IL Periodo Comunale Introduzione storica

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Transcript della presentazione:

IL Periodo Comunale Introduzione storica «Cronica Nuova» di Giovanni Villani. Codice Chigi L VIII 296, fol. 85r (XIII sec.). La battaglia di Benevento (1266). Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana. Introduzione storica

La storia e la politica Il periodo comunale «Cronica Nuova» di Giovanni Villani. Codice Chigi L VIII 296, fol. 85r (XIII sec.). La battaglia di Benevento (1266). Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana. La storia e la politica

Sviluppo urbano e nascita dei Comuni Intorno all’anno Mille: introduzione di tecnologie agricole, accrescimento della produzione agricola aumento della popolazione e della qualità della vita. Maggior sviluppo delle città rispetto alle campagne: soprattutto in Italia centrosettentrionale, e nei centri normanni dell’Italia meridionale, artigianato, commercio, circolazione della moneta. Nuova classe sociale urbana (borghesia) mercanti, artigiani, poi banchieri, notai, giudici, medici, speziali1 ricchezza basata sul danaro e non sulla proprietà terriera nobiliare diedero vita ai Comuni per affrancarsi dai signori feudali (tasse) Comuni in origine associazioni private suggellate da un giuramento per ottenere concessioni e diritti da parte delle autorità feudali successivamente la parola significò il governo stesso della città. Diffusione europea dei Comuni: nelle zone con maggiori attività economica e commerciale: pianura padana, Toscana, Fiandre (Belgio), nord Germania, sud Francia. Speziale: venditore di spezie e di erbe medicinali, farmacista, droghiere.

Le corporazioni al governo Corporazioni o Arti delle professioni e dei mestieri a Firenze associazioni di natura economica (e non politica come i Comuni) tra quelli che svolgevano un’attività, di cui venivano stabilite le regole nascono con l’affermarsi dei Comuni come governi delle città. Arti Maggiori1: mercanti. banchieri, medici, giudici e notai costituivano il “popolo grasso”. Mediane e Minori1: artigiani e negozianti, salariati e manovali esclusi dalle Arti Maggiori e quindi dalle cariche politiche. Le Arti maggiori assunsero il governo della città: 1293 - Ordinamenti di Giustizia di Giano della Bella: esclusione della nobiltà dalle cariche pubbliche; 1295 – esilio di Giano e riapertura al governo dei nobili. Corporazioni o Arti Maggiori. Le prime organizzazioni economico-sociali nelle quali si dividevano gli artigiani fiorentini della fine del XIII sec. Erano sette: 1-Giudici e Notai; 2-Mercanti di Calimala (o di panni forestieri); 3-Cambiavalute e Banchieri; 4-Lanaioli; 5-Mercanti; 6-Medici e Speziali (farmacisti); 7-Pellicciai. Durante il sec. XIII a queste Arti, che acquistano sempre più carattere capitalistico, specie quelle bancarie e mercantili, si aggiungono quattordici Arti Minori: le prime sette, più importanti, dette “mediane”: 1-Beccai (macellai); 2-Calzolai (ciabattini); 3-Fabbri, 4-Maestri di pietre e legnami (muratori); 5-Galigai (calzolai); 6-Linaioli e Rigattieri (rivenditori di abiti usati); 7-Vinattieri; le ultime sette erano le attività inferiori: 1-Corteggiai (fabbricanti di cinture); 2-Albergatori, 3-Fornai; 4-Oliandoli (frantoisti d'olio); 5-Chiavaioli (fabbricanti di serrature); 6-Legnaioli; 7-Corazzai (fabbricanti di corazze). Dante Alighieri, La Divina Commedia. Inferno, a cura di da Ettore Zolesi, Armando Editore, 2002, p. 17, nota 14.

