Pablo Picasso
Ciao a tutti. Mi presento. Il mio nome è Pablo Picasso Ciao a tutti. Mi presento. Il mio nome è Pablo Picasso. In queste pagine vi racconterò la mia storia. Sono nato a Malaga, in Spagna, nel 1881. Fin dai primi anni della mia vita, mio papà non faceva altro che ripetermi che ero molto bravo a disegnare. Io adoravo avere una matita tra le mani e anche con i pennelli non me la cavavo male.
Mio papà ci teneva molto alla mia formazione Mio papà ci teneva molto alla mia formazione. Voleva non solo che io continuassi a dipingere, ma che andassi nelle migliori scuole della Spagna che insegnavano arte. Andai prima a studiare all’Accademia di Barcellona e poi a quella di Madrid. Nel 1900 poi, per la prima volta, lasciai la Spagna e feci un lungo viaggio che mi portò a Parigi. Fu un’esperienza bellissima, perché trascorrevo tutte le mie giornate visitando musei e gallerie d’arte. Qui vidi dei quadri bellissimi dipinti da artisti francesi che venivano chiamati Impressionisti.
Tornai presto in Spagna e iniziai a dipingere tanto Tornai presto in Spagna e iniziai a dipingere tanto. In tutti i quadri che feci in questo periodo, fino al 1904, utilizzavo sempre il colore blu. Sì, questo viene da tutti ricordato come il mio Periodo Blu Per me il blu, però, era il colore della tristezza. In questi anni, per le strade della mia città incontrai uomini, donne e bambini poveri ed emarginati che divennero i protagonisti dei miei quadri. Nei miei dipinti ho provato a raccontare quello che vedevo. Il blu mi sembrava il colore migliore per dare un tono a queste scene. Non ero felice in questi anni.
Allora decisi di cambiare vita Allora decisi di cambiare vita. Presi pennelli, colori e cavalletto e mi trasferii a Parigi, la città che tanto avevo amato solo pochi anni prima, ricordate? A Parigi m’innamorai di una bellissima ragazza. Il suo nome era Fernanda Olivier. Lo ricordo come un periodo sereno. Non dipingevo più scene di bimbi e adulti tristi e anche i colori dei miei dipinti cambiarono. Fino al 1906 creai una serie di tele dalle tonalità più chiare. Questi sono gli anni del cosiddetto Periodo Rosa. Iniziai a dipingere soprattutto personaggi del circo.
Inizio' per me quello che tutti chiamano il mio Periodo Cubista Inizio' per me quello che tutti chiamano il mio Periodo Cubista. Cubista? Che strana parola! Riporta alla mente proprio il cubo: io e alcuni miei amici pittori venivamo chiamati cubisti perché tutte le figure che creavamo nei nostri quadri in questi anni non avevano più una forma normale, ma avevano, per l’appunto, le linee e i tratti di un cubo!
C’è qualcosa di strano; qualcosa che non quadra C’è qualcosa di strano; qualcosa che non quadra. Sembra un puzzle montato un po’ di fretta… dove non tutto è al posto giusto.
Decisi che era giusto dipingere come se si fosse trattato di un’immagine ritagliata e incollata, magari in modo non perfetto, decisi, in questi anni, di guardare una persona o un oggetto non solo frontalmente, ma di guardarlo tutto intorno. Che cosa ci fosse magari dietro alle spalle, sulla schiena o tra i capelli e poi ho deciso di dipingere ogni cosa sulla tela, anche se molti dei particolari erano nascosti. Mi sembrava che questa tecnica avrebbe potuto svelare molti dei segreti che in altro modo non si sarebbero visti.
E ora tocca a noi fare un ritratto alla Picasso!
Guernica La grande tela fu ispirata al tragico bombardamento, avvenuto il 26 aprile del 1937, della cittadina basca di Guernica durante la guerra civile spagnola (1936-1939) ad opera dell’aviazione nazi-fascista. Si trattò di un bombardamento aereo durissimo, uno dei primi della storia, nel quale perirono centinaia di civili mentre la città fu devastata e in buona parte rasa al suolo.
Picasso si schiera dalla parte degli oppressi perché “davanti a un conflitto che mette in gioco i più alti valori dell’umanità, gli artisti non possono e non devono restare indifferenti”. Così, solo sei giorni dopo il bombardamento, Picasso iniziò a lavorare sul murale e, in appena un mese e mezzo, spinto da un incredibile furore creativo, realizzò una cinquantina tra schizzi e bozzetti.
All'estrema sinistra una madre lancia al cielo il suo grido straziante mentre stringe fra le mani il suo bambino morto, quasi una moderna Pietà.
Un uomo tende le mani al cielo nella più totale disperazione
Il cavallo e il toro I simboli della Spagna
Una spada spezzata e un fiore intatto simbolo di speranza
Una mano protesa con le linee spezzate
Ora tocca a noi ....