I problemi psicologici posti dalla conduzione delle riunioni e dalla partecipazione ad esse Le difficoltà per il capo gruppo Le difficoltà per il capo.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Un uomo si recò un giorno dal barbiere per tagliarsi i capelli e rifilarsi la barba. Come sempre succede in questi casi, si parlava di molteplici cose.
Advertisements

DIREZIONE DIDATTICA 1° CIRCOLO MARSCIANO Esperienze di Cooperative Learning nell’ambito del Progetto “INSIEME PER CONOSCERMI E CONOSCERTI”: EMOZIONI IN.
SUPERARE IL PANICO.
DIALOGARE CON I FIGLI.
Aggressività nei bambini
Il pensiero di Norberto Bobbio nelle nostre ricerche
LAltro LAltro Un incontro possibile Mentre tanti si mimetizzano, si camuffano, e non manifestano quello che pensano, per non aver grane o per trarne.
Ci sono molti spot sulla diversità, soprattutto nel settore della moda ed è frequente il messaggio: - compra la tal cosa e tutti ti noteranno perché sei.
Incontro di formazione per educatori alla I esperienza
PRINCIPI DI DISCIPLINA
L’ascolto Sapere ascoltare e un fatto psicologico diverso dall’udire, che è invece un fenomeno fisiologico. È la prima competenza comunicativa che apprendiamo,
La costruzione dell’identità nel bambino in affido
CORSO HT TEST Principi per migliorare lefficacia del proprio management.
Il conflitto è uno stato della relazione caratterizzato dalla presenza di un problema a cui si associa un disagio.
Comportamento conflittuale
1 Brave heart 1. Reputazione-fama 2.Talentuoso 3. Acculturato È un modello da imitare: esempio 1. Carismatico 2. Convincente 3. Crea gruppo 4. Dirige 5.
Dagli spezzoni dei film visti in aula…
Oratorio di Ghedi Formazione catechisti Gennaio 2012 IL GRUPPO DEI BAMBINI SECONDO INCONTRO.
GIOCO DI RUOLO Attività per il superamento delle difficoltà nella comunicazione e nella relazione Classe 2D.
LE ULTIME ORE DI A.I. Tratto da un testo originale di Tommaso Mattei
Il conflitto.
LE COSE CHE HO IMPARATO NELLA VITA
Parlare per farsi ascoltare
Parola di Vita Settembre 2010.
“… i timori e le incertezze del singolo individuo possono trovare una soluzione nella partecipazione al gruppo, in cui il coraggio di ciascun partecipante.
Che cosa rappresenta per me il momento del circle time …
La mia autostima.

