I problemi psicologici posti dalla conduzione delle riunioni e dalla partecipazione ad esse Le difficoltà per il capo gruppo Le difficoltà per il capo gruppo Le difficoltà per i partecipanti Le difficoltà per i partecipanti
Le difficoltà per il capo gruppo Le difficoltà per il capo gruppo 1. La preoccupazione di razionalizzare il lavoro. Si crede che le riunioni sono efficaci solo se: C’è il capo gruppo che anima la riunione (ruolo statutario) C’è il capo gruppo che anima la riunione (ruolo statutario) Se c’è un ordine del giorno i cui diversi punti vanno discussi con un unico metodo Se c’è un ordine del giorno i cui diversi punti vanno discussi con un unico metodo Se si evita di mescolare le questioni personali con i problemi in discussione Se si evita di mescolare le questioni personali con i problemi in discussione 1. Il ricorso allo status esteriore. Il capo gruppo si rende conto che il gruppo si aspetta qualcosa da lui e che allo stesso tempo lo giudicherà. Si sente cioè “allo scoperto” e in pericolo. La sua risorsa abituale sta nell’appoggiarsi al proprio status sociale ed il metodo consiste nel trasferire nella situazione di riunione il proprio stile abituale di comando e di relazioni umane. In tal modo ritrova una sicurezza apparente e si attribuisce abitualmente il diritto di accusare il gruppo di incapacità se gli obiettivi della riunione non vengono raggiunti
Le difficoltà per il capo gruppo (continua) 1. Usa atteggiamenti di compensazione Il ricorso a sistemi di autorità: Il capo groppo si trincera dietro il suo status gerarchico e impone al gruppo una disciplina rigorosa. “Consulta” gli uni o gli altri per salvare soprattutto la forma, manifesta una nobile impazienza quando “le cose vanno per le lunghe” e propone sue personali conclusioni o sue decisioni sui diversi punti all’ordine del giorno. Il ricorso a sistemi di autorità: Il capo groppo si trincera dietro il suo status gerarchico e impone al gruppo una disciplina rigorosa. “Consulta” gli uni o gli altri per salvare soprattutto la forma, manifesta una nobile impazienza quando “le cose vanno per le lunghe” e propone sue personali conclusioni o sue decisioni sui diversi punti all’ordine del giorno. Ha la preoccupazione di convincere o di sommergere di parole il gruppo. Il capo gruppo, facendosi più “democratico” (così pensa lui) smette di imporre e tenta di convincere appoggiandosi alla parte amorfa o passiva del gruppo, discute con fermezza con alcuni, dando così avvio ad un succedersi di schermaglie oratorie. Ha la preoccupazione di convincere o di sommergere di parole il gruppo. Il capo gruppo, facendosi più “democratico” (così pensa lui) smette di imporre e tenta di convincere appoggiandosi alla parte amorfa o passiva del gruppo, discute con fermezza con alcuni, dando così avvio ad un succedersi di schermaglie oratorie. Lotta sorniona contro il gruppo: Ritenendo il gruppo un nemico scaltro, utilizza vari procedimenti: “lascia deteriorare” il problema, “gioca col tempo” e contando sulla stanchezza o sulla fretta di chiudere l’ordine del giorno assume in extremis le decisioni, prepara la riunione con incontri di corridoio, si serve di alleati sicuri distribuiti nel gruppo, “manipola” il gruppo per raggiungere ciò che vuole, ecc Lotta sorniona contro il gruppo: Ritenendo il gruppo un nemico scaltro, utilizza vari procedimenti: “lascia deteriorare” il problema, “gioca col tempo” e contando sulla stanchezza o sulla fretta di chiudere l’ordine del giorno assume in extremis le decisioni, prepara la riunione con incontri di corridoio, si serve di alleati sicuri distribuiti nel gruppo, “manipola” il gruppo per raggiungere ciò che vuole, ecc Ricerca ricette e tecniche per ottenere dalle riunioni qualche risultato, “dal momento che si è obbligati a fare le riunioni” Ricerca ricette e tecniche per ottenere dalle riunioni qualche risultato, “dal momento che si è obbligati a fare le riunioni”
