicando eventuali proposte di integrazione o modifica. Il Programma di sviluppo dei singoli distretti industriali è finalizzato a sviluppare, in coerenza con il Programma di Sviluppo Regionale (PRS), il Piano Pluriennale di Attività e di Spesa (PPAS), il Piano di Inquadramento territoriale (PIT) ed i Piani Territoriali di Coordinamento provinciali, la struttura economica, sociale e produttiva esistente nei distretti, nel rispetto di un’ottica sistemica. Fonte: Sito Marcheimpresa

area calzaturiera fermano – maceratese area pesarese del mobile La Regione Marche con DGR n.3260 del 20/12/1999 ha promosso la costituzione di 5 COICO nei seguenti territori: area calzaturiera fermano – maceratese area pesarese del mobile area fabrianese area plurisettoriale di Recanati – Osimo – Castelfidardo area agroindustriale di San Benedetto del Tronto Composizione COICO dell’area pesarese del mobile: Sen. Palmiro Ucchielli – Presidente Prov. Pesaro Urbino (Presidente) Dott. Anselmo Lorenzetti – Assessore Comune di Pesaro Dott. Massimo Binotti – Medico ASL 3 di Fano Dott. Gilberto Conti – Sindaco Comune di Piandimeleto Avv. Giordano Salvati – Direttore Assindustria Pesaro Urbino Sig. Ettore Mattioli – Rappresentante Associazione Artigiani Cav. Alberto Drudi – Presidente CCIAA Pesaro Urbino Sig. Norberto Crivelli – Segr. CISL provinciale Sig. Fausto Venturini – CGIL provinciale Dott. Umberto Fabbri – Presidente COSMOB Fonte: Sito Marcheimpresa

Legge Molise

La Legge Regionale che disciplina il riconoscimento dei distretti industriali all’interno della Regione Molise è la n. 8 del 8 aprile 2004. Art.18 Funzioni di organizzazione e coordinamento dei distretti industriali e dei sistemi produttivi locali In ognuno dei sistemi produttivi locali/distretti industriali è costituito, sulla base di un accordo scritto, un comitato di distretto nel quale sono rappresentati soggetti pubblici e privati, associazioni e sindacati attivi sul territorio o comunque interessati allo sviluppo economico e sociale del territorio. Fonte: Sito Cnr

Legge Piemonte

Art.2 Comitati di Distretto La Legge Regionale che disciplina il riconoscimento dei distretti industriali all’interno della Regione Piemonte è la n.24 del 12 maggio 1997. Art.2 Comitati di Distretto Nell'ambito di ogni distretto, o di aggregazioni di distretti omogenei, vengono istituiti, su iniziativa delle parti istituzionali locali e/o delle parti sociali, Comitati di distretto. I Comitati sono composti dai rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali più rappresentative dell'area e dai rappresentanti degli enti locali di maggior dimensione e di eventuali altre istituzioni pubbliche operanti nel campo della politica industriale nell'area. I Comitati sono istituiti con deliberazione della Giunta regionale, sulla base delle indicazioni proposte a livello locale e secondo criteri di rappresentatività e di equilibrata presenza delle componenti sopra indicate (imprenditori, sindacati, enti pubblici). Fonte: Sito Consiglio Regionale Piemonte

Comitati di Distretto Nell'ambito di ogni distretto, o di aggregazioni di distretti omogenei, vengono istituiti, su iniziativa delle parti istituzionali locali e/o delle parti sociali, Comitati di distretto. I Comitati sono composti dai rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali più rappresentative dell'area e dai rappresentanti degli enti locali di maggior dimensione e di eventuali altre istituzioni pubbliche operanti nel campo della politica industriale nell'area. I Comitati sono istituiti con deliberazione della Giunta regionale, sulla base delle indicazioni proposte a livello locale e secondo criteri di rappresentatività e di equilibrata presenza delle componenti sopra indicate (imprenditori, sindacati, enti pubblici). La Giunta regionale promuove, dove le caratteristiche dimensionali e l'affinità' delle problematiche industriali lo rendono opportuno, l'aggregazione fra distretti contigui, istituendo un unico Comitato di distretto. Il Comitato ha sede di norma presso il Comune di maggior dimensione del distretto, ovvero presso altra istituzione pubblica, che ne assicura il coordinamento dell'attività' e la segreteria tecnica, secondo le modalità stabilite dal Comitato stesso, al fine di assicurarne la migliore funzionalità. Il Comitato, di norma, e' composto da non più di quindici membri. Fonte: Sito Consiglio Regionale Piemonte

