1 MAGGIO 2018 MARTEDÌ - V SETTIMANA DI PASQUA UFFICIO DELLE LETTURE

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Transcript della presentazione:

1 MAGGIO 2018 MARTEDÌ - V SETTIMANA DI PASQUA UFFICIO DELLE LETTURE INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode.   Antifona Il Signore è veramente risorto, alleluia. SALMO  66  Tutti i popoli glorifichino il Signore Sia noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta ai pagani (At 28, 28) Dio abbia pietà di noi e ci benedica, * su di noi faccia splendere il suo volto;  perché si conosca sulla terra la tua via, * fra tutte le genti la tua salvezza.  Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.  Esultino le genti e si rallegrino, † perché giudichi i popoli con giustizia, * governi le nazioni sulla terra.  Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.  La terra ha dato il suo frutto. * Ci benedica Dio, il nostro Dio,  ci benedica Dio * e lo temano tutti i confini della terra. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona Il Signore è veramente risorto, alleluia.

Inno Ecco il gran giorno di Dio, splendente di santa luce: nasce nel sangue di Cristo l'aurora di un mondo nuovo. Torna alla casa il prodigo, splende la luce al cieco; il buon ladrone graziato dissolve l'antica paura. Gli angeli guardano attoniti il supplizio della croce, da cui l'innocente e il reo salgono uniti al trionfo. O mistero insondabile dell'umana redenzione: morendo sopra il patibolo Cristo sconfigge la morte. Giorno di grandi prodigi! La colpa cerca il perdono, l'amore vince il timore, la morte dona la vita. Irradia sulla tua Chiesa la gioia pasquale, o Signore, unisci alla tua vittoria i rinati nel battesimo. Sia lode e onore a Cristo, vincitore della morte, al Padre e al Santo Spirito ora e nei secoli eterni. Amen.

1^ Antifona Il Signore fa giustizia per i poveri, alleluia 1^ Antifona Il Signore fa giustizia per i poveri, alleluia. SALMO 9 B 22-32 (I) Preghiera e ringraziamento  Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio (Lc 6, 20). Perché, Signore, stai lontano, * nel tempo dell'angoscia ti nascondi?  Il misero soccombe all'orgoglio dell'empio * e cade nelle insidie tramate.  L'empio si vanta delle sue brame, * l'avaro maledice, disprezza Dio.  L'empio insolente disprezza il Signore: † «Dio non se ne cura: Dio non esiste» ; * questo è il suo pensiero.  Le sue imprese riescono sempre. † Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi: * disprezza tutti i suoi avversari.  Egli pensa: «Non sarò mai scosso, * vivrò sempre senza sventure».  Di spergiuri, di frodi e d'inganni  ha piena la bocca, * sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.  Sta in agguato dietro le siepi, * dai nascondigli uccide l'innocente.  I suoi occhi spiano l'infelice, * sta in agguato nell'ombra come un leone nel covo.  Sta in agguato per ghermire il misero, * ghermisce il misero attirandolo nella rete.  Infierisce di colpo sull'oppresso, * cadono gl'infelici sotto la sua violenza.  Egli pensa: «Dio dimentica, * nasconde il volto, non vede più nulla». Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen.   1^ Antifona Il Signore fa giustizia per i poveri, alleluia.

2^ Antifona L'affanno e il dolore degli umili, tu li vedi, o Signore, alleluia. SALMO 9 B  33-39 (II) Preghiera e ringraziamento Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio (Lc 6, 20). Sorgi, Signore, alza la tua mano, * non dimenticare i miseri.  Perché l'empio disprezza Dio * e pensa: «Non ne chiederà conto» ?  Eppure tu vedi l'affanno e il dolore, * tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.  A te si abbandona il misero, * dell'orfano tu sei il sostegno.  Spezza il braccio dell'empio e del malvagio; * punisci il suo peccato e più non lo trovi.  Il Signore è re in eterno, per sempre: * dalla sua terra sono scomparse le genti.  Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri, * rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio  per far giustizia all'orfano e all'oppresso; * e non incùta più terrore l'uomo fatto di terra. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen.   2^ Antifona L'affanno e il dolore degli umili, tu li vedi, o Signore, alleluia.