L’ACCOGLIENZA.
Dipartimento Formazione Nazionale 1 Gli elementi costitutivi della negoziazione.
Parrocchia S. Maria Assunta Moricone - Rm. Secondo incontro di formazione per gli animatori.
LA COMUNICAZIONE a cura di adminSB. COMUNICARE Comunicare con la società è cosa completamente diversa dal comunicare allinterno della propria cerchia.
Facile é giudicare persone che sono esposte a causa delle circostanze.
PER UNA COPPIA FELICE LOVE ME TENDER ELVIS PRESLEY.
Forse Dio vuole....
“Prevenzione del disagio scolastico: il Bullismo”
PROGETTO TRA CYBER E REALTA’ INTERVISTA SEMISTRUTTURATA.
Classe v c a. s
Le teoriche del nursing
Consenso, Opposizione e il Processo di Comunicazione nel Modello Manageriale italiano Clicca qui per visualizzare la versione originale inglese.
Facoltà Medicina e Chirurgia “Medicina e Chirurgia”
La figura dell’Animatore
STILI COMUNICATIVI Quando comunichiamo vogliamo ragiungere un obiettivo: persuadere, convincere o intrattenere. Secondo il nostro scopo, adottiamo un certo.
Le parole del dialogo.
Photolangage.
PROVINCIA DI BERGAMO Settore Politiche Sociali PERCORSO SUL BULLISMO
LE MILLE E UNA FAMIGLIA: TAPPE E BISOGNI DEL PROCESSO MIGRATORIO.
La matematica ha un senso
Ostacoli alla gestione costruttiva dei conflitti
Socrate (Atene a.c.) La vita (cenni): nacque da padre scultore e da madre levatrice. Dopo un primo interesse per la filosofia della natura passò.
“Come costruire una relazione genitori – figli positiva per entrambi”
dott. Roberto Giostra Psicologo - Psicoterapeuta
Era natale natale. Ciao mi chiamo Marzi vengo dall’area 151, mi sento un po’ disorientato … Normale, non sono di questa terra. Ma ditemi… La vita è sempre.
L’ ascolto non è soltanto una funzione fisiologica legata all’organo di senso, ma è parte del processo di comunicazione, è un elemento fondamentale.
15° incontro 14 febbraio 2013.
IL RUOLO DEI GENITORI NELLO SVILUPPO DELL’AUTOSTIMA
Comunicazione come relazione
Pedagogista, consulente coniugale e familiare. 2.
CuriosaCuriosa RibelleRibelle DiversaDiversa AnsiogenaAnsiogena ImpegnativaImpegnativa CriticaCritica SpensierataSpensierata.
Cosa è la Religione La Religione riguarda il rapporto dell’uomo con Dio. Alla base di ciascuna religione c’è la convinzione che il mondo e la vita dell’uomo.
E’ giusto litigare per proteggere un amico.
(1992) Giovedì 12 novembre 2015 Spunti di riflessione Prof.ssa Migliorato Eliana.
Week-end giovanissimi 14 – 15 marzo 2009 Tema: Bene Comune Passo biblico: La casa sulla roccia.
Università di Roma Tre Facoltà di Scienze della Formazione Corso di Laurea in Servizio Sociale A.A – 2016 Tecniche e Strumenti Professionali IL COLLOQUIO.
Strumenti del mestiere RYS &. Sono strumenti del metodo che servono ad aiutare i rover e le scolte a migliorare la conoscenza di se stessi e del loro.
Introduzione al caso Tecnoweb “La Alfa s.r.l. si rivolge a Tecnoweb perché realizzi il sito web della società. Tecnoweb realizza il sito raggiungibile.
Corso di comunicazione efficace Carlo Bosna
L A SCELTA Dott. Carlo RAIMONDI 1. COS’E’ LA SCELTA? Processo di pensiero che prevede la selezione di una soluzione tra le possibili pensate ai fini della.
IL CONFLITTO 04/05/2016 Dott.ssa Cecilia Salvatore 1.
Transcript della presentazione:

I problemi psicologici posti dalla conduzione delle riunioni e dalla partecipazione ad esse Le difficoltà per il capo gruppo Le difficoltà per il capo gruppo Le difficoltà per i partecipanti Le difficoltà per i partecipanti

Le difficoltà per il capo gruppo Le difficoltà per il capo gruppo 1. La preoccupazione di razionalizzare il lavoro. Si crede che le riunioni sono efficaci solo se: C’è il capo gruppo che anima la riunione (ruolo statutario) C’è il capo gruppo che anima la riunione (ruolo statutario) Se c’è un ordine del giorno i cui diversi punti vanno discussi con un unico metodo Se c’è un ordine del giorno i cui diversi punti vanno discussi con un unico metodo Se si evita di mescolare le questioni personali con i problemi in discussione Se si evita di mescolare le questioni personali con i problemi in discussione 1. Il ricorso allo status esteriore. Il capo gruppo si rende conto che il gruppo si aspetta qualcosa da lui e che allo stesso tempo lo giudicherà. Si sente cioè “allo scoperto” e in pericolo. La sua risorsa abituale sta nell’appoggiarsi al proprio status sociale ed il metodo consiste nel trasferire nella situazione di riunione il proprio stile abituale di comando e di relazioni umane. In tal modo ritrova una sicurezza apparente e si attribuisce abitualmente il diritto di accusare il gruppo di incapacità se gli obiettivi della riunione non vengono raggiunti

