SOCRATE Il sapere di non sapere Marietta Bivona 3°B
Socrate γνῶθι σεαυτόν Scuole socratiche Chi è ? Processo Dialogo Accusa di empietà Accusa di corruzione Morale e virtù
Chi è Socrate? Socrate visse ad Atene nel periodo compreso tra il momento di massimo fulgore politico e culturale della città e l’inizio del suo declino; è stato educato alla musica, alla ginnastica e alla poesia e ha potuto beneficiare di idee e stimoli dell’Atene di Pericle. Hanno detto su di lui: «Ascoltando te, tutti, ma proprio tutti, uomini, donne, ragazzi, siamo colpiti al cuore.» Roberto Benigni ha invece commentato questo filosofo dicendo: «Se noi siamo qui è grazie ad uomini come questi, che ci hanno voluti bene e ci hanno insegnato a vivere, sennò saremmo tutti delle bestie.»
γνῶθι σεαυτόν La sua ricerca parte dall’esortazione «conosci te stesso», posta sul frontone del tempio di Delfi, e si fonda sul concetto di animo e coscienza. Ha introdotto dunque una svolta nel pensiero dell’epoca: esiste un mondo in ognuno di noi.
Dialogo Secondo Socrate, la ricerca filosofica prende avvio dal sapere di non sapere, cioè dal riconoscimento della propria ignoranza. La sua filosofia nasce quindi dal dialogo interpersonale, inteso come un ragionare insieme alla ricerca della verità. Infatti Socrate riteneva che in ogni persona albergasse la verità e che il suo compito fosse quello di aiutarle a trovarla. Il dialogo si divideva generalmente in due parti: IRONIA far finta di non conoscere l’argomento e incalzare l’interlocutore con delle domande; MAIEUTICA ‘far partorire’ l’anima delle persone.
Socrate dice… «È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza.» «Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare.»
Morale e virtù Secondo Socrate la virtù è la scienza del bene e del male (perciò è virtuoso chi sceglie razionalmente il bene) e si può soltanto acquisire (perciò non si nasce virtuosi). Il vizio è l’ignoranza: chi compie il male non lo fa intenzionalmente ma per ignoranza del bene. La sua etica è inoltre considerata eudemonica: identifica la virtù con la felicità, quindi «conosci te stesso» diventa «abbi cura di te stesso», ovvero abbi cura della tua anima, vivendo secondo virtù, per essere felice.
Accusa di corruzione Nel nel 399 a.C. è stato accusato di corruzione ed empietà. È stato accusato di corrompere i giovani semplicemente perché li esortava ad avere le proprie idee, a pensare con la propria testa ed a mettere al primo posto la virtù anziché le ricchezze. A danneggiare la sua reputazione, d’altronde, aveva contribuito la commedia Le Nuvole di Aristofane, dove veniva rappresentato come un corruttore dei costumi della città.
Accusa di empietà È stato accusato di empietà perché riteneva che un demone gli vietasse di fare del male: si trattava di una sorta di voce della coscienza, quasi un Dio Intellettuale. Socrate però, pur non condividendo alcuni aspetti di ciò che si diceva degli dei, non ne ha mai negato l’esistenza.
Processo Socrate, pur sapendo di essere innocente, non volle sottrarsi al processo perché non intendeva violare le leggi da lui stesso ritenute sacre, ma, poiché si è difeso chiedendo il Pritaneo per essere stato uno stimolo positivo per la città di Atene, fu condannato a morte e lui stesso bevve la cicuta. «Ma è ormai giunta l’ora di andare: io a morire e voi a vivere. chi di noi vada verso ciò che è meglio, è oscuro a tutti, tranne che a Dio!»
Scuole socratiche Al pensiero di Socrate si ispirarono alcune scuole dette socratiche minori, lontane da Atene, che condividevano l’accento sull’individualità. La scuola di Megara, per esempio, fondava l’eleatismo con la filosofia socratica, identificando il bene con la verità e ritenendolo l’essere parmenideo; la scuola di Cirene invece la filosofia edonista, fondata sulla ricerca del piacere.