LICEO SCIENTIFICO N. COPERNICO Classe 4EL anno scolastico 2017/2018 Giovanni Bellini Gruppo di lavoro: Bardazzi Jessica Biliotti Ambra Driz Sean Christopher Melluzzi Rebecca prof. Claudio Puccetti
Giovanni Bellini Venezia 1433-1516 Rinascimento
Serie di Madonne col Bambino Madonna greca, della Pinacoteca di Brera a Milano. Madonna Lehman, a New York. Madonna del Civico museo Malaspina di Pavia.
Serie di Pietà Pietà della Pinacoteca di Brera. Cristo morto sorretto da due angeli, Museo Correr. Pietà dell’Accademia Carrara di Bergamo.
Maturità Artistica Madonna col Bambino tra le Sante Caterina e Maria Maddalena. Pala di Pesaro. Pala si San Giobbe.
Ritratti Ritratto di Jörg Fugger. Ritratto di Giovane in rosso. Ritratto di Condottiero.
Questo ritratto del doge Leonardo Loredan (1501) segna la piena maturazione di Bellini nel realismo.
Ultima Fase Festino degli Dei, opera a soggetto profano. Pala di San Zaccaria.
Pietà 1455-1460 86 x 107 cm Tempera su tavola Pinacoteca di Brera, Mliano
Caratteristiche principali della Pietà Scena carica di pathos e drammaticità Espressività particolarmente forte nei volti della Madonna e di Cristo La mano di cristo è sporgente Chiaro-scuro realistico ed ombre date da un’illuminazione frontale e naturale Policromia Presenza di linee curve, ma non è dimanico
Pala di Pesaro 1471-1483 262 x 240 cm Olio su tavola Musei civici di Pesaro
San Giorgio uccide il drago Conversione di San Paolo Crocifissione di San Pietro Natività San Girolamo nel deserto San Francesco riceve le stimmate San Terenzio
particolari Pietà. La Pietà della Pala di Pesaro
Festino degli Dei 1514 Olio su tela 170 x 188 cm National Gallery of Art of Washington
Caratteristiche principali del Festino degli Dei Sono presenti 3 tipi di stesure di pittura, appartenenti a 3 artisti diversi. La prima stesura è di Bellini; la seconda è di un artista cinquecentesco, probabilmente Dosso; la terza stesura è di Tiziano. È uno dei pochi quadri in cui Bellini rappresenta divinità pagane, che sono bizzarre ed in parte eleganti e rozze. Il quadro rappresenta un episodio tratto dai Fasti di Ovidio, e narra l’impresa del deforme Priapo. Il dipinto ha un carattere rigido e freddo, anche se è ricco di particolari, però si ha un approccio casto e moderato al tema che viene trattato.
Gli dei sono riuniti in olimpico convito, un lungo banchetto durato tutta la notte: adesso, verso l'alba, mentre alcuni sono colti dal sonno, sfiancati dal vino e dalle libagioni, Nettuno (11) può prendersi qualche libertà, con la destra nell'intimità di Cibele (9), con la sinistra sul fondo schiena di Cerere (13), mentre Priapo (4) solleva furtivo la veste di Lotis. Nell'ordine, da sinistra, vediamo un satiro con una brocca sul capo (1), Sileno con il proprio asino (2), Bacco fanciullo (3), Silvano (o Fauno) (4), Mercurio (5), un satiro con un catino (6), Giove (7), una ninfa con un catino (8), Gea (o Cibele) (9), un satiro (o Pan) (10), Nettuno (11), due ninfe (12), Cerere (o una ninfa) (13), Apollo (14), Priapo (15) che solleva la veste di Loti (o Vesta) (16). Altre componenti del dipinto sono il fagiano (1), seminascosto nell'ombra del fogliame e il tino rovesciato (2) nel quale sono riassunte nominalisticamente le identità degli autori 1 2
particolari Nettuno, Cibele, Cerere Priapo, Lotis, Vesta