Le difficoltà per il capo gruppo (continua) 1. Usa atteggiamenti di compensazione Il ricorso a sistemi di autorità: Il capo groppo si trincera dietro il suo status gerarchico e impone al gruppo una disciplina rigorosa. “Consulta” gli uni o gli altri per salvare soprattutto la forma, manifesta una nobile impazienza quando “le cose vanno per le lunghe” e propone sue personali conclusioni o sue decisioni sui diversi punti all’ordine del giorno. Il ricorso a sistemi di autorità: Il capo groppo si trincera dietro il suo status gerarchico e impone al gruppo una disciplina rigorosa. “Consulta” gli uni o gli altri per salvare soprattutto la forma, manifesta una nobile impazienza quando “le cose vanno per le lunghe” e propone sue personali conclusioni o sue decisioni sui diversi punti all’ordine del giorno. Ha la preoccupazione di convincere o di sommergere di parole il gruppo. Il capo gruppo, facendosi più “democratico” (così pensa lui) smette di imporre e tenta di convincere appoggiandosi alla parte amorfa o passiva del gruppo, discute con fermezza con alcuni, dando così avvio ad un succedersi di schermaglie oratorie. Ha la preoccupazione di convincere o di sommergere di parole il gruppo. Il capo gruppo, facendosi più “democratico” (così pensa lui) smette di imporre e tenta di convincere appoggiandosi alla parte amorfa o passiva del gruppo, discute con fermezza con alcuni, dando così avvio ad un succedersi di schermaglie oratorie. Lotta sorniona contro il gruppo: Ritenendo il gruppo un nemico scaltro, utilizza vari procedimenti: “lascia deteriorare” il problema, “gioca col tempo” e contando sulla stanchezza o sulla fretta di chiudere l’ordine del giorno assume in extremis le decisioni, prepara la riunione con incontri di corridoio, si serve di alleati sicuri distribuiti nel gruppo, “manipola” il gruppo per raggiungere ciò che vuole, ecc Lotta sorniona contro il gruppo: Ritenendo il gruppo un nemico scaltro, utilizza vari procedimenti: “lascia deteriorare” il problema, “gioca col tempo” e contando sulla stanchezza o sulla fretta di chiudere l’ordine del giorno assume in extremis le decisioni, prepara la riunione con incontri di corridoio, si serve di alleati sicuri distribuiti nel gruppo, “manipola” il gruppo per raggiungere ciò che vuole, ecc Ricerca ricette e tecniche per ottenere dalle riunioni qualche risultato, “dal momento che si è obbligati a fare le riunioni” Ricerca ricette e tecniche per ottenere dalle riunioni qualche risultato, “dal momento che si è obbligati a fare le riunioni”

