Le tentazioni di Gesù
Iniziamo la nostra ricerca su Gesù “tentato”, prendendo in mano il testo della sinossi
Il Monte delle Tentazioni Nel territorio di Gerico si può visitare il Jebel Qarantal (301 metri slm), il cui nome deriva dal termine neolatino quaranta, a indicare i giorni di digiuno e le tentazioni di Gesù dopo il battesimo nel fiume Giordano. Il nome antico della montagna era Duka, che alcuni riconducono all’aramaico “doka” [= punto di osservazione]. San Caritone, padre del monachesimo palestinese, venne a fondare il suo secondo eremo (340 d.c.), e quando gli parve che gli eremiti fossero troppo numerosi, traslocò in un’altra zona più isolata. Con le Crociate, a essere esaltate furono soprattutto le memorie evangeliche: il monte fu identificato con quello dei quaranta giorni di digiuno e delle tentazioni di Gesù. Nel 1895 le grotte e le due chiese presenti, furono restaurate dal Patriarcato ortodosso greco, trasformandole in un nuovo monastero (che si trova oggi a ben 170 m sopra la valle). Una cappellina situata più in alto rispetto al monastero, è ancora oggi venerata come il punto in cui avvenne la prima tentazione di Gesù.
Andiamo sul posto …
San Gregorio Magno Nacque verso il 540 dalla famiglia senatoriale degli Anici e alla morte del padre Gordiano, fu eletto, molto giovane, prefetto di Roma. Divenne poi monaco e abate del monastero di Sant'Andrea sul Celio. Eletto Papa, ricevette l'ordinazione episcopale il 3 settembre 590. Nonostante la malferma salute, esplicò una multiforme e intensa attività nel governo della Chiesa, nella sollecitudine caritativa, nell'azione missionaria. Autore e legislatore nel campo della liturgia e del canto sacro, elaborò un Sacramentario che porta il suo nome e costituisce il nucleo fondamentale del Messale Romano. Lasciò scritti di carattere pastorale, morale, omiletico e spirituale, che formarono intere generazioni cristiane nel Medio Evo. Morì il 12 marzo 604.
Gregorio Magno, nelle “Omelie sui Vangeli”, richiama il parallelo tra Adamo e Gesù, applicando alla nostra esperienza il Vangelo delle tentazioni … p. 131
“Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiar pane e senza bere acqua. Egli scrisse sulle tavole le parole dell'alleanza, le dieci parole” (Es 34,28) “[Elia] si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. Tornò per la seconda volta l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb” (1Re 19,5-8)
In sintesi … Dalla lotta contro satana, Gesù esce vincitore. Alla divinizzazione menzognera del potere e del benessere, alla promessa menzognera di un futuro che garantisce tutto a tutti, mediante il potere e l’economia, Egli ha contrapposto la natura divina di Dio: Dio quale vero bene dell’uomo. Gli Evangelisti rilevano il senso salvifico di questo avvenimento: Gesù è il nuovo Adamo rimasto fedele, mentre il primo ha ceduto alla tentazione (cf. Gregorio Magno, Omelie sui Vangeli ). La vittoria di Gesù sul tentatore “anticipa” la vittoria della passione: suprema obbedienza del suo amore filiale per il Padre. E apre il cuore e al mente dell’uomo a comprendere che ogni tentazione (da non intendere come sinonimo di peccato) diviene occasione per “vincere”: “Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere quando sei tentato” (S. Agostino, Commento al Salmo 60)