Macrofotografia Considerazioni su tecnica, attrezzature e segreti per la fotografia a distanza ravvicinata Furio Formia lunedì 3 marzo 14.

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Transcript della presentazione:

Macrofotografia Considerazioni su tecnica, attrezzature e segreti per la fotografia a distanza ravvicinata Furio Formia lunedì 3 marzo 14

Rapporti di riproduzione e ingrandimento Ritaglio (crop): possibilità di ingrandimento in post-produzione lunedì 3 marzo 14

Rapporti di riproduzione Consideriamo le dimensioni fisiche dell’oggetto fotografato della sua immagine sul sensore lunedì 3 marzo 14

Rapporti di riproduzione 2 cm. 1:1 Tachidae 2 cm. Sensore 3 cm x 2 cm. Sensore 3 cm x 2 cm. 2 cm. 1:1 Tachidae 2 cm. Sensore 2 cm x 1 cm. Sensore 2 cm x 1 cm. 1 cm. 1:2 Tachidae 2 cm. Sensore 2 cm x 1 cm. Sensore 2 cm x 1 cm. lunedì 3 marzo 14

Da sinistra: sensore fotografico full frame (36 x 24 mm), un sensore aps-c (23,6 x 15,6) e un sensore da 1/3.2" di uno smartphone (4,54 x 3,42 mm)  

Rapporti di riproduzione è il rapporto fra le dimensioni dell’immagine del soggetto fotografato su sensore e le dimensioni reali dell’oggetto fotografato. Lo si indica come una frazione. Frazioni inferiori a 1, come 1:8, 1:4 o 1:2 indicano che l’immagine è più piccola delle dimensioni reali del soggetto. Al rapporto 1:1 l’immagine e il soggetto avranno la stessa dimensione (dimensioni reali o a grandezza naturale). Con frazioni maggiori di 1, per esempio 2:1 l’immagine sarà più grande del soggetto. lunedì 3 marzo 14

Ai fini pratici possiamo suddividere la fotografia a distanza ravvicinata in 3 aree: 1) Per riprese a basso ingrandimento, fino a 1:10, non si ha bisogno di attrezzatura particolare. Ripresa alla minima distanza con un’ottica 55mm a circa 45 cm ( e alla minima distanza di messa a fuoco per un 100 o 200 mm) lunedì 3 marzo 14

Ai fini pratici possiamo suddividere la fotografia a distanza ravvicinata in 3 aree: 2) Dal rapporto 1:10 fino a circa 1:1 siamo nel regno della macrofotografia. In questo ambito bisogna incominciare a modificare l’attrezzatura. Ottica standard con lenti addizionali o tubi di prolunga. Oppure obiettivo macro qui con rapporto 1:2. lunedì 3 marzo 14

Ai fini pratici possiamo suddividere la fotografia a distanza ravvicinata in 3 aree: 2) Dal rapporto 1:10 fino a circa 1:1 siamo nel regno della macrofotografia. In questo ambito bisogna incominciare a modificare l’attrezzatura. Applicando tubi di prolunga o con ottiche macro apposite si raggiunge il rapporto 1:1. lunedì 3 marzo 14

Ai fini pratici possiamo suddividere la fotografia a distanza ravvicinata in 3 aree: 3) oltre 1:1 si inizia a fare un lavoro di ripresa specialistica (ricordiamo che a 2:1 una zanzara riempie il formato 24x36 con antenne che ne sporgono). Montando il 55mm sul soffietto si supera abbondantemente il rapporto 1:1 lunedì 3 marzo 14

Tubi di prolunga e moltiplicatori di focale Ottica Macro Strumenti per avvicinare la distanza di messa a fuoco (aumentare il rapporto di riproduzione): Lenti addizionali Tubi di prolunga e moltiplicatori di focale Ottica Macro lunedì 3 marzo 14

Lenti addizionali lunedì 3 marzo 14

Tubi di prolunga lunedì 3 marzo 14

Ottica Macro 60mm f/2.8G ED AF-S Micro NIKKOR Messa a fuoco minima: 0,185 m (dimensioni reali) Rapporto di riproduzione massimo: 1,0x (dimensioni reali) Angolo d'immagine: 39° 105mm f/2.8G AF-S VR Micro NIKKOR Messa a fuoco minima: 0,31 m (dimensioni reali) Rapporto di riproduzione massimo: 1,0x (dimensioni reali) Angolo d'immagine: 23° 200mm f/4D ED-IF AF Micro NIKKOR Messa a fuoco minima: 0,5 m (dimensioni reali) Rapporto di riproduzione massimo: 1,0x (dimensioni reali) Angolo d'immagine: 12° lunedì 3 marzo 14

Considerazioni sulle “Lenti addizionali” Sono il sistema più semplice e pratico per diminuire la minima distanza di messa a fuoco degli obiettivi e, di conseguenza, aumentarne il rapporto di ingrandimento massimo. Si tratta di una lente da avvitare sulla parte frontale dell’ottica. Andando però a modificare il sistema ottico con un elemento non calcolato direttamente in fase di progetto dell’ottica stessa, si può incorrere in cali qualitativi più o meno evidenti. Ciò sarà di norma più marcato con ottiche di natura molto luminose f/1.4 o f/2 ma chiudendo l’apertura del diaframma, si compensa adeguatamente il calo qualitativo generato dall’utilizzo delle lenti addizionali. Le lenti addizionali hanno il vantaggio di: mantenere le funzioni autofocus e antivibrazione dell’ottica non modificare l’apertura reale dell’obiettivo, per cui un’ottica che ha un’apertura massima pari a f/2.8, la manterrà anche con le lenti montate. Proprio per la semplicità d’uso, la relativa economicità e i risultati qualitativi ottenibili, sono considerate come soluzione d’ingresso per il mondo della macrofotografia. lunedì 3 marzo 14