Legge Puglia

“Promozione e riconoscimento dei Distretti Produttivi” La Regione Puglia non ha ancora una Legge Regionale che disciplini i distretti industriali, ma esiste una bozza di DDL al riguardo. BOZZA DI DDL “Promozione e riconoscimento dei Distretti Produttivi”   Il Nucleo Promotore del Distretto Produttivo, dopo l’avvenuto riconoscimento, avvia la costituzione del Comitato di Distretto, formato dai rappresentati degli imprenditori, delle istituzioni locali e delle parti sociali, nel rispetto di quanto indicato nel Protocollo d’Intesa. Il Nucleo Promotore cessa le sue funzioni al momento della nomina del Comitato di Distretto. Relazione d’accompagnamento del DDL sui Distretti Produttivi Nei Distretti Produttivi un ruolo preminente è assunto dalle imprese che partecipano all’individuazione e al cofinanziamento delle iniziative e che nel Comitato di Distretto hanno un peso maggioritario. Solo le imprese possono individuare i fabbisogni necessari ad incrementare la competitività del sistema di appartenenza. Gli altri soggetti, pubblici e privati, possono partecipare, vigilare sul raggiungimento delle finalità, stimolare, promuovere, coordinare gli interventi per le imprese con altri interventi di sistema, ma le iniziative per i distretti devono essere individuate dalle imprese e realizzate per le imprese. La governance del Distretto è quindi assicurata dal Comitato di Distretto in cui vi è un’adeguata rappresentanza dei soggetti su elencati e che vede le imprese sempre in posizione maggioritaria. Fonte: Sito Regione Puglia

Legge Sicilia

ing. Sebastiano Mazza, esperto; ing. Vito Campanella, esperto. La Legge Regionale che disciplina il riconoscimento dei distretti industriali all’interno della Regione Sicilia è la n.17 del 28 dicembre 2004. Inoltre il Decreto del 24 febbraio 2005 disciplina la l’istituzione dei Comitati di distretto. Art. 1 (Decreto) Per le motivazioni sopra menzionate, è istituito il comitato di consulenza e programmazione sulle tematiche relative ai distretti produttivi. Nei casi in cui ciò è richiesto, il comitato esprime pareri non vincolanti sulle questioni ad esso sottoposte dall'Assessore per la cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca, in materia di distretti produttivi. Art. 2 Il comitato è presieduto dall'Assessore per la cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca o da un suo delegato ed è composto da: ing. Sebastiano Mazza, esperto; ing. Vito Campanella, esperto. Fonte: Sito Cnr

Art. 3 Il comitato è convocato dall'Assessore per la cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca. In relazione agli argomenti trattati, il presidente può invitare a partecipare, a singole sedute del comitato, rappresentanti di enti o istituzioni che operano nel settore. Il comitato può essere integrato con altri esperti e consulenti in materia. Fonte: Sito Cnr