L’impero contro i Comuni italiani Federico I di Svevia (Barbarossa) contro i Comuni italiani 1152 - Federico di Svevia (Barbarossa) imperatore del Sacro romano impero germanico, Scese più volte in Italia per ricondurre i Comuni sotto il suo dominio. 1176 - Battaglia di Legnano: Barbarossa sconfitto dai Comuni (Lega lombarda), appoggiati dal papa e dai normanni, concesse ai Comuni importanti prerogative per la loro indipendenza: battere moneta, riscuotere tasse, emanare leggi proprie. Matrimonio tra Enrico VI, figlio di Barbarossa, e Costanza d'Altavilla, ultima erede al regno normanno di Sicilia, importante posizione strategica di ponte verso il mondo arabo, la Grecia, l'Oriente.  Federico II di Svevia e la corte di Palermo Federico II (1194-1250), figlio di Enrico VI, fissa a Palermo la residenza imperiale. In Sicilia vi fu allora uno straordinario sviluppo economico e culturale. Federico II voleva stabilire in tutt’Italia uno Stato laico centralizzato, opposizione dei feudatari e dei Comuni indipendentisti e del Papa, che sosteneva la superiorità del potere religioso su quello civile. Alcune città schierate con l'imperatore che (ghibelline), altre con il papa (guelfe). 1248 - Battaglia di Parma e di Fossalta - Federico Il fu sconfitto.

Fine della dinastia sveva - Crisi dei Comuni Esaurimento della dinastia sveva e dell’impero germanico Manfredi, figlio di Federico II, riprese il progetto politico del padre. 1266 - battaglia di Benevento: Manfredi morì combattendo contro Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX, chiamato dal papa. 1268 – muore Corradino, ultimo erede della dinastia di Svevia, decapitato da Carlo d'Angiò. Il Regno di Sicilia passa a Carlo d'Angiò, la capitale è trasferita da Palermo a Napoli. Irreversibile decadenza dell’impero che perde importanza e autorità. 1312 - imperatore Arrigo VII di Lussemburgo ultimo tentativo di riconfermare l'idea dell'impero universale.  La crisi dei liberi Comuni Lotta tra guelfi e ghibellini tra città si estende all'interno dei Comuni, divisione della cittadinanza in fazioni di guelfi e e ghibellini  decadenza della convivenza civile, odio e ostilità tra concittadini, pratica della vendetta politica (esilio, confisca dei beni, ecc.) lotta anche tra nobiltà e popolo grasso (mercanti, artigiani, banchieri) Vedi caso di Firenze, Ordinamenti di giustizia di Giano della Bella 1293.

Guelfi e ghibellini Origine dei nomi in Germania: Welf : nome del capostipite dei duchi di Baviera, Waiblingen: castello degli Hohenstaufen, duchi di Svevia. Welf (guelfi) e Waiblingen (ghibellini)  sostenitori delle due dinastie in lotta per il trono dell’impero e gridi di battaglia delle due fazioni: Welf = dinastia di Sassonia e Baviera, favorevoli ad un accordo con il Papa; Waiblingen = dinastia di Svevia, sostenitori della supremazia imperiale. Diffusione e contrasti in Italia 1152 - Federico I Hohenstaufen di Svevia (Barbarossa) scende in Italia contro l’indipendenza dei Comuni: Guelfi: sostenitori della libertà del Comuni, appoggiati dal papa, Ghibellini: sostenitori della supremazia dell’Impero. La contrapposizione si diffonde in Italia nel corso del Duecento: le lotte degenerarono in odio civile e vendetta privata1: gli interessi privati prevalevano2 sul significato politico. I Bianchi e i Neri: in Toscana i Guelfi si divisero in Bianchi (filo imperiali) e Neri (filo papali), a Firenze lotta tra le famiglie dei Cerchi (Bianchi) e dei Donati (Neri). La contrapposizione tra guelfi e ghibellini in Italia degenerò ben presto in una forma di partigianeria campanilistica aggressiva, caratterizzata dall’odio tra le opposte fazioni. Il significato politico e ideologico perse gradualmente importanza, mentre prevalevano le aspirazioni personali al potere e le contrapposizioni tra clan e famiglie. Si diffuse nei Comuni italiani la pratica della vendetta sugli avversari, che riportava in auge la tradizione barbarica prelegale della faida (vendetta personale): la vendetta colpiva non solo le persone, ma anche le proprietà, come case e botteghe, che non di rado venivano abbattute e distrutte, a danno dell'economia dell’intera città. Il fatto che gli interessi privati prevalessero sul significato ideologico della contrapposizione, trova conferma nelle ulteriori suddivisioni delle fazioni, come quella tra Bianchi (filo imperiali) e Neri (filo papali) in Toscana. I cronisti dell’epoca, ad esempio, definivano la lotta tra i Cerchi (Bianchi) e i Donati (Neri) a Firenze, come una gara di grandigia (= superbia), volta al potere e alla supremazia personale, senza più alcun riferimento agli ideali politici.