Le difficoltà per i partecipanti Le difficoltà per i partecipanti 1. La paura del gruppo (che paralizza). Ma essa …. da dove nasce? È associata all’idea (immaginaria) che il gruppo sia come un grande animale la cui potenza spaventa già in partenza. Si temono le “reazioni del gruppo” È associata all’idea (immaginaria) che il gruppo sia come un grande animale la cui potenza spaventa già in partenza. Si temono le “reazioni del gruppo” È associata alla paura del giudizio. Si ha l’impressione di essere sotto lo sguardo di innumerevoli occhi e si teme di attirare su di se l’attenzione convergente degli altri. “Che idea hanno gli altri di me?” … questa supposizione – sempre presente – preoccupa, spesso inquieta. (Sono accettato? Sono giudicato simpatico? Se manifesto spontaneamente le mie idee rischio di fare la figura dello stupido! … Si attivano le difese sociali. Se poi si deve parlare, la tensione aumenta bruscamente. È associata alla paura del giudizio. Si ha l’impressione di essere sotto lo sguardo di innumerevoli occhi e si teme di attirare su di se l’attenzione convergente degli altri. “Che idea hanno gli altri di me?” … questa supposizione – sempre presente – preoccupa, spesso inquieta. (Sono accettato? Sono giudicato simpatico? Se manifesto spontaneamente le mie idee rischio di fare la figura dello stupido! … Si attivano le difese sociali. Se poi si deve parlare, la tensione aumenta bruscamente. È inversamente proporzionale allo status sociale di cui si gode. Quanto più il “capo” si sente di uno status sociale inferiore a quello degli altri, tanto più prova difficoltà a partecipare. In AGESCI apparentemente si tende ad abbattere le barriere sociali, ma molti conflitti e/o molti abbandoni nascono proprio dalla sottovalutazione del problema. È inversamente proporzionale allo status sociale di cui si gode. Quanto più il “capo” si sente di uno status sociale inferiore a quello degli altri, tanto più prova difficoltà a partecipare. In AGESCI apparentemente si tende ad abbattere le barriere sociali, ma molti conflitti e/o molti abbandoni nascono proprio dalla sottovalutazione del problema.
Le difficoltà per i partecipanti (segue) 1. La tendenza al conformismo: La conoscenza che ognuno si fa sull’opinione dominante del gruppo agisce come una calamita sulle opinioni individuali, a meno che non si scelga di assumere volontariamente una opposizione sistematica. …. Ci si allinea per non essere in opposizione (in caso contrario si è apertamente aggressivi) e per non essere esclusi (paura dell’esclusione sociale) 1. Fuga dalle tensioni e le false idee sul lavoro di gruppo: I capi hanno paura delle tensioni che potrebbero sorgere all’interno di un gruppo. Pensano che ogni tensione sia negativa. Si guardano bene dal far conoscere le loro opinioni personali divergenti e cercano invece di aderire a questa o quella opinione enunciata in modo da creare un accordo. Sono ben poche coloro che invece sanno che in una riunione condotta in maniera efficace “le idee del gruppo non sono le idee imposte da una persona dominante o alle quali si aderisce, ma idee originali e nuove nate dal confronto e dall’opposizione di punti di vista personali” Per fare questo ad ogni partecipante si richiedono 3 condizioni: 1. Saper esporre la propria opinione personale soggettiva 2. Ascoltare le le opinioni degli altri 3. Saper rendere duttile il proprio sistema d’opinioni
Il risultato di tutti questi fattori : La riduzione di spontaneità: che si manifesta attraverso una diminuzione del livello di partecipazione (non riconoscimento del ruolo di ognuno nel gruppo). La riduzione di spontaneità: che si manifesta attraverso una diminuzione del livello di partecipazione (non riconoscimento del ruolo di ognuno nel gruppo). Le riunioni si riducono a scambi di vedute tra pochi, gli uni dal forte status sociale, gli altri esibizionisti, gli altri ancora oppositori sistematici La difficoltà di comunicazione: ci si lamenta di non essere capiti, talvolta di non poter nemmeno farsi ascoltare. La difficoltà di comunicazione: ci si lamenta di non essere capiti, talvolta di non poter nemmeno farsi ascoltare. Questa incomprensione provoca scoraggiamento e quindi si finisce col prendersela …….. con la realtà del gruppo (“con questo gruppo non c’è niente da fare …”) con la realtà del gruppo (“con questo gruppo non c’è niente da fare …”) col capo gruppo (“non sa fare il capo gruppo ….”) col capo gruppo (“non sa fare il capo gruppo ….”) con qualche capro espiatorio … (“parla solo lui ….”) con qualche capro espiatorio … (“parla solo lui ….”) con se stessi ….. con se stessi ….. ed allora: …. Finisce la riunione (deludente) e ci si mette a discute informalmente, cioè liberamente, fuori dalla sede.. o durante una pausa, …. ci si rende conto che la vera riunione inizia lì ….