3^ Antifona Le parole del Signore sono pure, argento raffinato nel fuoco, alleluia. SALMO 11 Preghiera nella persecuzione Dio Padre si è degnato di mandare il suo Figlio per noi, poveri (sant’Agostino). Salvami, Signore! Non c'è più un uomo fedele; * è scomparsa la fedeltà tra i figli dell'uomo.  Si dicono menzogne l'uno all'altro, * labbra bugiarde parlano con cuore doppio.  Recida il Signore le labbra bugiarde, * la lingua che dice parole arroganti,  quanti dicono: «Per la nostra lingua siamo forti, † ci difendiamo con le nostre labbra: * chi sarà nostro padrone?».  «Per l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, † io sorgerò, dice il Signore, * metterò in salvo chi è disprezzato».  I detti del Signore sono puri, † argento raffinato nel crogiuolo, * purificato nel fuoco sette volte.  Tu, o Signore, ci custodirai, * ci guarderai da questa gente per sempre.  Mentre gli empi si aggirano intorno, * emergono i peggiori tra gli uomini. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen.   3^ Antifona Le parole del Signore sono pure, argento raffinato nel fuoco, alleluia.

V. Cristo risorto dai morti non muore più, alleluia, R V. Cristo risorto dai morti non muore più, alleluia, R. su di lui la morte non ha più potere, alleluia. Prima Lettura: Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni, apostolo 20, 1-15 L'ultima lotta del dragone Io, Giovanni, vidi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell'Abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico — cioè il diavolo, satana — e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell'Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un po' di tempo. Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beati e santi coloro che prendon parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni. Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra, Gog e Magog, per adunarli per la guerra: il loro numero sarà come la sabbia del mare. Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero d'assedio l'accampamento dei santi e la città diletta. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli. Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di sé. Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco. Responsorio R. Bisogna che Cristo regni, finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. * l'ultimo nemico annientato sarà la morte, alleluia. V. La morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi, poi la morte e gli inferi furono gettati nel lago di fuoco: R. l'ultimo nemico annientato sarà la morte, alleluia.

Seconda Lettura: Dal «Commento sul vangelo di Giovanni» di san Cirillo d'Alessandria, vescovo (Lib. 10, 2; PG 74, 331-334) Io sono la vite, voi i tralci Il Signore dice di se stesso di essere la vite, volendo mostrare la necessità che noi siamo radicati nel suo amore, e il vantaggio che a noi proviene dall'essere uniti a lui. Coloro che gli sono uniti, ed in certo qual modo incorporati e innestati, li paragona ai tralci. Questi sono resi partecipi della sua stessa natura, mediante la comunicazione dello Spirito Santo. Infatti lo Spirito Santo di Cristo ci unisce a lui. Noi ci siamo accostati a Cristo nella fede per una buona deliberazione della volontà, ma partecipiamo della sua natura per aver ottenuto da lui la dignità dell'adozione. Infatti, secondo san Paolo, «Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito» (1 Cor 6, 17). Noi siamo edificati su Cristo, nostro sostegno e fondamento e siamo chiamati pietre vive e spirituali per un sacerdozio santo e per il tempio di Dio nello spirito. Non possiamo essere edificati se Cristo non si costituisce nostro fondamento. La medesima cosa viene espressa con l'analogia della vite. Dice di essere lui stesso la vite e quasi la madre e la nutrice dei tralci che da essa spuntano. Infatti siamo stati rigenerati da lui e in lui nello Spirito per portare frutti di vita, ma di vita nuova che consiste essenzialmente nell'amore operoso verso di lui. Quelli di prima erano frutti marci di una vita decadente. Siamo poi conservati nell'essere, inseriti in qualche modo in lui, se ci atteniamo tenacemente ai santi comandamenti che ci furono dati, se mettiamo ogni cura nel conservare il grado di nobiltà ottenuto, e se non permettiamo che venga contristato lo Spirito che abita in noi, quello Spirito che ci rivela il senso dell'inabitazione divina. Il modo con il quale noi siamo in Cristo ed egli in noi, ce lo spiega san Giovanni: «Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito» (1 Gv 4, 13).  Come la radice comunica ai tralci le qualità e la condizione della sua natura, così l'unigenito Verbo di Dio conferisce agli uomini, e soprattutto a quelli che gli sono uniti per mezzo della fede, il suo Spirito, concede loro ogni genere di santità, conferisce l'affinità e la parentela con la natura sua e del Padre, alimenta l'amore e procura la scienza di ogni virtù e bontà. Responsorio R. Rimanete in me e io in voi. * Io vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga, alleluia. V. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. R. Io vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga, alleluia.

Orazione O Dio, che con la risurrezione del tuo Figlio ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, rafforza in noi la fede e la speranza, perché non dubitiamo mai di raggiungere quei beni che tu ci hai rivelato e promesso. Per Cristo nostro Signore. Amen. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.