Le difficoltà per i partecipanti Le difficoltà per i partecipanti 1. La paura del gruppo (che paralizza). Ma essa …. da dove nasce? È associata all’idea (immaginaria) che il gruppo sia come un grande animale la cui potenza spaventa già in partenza. Si temono le “reazioni del gruppo” È associata all’idea (immaginaria) che il gruppo sia come un grande animale la cui potenza spaventa già in partenza. Si temono le “reazioni del gruppo” È associata alla paura del giudizio. Si ha l’impressione di essere sotto lo sguardo di innumerevoli occhi e si teme di attirare su di se l’attenzione convergente degli altri. “Che idea hanno gli altri di me?” … questa supposizione – sempre presente – preoccupa, spesso inquieta. (Sono accettato? Sono giudicato simpatico? Se manifesto spontaneamente le mie idee rischio di fare la figura dello stupido! … Si attivano le difese sociali. Se poi si deve parlare, la tensione aumenta bruscamente. È associata alla paura del giudizio. Si ha l’impressione di essere sotto lo sguardo di innumerevoli occhi e si teme di attirare su di se l’attenzione convergente degli altri. “Che idea hanno gli altri di me?” … questa supposizione – sempre presente – preoccupa, spesso inquieta. (Sono accettato? Sono giudicato simpatico? Se manifesto spontaneamente le mie idee rischio di fare la figura dello stupido! … Si attivano le difese sociali. Se poi si deve parlare, la tensione aumenta bruscamente. È inversamente proporzionale allo status sociale di cui si gode. Quanto più il “capo” si sente di uno status sociale inferiore a quello degli altri, tanto più prova difficoltà a partecipare. In AGESCI apparentemente si tende ad abbattere le barriere sociali, ma molti conflitti e/o molti abbandoni nascono proprio dalla sottovalutazione del problema. È inversamente proporzionale allo status sociale di cui si gode. Quanto più il “capo” si sente di uno status sociale inferiore a quello degli altri, tanto più prova difficoltà a partecipare. In AGESCI apparentemente si tende ad abbattere le barriere sociali, ma molti conflitti e/o molti abbandoni nascono proprio dalla sottovalutazione del problema.

Le difficoltà per i partecipanti (segue) 1. La tendenza al conformismo: La conoscenza che ognuno si fa sull’opinione dominante del gruppo agisce come una calamita sulle opinioni individuali, a meno che non si scelga di assumere volontariamente una opposizione sistematica. …. Ci si allinea per non essere in opposizione (in caso contrario si è apertamente aggressivi) e per non essere esclusi (paura dell’esclusione sociale) 1. Fuga dalle tensioni e le false idee sul lavoro di gruppo: I capi hanno paura delle tensioni che potrebbero sorgere all’interno di un gruppo. Pensano che ogni tensione sia negativa. Si guardano bene dal far conoscere le loro opinioni personali divergenti e cercano invece di aderire a questa o quella opinione enunciata in modo da creare un accordo. Sono ben poche coloro che invece sanno che in una riunione condotta in maniera efficace “le idee del gruppo non sono le idee imposte da una persona dominante o alle quali si aderisce, ma idee originali e nuove nate dal confronto e dall’opposizione di punti di vista personali” Per fare questo ad ogni partecipante si richiedono 3 condizioni: 1. Saper esporre la propria opinione personale soggettiva 2. Ascoltare le le opinioni degli altri 3. Saper rendere duttile il proprio sistema d’opinioni

Il risultato di tutti questi fattori : La riduzione di spontaneità: che si manifesta attraverso una diminuzione del livello di partecipazione (non riconoscimento del ruolo di ognuno nel gruppo). La riduzione di spontaneità: che si manifesta attraverso una diminuzione del livello di partecipazione (non riconoscimento del ruolo di ognuno nel gruppo). Le riunioni si riducono a scambi di vedute tra pochi, gli uni dal forte status sociale, gli altri esibizionisti, gli altri ancora oppositori sistematici La difficoltà di comunicazione: ci si lamenta di non essere capiti, talvolta di non poter nemmeno farsi ascoltare. La difficoltà di comunicazione: ci si lamenta di non essere capiti, talvolta di non poter nemmeno farsi ascoltare. Questa incomprensione provoca scoraggiamento e quindi si finisce col prendersela …….. con la realtà del gruppo (“con questo gruppo non c’è niente da fare …”) con la realtà del gruppo (“con questo gruppo non c’è niente da fare …”) col capo gruppo (“non sa fare il capo gruppo ….”) col capo gruppo (“non sa fare il capo gruppo ….”) con qualche capro espiatorio … (“parla solo lui ….”) con qualche capro espiatorio … (“parla solo lui ….”) con se stessi ….. con se stessi ….. ed allora: …. Finisce la riunione (deludente) e ci si mette a discute informalmente, cioè liberamente, fuori dalla sede.. o durante una pausa, …. ci si rende conto che la vera riunione inizia lì ….