Le città e la cultura urbana XI e XII secolo  sviluppo delle città e di nuovi ceti urbani: ruolo importante delle figure del mercante-banchiere e dell’intellettuale. in antitesi alla Chiesa, che condannava l’aspirazione alla ricchezza (diavolo) e la ricerca di conoscenza che metteva in discussione i testi sacri. Il mercante e la legittimazione dell’aspirazione alla ricchezza Nel XII sec., si svilupparono il commercio e la circolazione del denaro; la Chiesa dovette riconoscere l’utilità dei mercanti per l'intera comunità, restò proibita dalla Chiesa l’usura (prestito a interesse), per questo allora praticata solo dagli ebrei, estranei alla comunità cristiana.  L'intellettuale-chierico e l’alfabetizzazione dei mercanti La Chiesa controllava scuole e università religiose formazione dei chierici, intellettuali che conoscevano il latino e che insegnavano prevalentemente ad altri chierici, poi anche a cittadini laici. Scuole pubbliche istituite dai Comuni per i mercanti, il cui mestiere richiedeva di saper leggere, scrivere e fare di conto. Ciò, però, fu inizialmente condannato dalla Chiesa: la conoscenza, che è di Dio, deve essere gratuita, mentre gli insegnanti essendo pagati vendevano il proprio sapere per denaro. Nel XIII sec. agli intellettuali fu riconosciuto il diritto alla remunerazione.

La Lingua e i primi documenti Il periodo comunale La Lingua e i primi documenti

I volgari I volgari Il latino medievale Dal latino alla formazione dei volgari: le lingue romanze (vedi programma dello scorso anno). I volgari Dall’XI sec. i volgari si diffusero e acquistarono dignità culturale, presero gradualmente il posto del latino anche nelle opere letterarie. In Italia in relazione con l’affermarsi dei Comuni e della borghesia. Le lingue subirono evoluzioni diverse a seconda Paesi per la diversa storia linguistica precedente e le varie esigenze attuali: Ceppo germanico a nord, da cui il tedesco, l'anglo-sassone, il danese, il norvegese, lo svedese; Ceppo romanzo, o neolatino a sud, da cui l'italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese, il romeno. Il latino medievale Il latino (come lingua religiosa e d’elite) sopravvisse grazie alla Chiesa. nella lingua liturgica, negli scritti di carattere ecclesiastico, nelle cancellerie e nella scuola. Fu per molti secoli la lingua universale della Chiesa e della cultura.

Modifiche linguistiche: dal latino al volgare Variazioni fonetiche Scompare la quantità vocalica, cui si sostituisce la distinzione tra sillabe toniche e atone: in poesia alla metrica quantitativa si sostituisce quella accentuativa. Numerose altre modifiche vocaliche e consonantiche, come la caduta delle consonanti finali M S T; scomparsa dei dittonghi (AE/OE>E, AU>O) E, O e I brevi in sillaba aperta > IE, UO, E, I/J iniziale seguito da consonante > Gi X intervoc., TI, BL, Fl + voc. > S, Z, BI, FI, ecc. Variazioni morfo-sintattiche Scomparsa di casi e desinenze, comparsa degli articoli (dal dimostrativo ille, illa), rafforzamento delle preposizioni (de = di, a, da, ecc.) sostituzione di termini letterari con altri di uso quotidiano (per es. equus>caballus, os>bucca>bocca); semplificazione della sintassi: perdita di costrutti caratteristici (ablativo assoluto, cum narrativo, ecc.), prevalenza della paratassi sull’ipotassi.