Toscana: leggi di riferimento

I Comitati di distretto attualmente costituiti in Toscana sono: La Regione Toscana ha ufficialmente individuato i distretti industriali con una Delibera del Consiglio regionale, la n.69 del 21 febbraio 2001. Al suo interno, tuttavia, non si fa menzione dei comitati di distretto/area. Ai Comitati di distretto (denominati in Toscana Comitati d'Area), la Regione ha dedicato soltanto un breve accenno nella prima legge regionale (delibera di Consiglio n. 36/1995). Dal punto di vista pratico, pertanto, in assenza di previsioni specifiche regionali, composizione, presidenza, numero dei componenti, eventuale presenza di segreterie operative, sede e regolamenti interni dei comitati di distretto sono lasciati alla autonomia decisionale, oltre che all'attivismo, delle Province. I Comitati di distretto attualmente costituiti in Toscana sono: Comitato unico per i distretti di Castelfiorentino e di Empoli; Comitato per il distretto della Valdinievole; Comitato per il distretto di Santa Croce sull’Arno; Comitato per il distretto di Capannori; Comitato per il distretto di Carrara; Istituzione dei distretti industriali (IDI) di Arezzo, Valdarno Superiore e Casentino Val-Tiberina. Fonte: Sito Tuscanyvalley

La struttura dell’IDI è composta da: un Consiglio di Amministrazione, Tale istituzione, nata nel 2001 su proposta della Provincia di Arezzo, integra di fatto al suo interno i tre comitati di distretto localizzati nel territorio aretino, presentando tuttavia, rispetto a questi ultimi, una composizione più ampia. All’interno dell’IDI, infatti, sono presenti, accanto ai soggetti che tipicamente compongono i comitati di distretto (Provincia, Comune, CCIAA, Associazioni di categoria e organizzazioni sindacali a livello provinciale) anche rappresentanti dell’Università e delle principali banche che operano nel territorio. La struttura dell’IDI è composta da: un Consiglio di Amministrazione, un Comitato di Indirizzo, un Comitato Tecnico/operativo, un Comitato Finanziario. Fonte: Sito Tuscanyvalley

Legge Veneto

Consulta dei distretti e metadistretti La Regione Veneto ha ufficialmente individuato i distretti industriali con un PDL, il n.23 del 19 luglio 2002. Art.9 Consulta dei distretti e metadistretti Presso la Giunta regionale è istituita la Consulta dei distretti e metadistretti. La consulta è l’organismo di partecipazione dei distretti alla fase di realizzazione e monitoraggio dei patti di sviluppo distrettuale. La consulta di cui al comma 1 è composta dai rappresentanti individuati da ciascun patto ai sensi dell’articolo 6, da un rappresentante per ciascuna delle associazioni previste dal tavolo di concertazione regionale ed è presieduta dall’Assessore competente in materia di politiche per l’impresa, che la convoca. Ciascun componente della consulta decade di diritto allo scadere del triennio indicato all’articolo 7 comma 3. La consulta esprime parere sui patti di sviluppo distrettuale presentati ai sensi dell’articolo 8. Fonte: Sito Clubdistretti

1. I soggetti di cui all’articolo 2 comma 1 sono: Art. 4 – Soggetti. 1. I soggetti di cui all’articolo 2 comma 1 sono: a) imprese operanti nel territorio regionale; b) enti locali; c) autonomie funzionali; d) associazioni di categoria previste dal tavolo di concertazione regionale; e) enti e associazioni pubblici e privati, consorzi, fondazioni, aziende speciali, società a partecipazione pubblica, cooperative, attivi nell’ambito della promozione, dell’innovazione e della ricerca finalizzate allo sviluppo del sistema produttivo; f) istituzioni pubbliche e private riconosciute e attive nel campo dell’istruzione e della formazione professionale. Fonte: Sito Clubdistretti