Considerazioni sui “Tubi di prolunga” A differenza delle lenti addizionali, i tubi di prolunga non modificano lo schema ottico dell’obiettivo in uso, ma sono meno pratici da utilizzare e comportano il fatto di far lavorare l’obiettivo a distanze di ripresa per cui non è stato progettato in origine. In pratica i tubi di prolunga non fanno altro che allontanare l’obiettivo dal piano del sensore, esattamente come avviene quando si passa da una messa a fuoco impostata su infinito a quella minima dell’obiettivo (sempre che l’obiettivo non sia dotato di lenti flottanti e messa a fuoco interna!). Interponendo dei tubi di prolunga tra ottica e corpo macchina è possibile allontanare di distanze fisse (lo spessore del tubo di prolunga stesso) l’obiettivo, e permettere così di focheggiare a distanza più ravvicinata di quanto permesso dall’elicoide di messa a fuoco dell’obiettivo. Si può trovare il fattore di ingrandimento semplicemente dividendo la lunghezza del tubo di prolunga per la lunghezza focale dell’obiettivo in uso. Ad esempio, utilizzando un obiettivo da 55mm di focale e un tubo di prolunga da 27,5mm di spessore si ottiene un rapporto di ingrandimento, 1:2. lunedì 3 marzo 14

Rapporti di riproduzione e ingrandimento Ritaglio (crop): possibilità di ingrandimento in post-produzione lunedì 3 marzo 14

Osservazioni Preliminari su Sensori, Pixel e Ingrandimenti Dimensioni sensori lunedì 3 marzo 14

Full Frame APS Dimensioni sensori Osservazioni su Sensori, Pixel e Ingrandimenti Dimensioni sensori Full Frame APS lunedì 3 marzo 14

Risoluzione e dimensioni dell’immagine Osservazioni su Sensori, Pixel e Ingrandimenti Risoluzione e dimensioni dell’immagine Il numero di pixel per unità di lunghezza di una immagine è chiamato “risoluzione dell’immagine”, misurata di solito in pixel per pollice (pixel per inch o ppi). Un’immagine con una risoluzione elevata ha più pixel (e perciò un file più grande) di un’immagine delle stesse dimensioni con una risoluzione più bassa. Visualizzare sullo schermo un’immagine al 100% significa che ad ogni pixel dell’immagine corrisponde un pixel dello schermo. lunedì 3 marzo 14

Esempio di sensori con la stessa dimensione fisica ma con risoluzione crescente lunedì 3 marzo 14

Visualizzazione al 100% a parità di schermo video 2700 × 4059 (11,0 MP) 1800 × 2706 (4,9 MP) 3600 × 5412 (19,5 MP) lunedì 3 marzo 14

Rapporti di riproduzione e ingrandimento Alcune Definizioni Rapporti di riproduzione e ingrandimento Profondità di campo lunedì 3 marzo 14

Profondità di campo Alcune Definizioni Allium Triquetrum f 8 lunedì 3 marzo 14

lunedì 3 marzo 14

lunedì 3 marzo 14

In fotografia, la profondità di campo nitido o semplicemente profondità di campo (abbreviato in PdC o DoF dall'inglese Depth of Field) è la distanza davanti e dietro al soggetto principale che appare nitida (a fuoco) Per ogni impostazione dell'obiettivo, c'è un'unica distanza a cui gli oggetti appaiono perfettamente a fuoco; la nitidezza diminuisce gradualmente in avanti (verso il fotografo) e indietro (in direzione opposta) Il campo nitido è quell'intervallo di distanze davanti e dietro al soggetto in cui la sfocatura è impercettibile o comunque tollerabile; la PdC si dice essere maggiore se questo intervallo è ampio e minore se è ridotto. Per motivi legati all'angolo di incidenza dei raggi luminosi, il campo nitido è sempre più esteso dietro al soggetto a fuoco che davanti Un punto al di fuori del campo nitido (sfocato) produce su sensore/pellicola un circolo di confusione, il cui diametro cresce man mano che ci si allontana dal campo nitido stesso. lunedì 3 marzo 14

Riepilogando La profondità di campo dipende da tre fattori: apertura diaframma; lunghezza focale; distanza del soggetto. A parità di lunghezza focale e distanza del soggetto, chiudere il diaframma porterà ad una maggiore profondità; Utilizzare una maggiore lunghezza focale porterà ad una diminuzione della profondità; Diminuendo la distanza di ripresa diminuirà la profondità; lunedì 3 marzo 14

lunedì 3 marzo 14

Sul Campo Il cavalletto permette di ottenere nitidezza e composizione delle immagini. Esiste una vecchia regola pratica che dice: “Nelle riprese a mano libera non usare mai un tempo di scatto il cui valore è più basso di quello della lunghezza focale (equivalente) usata. Con un 50 mm il tempo di sicurezza è 1/60, con un 105 mm è 1/125 ..... e ciò per la messa a fuoco all’infinito. E’ possibile avere un’immagine nitida di una montagna scattando a mano libera con 1/60 e obiettivo 50 mm. Ma è impossibile avere una macrofotografia riuscita con questo tempo. lunedì 3 marzo 14

Sul Campo Un treppiedi per uso macro dovrebbe avere: gambe con movimenti separati e continui; colonna mobile; possibilità di posizionarlo a livello terra; testa con ampia mobilità; slitta per messa a fuoco lunedì 3 marzo 14