I primi documenti in volgare L'indovinello veronese VIII-IX sec., anonimo, ritrovato nel 1924 in un codice della Biblioteca Capitolare di Verona. In volgare, tranne l’ultima frase in latino. Testo Se pareba boves, alba pratalia araba, albo versorio teneba, et negro semen seminaba. Gratias tibi agimus omnipotens sempiterne deus. Parafrasi e traduzione Teneva davanti a sé i buoi, arava bianchi prati, e un bianco aratro teneva e un nero seme seminava Ti ringraziamo Dio onnipotente ed eterno. Significato e analisi: Indovinello scolastico sulla scrittura: le dita (i buoi) scrivono sul foglio bianco (i bianchi prati) con una penna d’oca (un aratro bianco) e l'inchiostro (seme nero). Alcuni latinismi (boves, albo, semen), per il resto in volgare: caduta di t finale (pareba, araba, teneba); se al posto di sibi: o al posto di um (albo X album; negro X nigrum). Segue una frase latina di regolare struttura moro-sintattica.

Indovinello veronese immagine

I primi documenti in volgare La Carta capuana Placito1 cassinese (960) redatto a Capua su di una questione di confini. Testo Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti. Parafrasi So che quelle terre, per quei confini che qui si descrivono, e possedette per trent'anni il monastero di San Benedetto. Significato e analisi: Formula in volgare campano che pronunciarono dinanzi al giudice Arechisi tre testimoni per difendere l'abbazia di Montecassino nella causa contro un certo Rodelgrimo, un laico di Aquino, riguardo la proprietà di alcuni terreni. Alcuni latinismi (parte Sancti Benedicti, fini da fines), per il resto in volgare campano: ko, dal latino quod, kelle, ki, trenta anni le possette: Probabilmente redatto prima in latino, come si faceva di solito per i documenti notarili, poi tradotto in volgare per renderlo comprensibile a tutti. Placito = (dal lat. placitum, "ciò che è piaciuto al giudice") sentenza, opinione espressa da chi ha autorità in un determinato ambito.

Carta capuana immagine  Documento del X secolo conservato nella badia di Montecassino

Cultura e religione la scolastica

La cultura - L'autorità degli antichi Le scuole cattedrali - Le università (vedi programma dello scorso anno) Gli autori antichi: Aristotele Nelle università per la teologia il testo base era la Bibbia; Per le altre discipline valeva l’autorità degli antichi: Platone (V sec. a.C.) e Aristotele (IV sec. a.C) per la filosofia; Ippocrate (V sec. a.C.) e Galeno (129-216) per la medicina,: Cicerone (I sec. a.C) per la retorica; Tolomeo (100-178 d.C.) per la geografia e l'astronomia; ancora Aristotele per la fisica e la metafisica; il Digesto di Giustiniano per il diritto raccolta di leggi e commenti di giuristi romani fatta redigere dall'imperatore Giustiniano nel 533. Nel corso del XIII l’autore che ebbe maggior credito fu Aristotele, opere di logica, Metafisica, Etica e Fisica.

II sillogismo e le dottrine di Aristotele dal gr. συλλογισμός (σύν e λογισμός) ragionamento dimostrativo tratto da Aristotele costituito da tre enunciati collegati in base alla proprietà transitiva (a = b e b = c, allora a = c): premessa maggiore: la prima proposizione es. Tutti gli uomini sono mortali premessa minore: la seconda proposizione Socrate è un uomo conclusione: l’ultima proposizione Socrate è mortale. metodo di ragionamento alla base degli studi filosofici e teologici esercizio mentale per sviluppare una riflessione autonoma. Divisione aristotelica del sapere umano (dottrine): fisica (dottrina della natura esistente al di fuori dell'uomo), etica (dottrina dell'uomo e della società) , metafisica (dottrina del sovrasensibile) teologia "razionale" su che trascende la dimensione terrena)

La Scolastica Nel Medioevo primo compito della filosofia fu armonizzare fede e conoscenza razionale, rivelazione divina e ragione tradizione culturale antica e religione cristiana. L’autore antico di riferimento fu Aristotele. Tommaso d'Aquino (1225-1274) padre domenicano, filosofo e teologo Summa theologiae ("La somma teologica") , divisa in articoli. sintesi tra pensiero cristiano e pagano. dimostrò che fede e ragione sono conciliabili attraverso il sillogismo. l'esistenza di Dio infatti era così razionalmente dimostrabile. Metodo scolastico = struttura degli articoli della Summa presentazione della questione, tesi a favore e tesi contrarie all'ipotesi proposta infine conclusione, logicamente dedotta dall’argomentazione. Scolastica = corrente filosofica fondata da Tommaso basata sul metodo detto scolastico, perché utilizzato nelle scuole.