Distretti industriali in Italia

Abruzzo: Distretto di Vibrata – Tordino Vomano Distretto del vetro di Vasto – San Salvo – Gissi - Atessa Distretto agroalimentare della Marsica Distretto della pasta di Casoli – Fara San Martino Distretto del mobile dell'Abruzzo centro-settentrionale    Basilicata: Distretto agroalimentare di Vulture Distretto del mobile di Matera Distretto della corsetteria di Lavello Calabria: Distretto agroalimentare di Sibari Distretto agroalimentare di Maierato Distretto agroalimentare di Bisignano Campania: Distretto conciario di Solofra Distretto tessile di San Marco dei Cavoti Distretto tessile di San Giuseppe Vesuviano Distretto tessile di Sant'Agata dei Goti - Casapulla Distretto agroalimentare di Nocera Inferiore - Gragnano Distretto orafo di Marcianise Distretto calzaturiero di Grumo Nevano – Aversa – Trentola Ducenta Distretto tessile di Calitri Fonte: Sito distretti

Emilia-Romagna: Distretto ceramico di Sassuolo Distretto calzaturiero di San Mauro in Pascoli Distretto turistico di Rimini Distretto agroalimentare di Parma Langhirano Distretto biomedicale di Mirandola Distretto calzaturiero di Fusignano e Bagnacavallo Distretto del mobile di Forlì Distretto della ceramica di Faenza Distretto agricolo-meccanico di Cento Distretto tessile di Carpi Distretto motoristico di Bologna   Friuli-Venezia Giulia: Distretto della Pietra piasentina Distretto della sedia Distretto alimentare di San Daniele Distretto del mobile Distretto del coltello Lazio: Distretto dell'abbigliamento della valle del Liri Distretto della pietra dei monti Ausoni - Tiburtina Distretto della ceramica di Civita Castellana Distretto aeronautico, aerospaziale, aeroportuale Fonte: Sito distretti

Liguria: Distretto della lavorazione della pietra di Tigullio Distretto agricolo florovivaistico del ponente Distretto del vetro e della ceramica di Savona Distretto dei mezzi di trasporto di Savona Distretto agroalimentare di Imperia Distretto dell'elettronica di Genova Distretto della cantieristica, nautica, meccanica di La Spezia Lombardia: Distretto meccano-calzaturiero di Vigevano Distretto del legno viadanese-casalasco Distretto tessile della val Seriana Distretto del ferro delle valli Bresciane Distretto della meccanica della valle dell'Arno Distretto agricolo di Sermide Distretto serico comasco Distretto della gomma di Sebino Distretto della forbice di Premana Metadistretto della moda Distretto tessile lecchese Distretto dei metalli lecchese Metadistretto del design Distretto del bottone di Grumello del Monte Distretto dell'abbigliamento gallaratese Distretto dell'elettronica dell'est milanese Distretto della calzetteria di Castel Goffredo Distretto del giocattolo di Canneto sull'Oglio Distretto del mobile della Brianza Fonte: Sito distretti

Marche: Distretto del cappello Distretto agroindustriale di San Benedetto del Tronto Distretto del mobile di Pesaro Distretto calzaturiero di Fermo Distretto degli elettrodomestici di Fabriano Distretto degli strumenti musicali di Castelfidardo – Loreto – Recanati   Molise: Distretto dell'abbigliamento di Trivento e Riccia Piemonte: Distretto dei casalinghi di Verbano – Cusio - Ossola Distretto orafo di Valenza Po Distretto del vino di Santo Stefano Belbo Distretto del metallo di Pianezza - Pinerolo Distretto tessile di Oleggio – Varallo Pombia Distretto agroalimentare di La Morra Distretto della rubinetteria di Cusio - Valsesia Distretto tessile di Chieri - Cocconato Distretto laniero di Biella Puglia: Distretto calzaturiero di Casarano Distretto calzaturiero di Barletta Fonte: Sito distretti

