LICEO SCIENTIFICO N. COPERNICO classe 3AS anno scolastico 2017/2018

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Transcript della presentazione:

LICEO SCIENTIFICO N. COPERNICO classe 3AS anno scolastico 2017/2018 Beato Angelico e Paolo Uccello Gruppo di lavoro: Alessandro Leonardo Bartolozzi Francesco Belviso Giorgia Biancalani Giulio Cirillo Chiara prof. Claudio Puccetti

1395 circa Vicchio del Mugello – 1455 Roma BEATO ANGELICO 1395 circa Vicchio del Mugello – 1455 Roma

Beato angelico BEATO ANGELICO La sua educazione artistica si svolse nella Firenze di Lorenzo Monaco e Gherardo Sternina Da Lorenzo Monaco riprende sia l’uso di colori accesi e innaturali, sia l’uso di una luce forte che annulla le ombre e partecipa al misticismo della scena sacra La miniatura dei manoscritti era una disciplina rigorosa e importante per lui. Significava comporre su scala minuscola, presentare uno stile ineccepibile e perfetto e usare costosi pigmenti. Nel 1418 prende i voti ed entra a far parte dei Domenicani osservanti Le date richiamano la sua capacità di far coincidere il gotico con il rinascimento fiorentino

Deposizione di cristo DEPOSIZIONE DI CRISTO Museo di San Marco di Firenze 1430-32 Al centro è raffigurato Cristo sorretto da alcune persone. Maria tiene teneramente i piedi di Cristo e rappresenta il pentimento umano La figura con il cappello rosso a destra tiene i chiodi presi dalla croce e la corona di spine che sono il simbolo della passione e del sacrificio. È presente una forte verticalità tranne che per Gesù, la madonna e i tre angeli Cristo è in posizione più importante rispetto agli altri soggetti.

L’annunciazione L’ANNUNCIAZIONE Museo del Prado Madrid -1430-32 Avvio ella ‘’poetica della luce’’ La luce divina, che si manifesta sotto forma di raggio dorato, accompagna l’annuncio. La luce simbolica, tipica dell’estetica medievale, si trasforma in luce naturale che da volume alle superfici in relazione alla loro posizione rispetto alla fonte. L’intensità di questa luce è rivelata dalla brillantezza dei colori, che esprimono così il grado di sacralità.

Crocifisso di san domenico CROCIFISSIONE DI SAN DOMENICO Convento di San Marco a Firenze, 1442 Crocifisso di san domenico Sfondo arido e deserto, simbolo dei pochi fedeli realmente credenti Cristo dipinto con forte chiaroscuro che ne accentua la massa plastica Privo di elementi decorativi superflui per far capire che la meditazione dei frati doveva essere una mistica e umile compartecipazione ai dolori di Cristo La figura del santo è ben modellata nel volume e si colloca con verosimiglianza nello spazio. La raffigurazione di San Domenico, oltre che a rappresentare l’ordine domenicano, ha la funzione di creare un legame tra passato e presente

Cristo deriso CRISTO DERISO Convento di San Marco a Firenze, 1438-40 Composizione triangolare Il sedile di cristo ricorda un trono così come il bastone che regge rimanda ad uno scettro Lo sfondo verde del tendaggio fa risaltare il nucleo della scena dove si trovano i simboli delle sue sofferenze: bastonate, mani che lo schiaffeggiano, derisioni e sputi. Senso di immobilità Estrema semplicità compositiva e cromatica che moltiplica la chiarezza della scena Forte plasticità.

L’annunciazione cella 3 Convento di San Marco a Firenze, 1438-40 L’annunciazione cella 3 Forte analisi prospettica e psicologica dei personaggi Scena severa e disadorna, figure alleggerite e semplificate Gli sguardi dei due personaggi sono collegati da una direttrice obliqua

Pala di fiesole PALA DI FIESOLE Chiesa di San Domenico a Fiesole, 1424-52 Pala di fiesole Rosa bianca, simbolo purezza e rosa rossa, simbolo passione legata a eucarestia La figura della vergine è più elegante, con un movimento delle linee del manto più energico, legato quindi alla tradizione del gotico tradizionale. I santi invece, con la veduta frontale e la ricerca di dignità morale individuale, mostrano l’influenza di Masaccio

1397 Pratovecchio- 1475 Firenze PAOLO UCCELLO 1397 Pratovecchio- 1475 Firenze

PAOLO UCCELLO Dal 1407 al 1414 si impratichisce presso la bottega di Lorenzo Ghiberti dove si praticava un compromesso tra l’arte gotica e quella umanista. Parte presto da Firenze per recarsi a Venezia nel 1425 dove conosce Gentile da Fabriano e Pisanello, la cui influenza portano al suo allontanamento dall’arte umanista La molteplicità culturale veneziana lo porta a dedicarsi molto di più alla sua fantasia nel disegnare Tornato a Firenze nel 1430 conosce le innovazioni di Brunelleschi e incomincia il suo studio ossessivo della prospettiva La sua concezione di prospettiva è molto diversa da quella di altri artisti fiorentini come Masaccio, poiché per lui non è un mezzo per rappresentare la realtà bensì l’elemento con il quale creare una dimensione visionaria totalmente lontana dal mondo reale. Vuole subordinare tutto ciò che rappresenta ai calcoli prospettici, creando così un mondo matematico e geometrico

STUDIO DI CAVALIERE Museo del Louvre, Parigi Dipartimento di arte grafica 1460-65 Alla bottega di Ghiberti conosce Donatello, dal quale prende la passione per i dettagli naturalistici, lo stesso soprannome ‘uccello’ gli è stato conferito per la sua abilità nel disegnare animali e in particolare degli uccellini.

MONUMENTO A GIOVANNI ACUTO Cattedrale di Firenze, navata sinistra 1436 Omaggio a condottiero mercenario È presente un errore prospettico poiché si possono notare due punti di vista, ma tutto questo è stato fatto apposta, se avesse rappresentato il tutto con un solo punto di vista il cavallo non si sarebbe visto internamente Il tutto è molto calcolato e calibrato, forte metodo geometrico che fa risaltare le figure Con l’utilizzo sbagliato del sistema prospettico vuole mostrare la sua grande abilità nel dipingere È il dipinto di una statua bronzea di Giovanni Acuto non del condottiero stesso.

Battaglia di san romano National Gallery, Londra 1438 Poco interesse alla battaglia ma al come viene rappresentata. Figure non verosimili, molto stilizzate. I volumi dei cavalli danno la sensazione che non tende al vero

Storie di noè Diluvio e recessione, Chiostro Verde di Santa Maria Novella 1447-50

Mazzocchio Paolo Uccello rappresentò frequentemente il mazzocchio indosso ai suoi personaggi, dato che la superficie geometrica sfaccettata del disegno risultava di difficile raffigurazione prospettica in pittura ed era quindi sinonimo di grande padronanza dell’uso della prospettiva in cui lui si inseriva; questo copricapo non interessava ovviamente ai pittori per un semplice legame con la moda del tempo, ma per la ricchezza geometrica e per la complessità.

San giorgio e la principessa National Gallery, Londra 1470 Raffigurazione interamente incentrata sulla religione, gli stessi personaggi e l’ambiente circostante sono simbolici e hanno quindi valore religioso