Sardegna: Distretto del tappeto di Samugheo Distretto del sughero di Calangianus – Tempio Pausania Distretto del marmo di Orosei Distretto del granito della Gallura Distretto del pecorino   Sicilia: Distretto tessile di Bronte Distretto alimentare ortofrutticolo di Pachino Distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo Distretto tecnologico Etna Valley Distretto della ceramica di Santo Stefano di Camastra Distretto della ceramica di Caltagirone Toscana: Distretto calzaturiero di Valdinievole Distretto della pelle, cuoio e calzature di Valdarno superiore Distretto conciario e calzaturiero di Santa Croce sull'Arno Distretto tessile di Prato Distretto del mobile di Poggibonsi Distretto calzaturiero di Lucca Distretto dell'abbigliamento di Empoli Distretto della pelle, cuoio e calzature di Castelfiorentino Distretto del marmo di Carrara Distretto cartario di Capannori Distretto orafo di Arezzo Fonte: Sito distretti

Trentino-Alto Adige: Distretto del porfido della val di Cembra Umbria: Distretto dell'arredamento e metalmeccanica di Marsciano Distretto della ceramica di Deruta Distretto della grafica-cartotecnica di Città di Castello – San Giustino Distretto del ricamo di Assisi   Veneto: Distretto del vino Distretto dell'abbigliamento Distretto del marmo e delle pietre Distretto turistico delle Province di Venezia, Rovigo, Treviso e Vicenza Distretto della termomeccanica – Veneto clima Distretto termale eurganeo Distretto agroittico di Venezia Distretto calzaturiero del Brenta Distretto del condizionamento e della refrigerazione industriale Distretto logistico veronese Portualità, intermodalità e logistica nelle Province di Venezia e Treviso Distretto del packaging Distretto ortofrutticolo Distretto orafo vicentino Distretto trevigiano del legno arredo Distretto del vetro artistico di Murano Distretto dello Sportsystem di Montebelluna Distretto della meccatronica Distretto padovano della logistica Fonte: Sito distretti

Veneto: Distretto lattiero-caseario Distretto dell'informatica e del tecnologico avanzato Distretto della giostra Distretto turistico del Garda Distretto sistema moda Distretto della meccanica e della subfornitura Distretto regionale della gomma e materie plastiche Distretto trevigiano della bioedilizia Distretto del prosecco DOC Distretto delle attrezzature alberghiere Distretto ittico della Provincia di Rovigo Distretto vicentino della concia Distretto della ceramica terracotta Distretto del grafico-cartario veronese Distretto provinciale della cantieristica nautica veneziana Distretto calzaturiero veronese Distretto Veneto dei Beni Culturali Distretto dell'occhiale di Belluno Distretto del mobile d'arte di Bassano Distretto del mobile classico della pianura veneta Distretto argentiero Fonte: Sito distretti

Al 2001: (8° censimento ISTAT) - Distretti Industriali Fonte: Istat

Al 2001: (8° censimento ISTAT) - Sistemi Produttivi Locali Fonte: Istat

Al 1° luglio 2006 le Regioni che, sulla base degli indirizzi contenuti nelle normative nazionali di riferimento (L. 317/91 e L. 140/99), hanno individuato i Distretti Industriali (DI), sono complessivamente 13, di cui 8 del Centro-Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Marche, Lazio) e 5 del Mezzogiorno (Abruzzo, Campania, Basilicata, Sardegna e Calabria). In complesso sono stati riconosciuti, allo stato attuale, 168 Distretti Industriali. Dei 168 Distretti individuati, 145 sono localizzati nel Centro-Nord e 23 nel Mezzogiorno. Le principali specializzazioni produttive sono, nell’ordine: Tessile e Abbigliamento (41 DI riconosciuti), Meccanica (34), Prodotti per l’arredamento e Lavorazione di minerali non metalliferi (29), Pelli, cuoio e calzature (20). Le quattro branche di attività menzionate costituiscono la specializzazione produttiva di 124 Distretti Industriali; questi ultimi rappresentano, nel loro insieme, il 74% dei complessivi Distretti individuati dalle Regioni. Nell’aggiornamento dell’archivio sui DI individuati dalle Regioni si è seguito il criterio di considerare solo quelli per i quali le Regioni hanno completato l’iter normativo di individuazione nell’ambito della cornice nazionale di riferimento. Fonte: Sito IPI