Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.

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Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti. 28 GIUGNO 2018 GIOVEDÌ - XII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO SANT' IRENEO Vescovo e martire UFFICIO DELLE LETTURE INVITATORIO V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode.   Antifona Venite, adoriamo il re dei martiri, Cristo Signore. SALMO  66  Tutti i popoli glorifichino il Signore Sia noto a voi che questa salvezza di Dio viene ora rivolta ai pagani (At 28, 28) Dio abbia pietà di noi e ci benedica, * su di noi faccia splendere il suo volto;  perché si conosca sulla terra la tua via, * fra tutte le genti la tua salvezza.  Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.  Esultino le genti e si rallegrino, † perché giudichi i popoli con giustizia, * governi le nazioni sulla terra.  Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti.  La terra ha dato il suo frutto. * Ci benedica Dio, il nostro Dio,  ci benedica Dio * e lo temano tutti i confini della terra. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona Venite, adoriamo il re dei martiri, Cristo Signore.

Inno Gerusalemme nuova, immagine di pace, costruita per sempre nell'amore del Padre. Tu discendi dal cielo come vergine sposa, per congiungerti a Cristo nelle nozze eterne. Dentro le tue mura, risplendenti di luce, si radunano in festa gli amici del Signore: pietre vive e preziose, scolpite dallo Spirito con la croce e il martirio per la città dei santi. Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen.

1^ Antifona La tua destra, Signore, e la luce del tuo volto hanno salvato i nostri padri. SALMO 43, 2-9   (I) Il popolo di Dio nella sventura In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8, 37). Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, † i nostri padri ci hanno raccontato  l'opera che hai compiuto ai loro giorni, * nei tempi antichi.  Tu, per piantarli, con la tua mano  hai sradicato le genti, * per far loro posto, hai distrutto i popoli.  Poiché non con la spada conquistarono la terra, * né fu il loro braccio a salvarli;  ma il tuo braccio e la tua destra  e la luce del tuo volto, * perché tu li amavi.  Sei tu il mio re, Dio mio, * che decidi vittorie per Giacobbe.  Per te abbiamo respinto i nostri avversari, * nel tuo nome abbiamo annientato  i nostri aggressori.  Infatti nel mio arco non ho confidato * e non la mia spada mi ha salvato,  ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, * hai confuso i nostri nemici.  In Dio ci gloriamo ogni giorno, * celebrando senza fine il tuo nome. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona La tua destra, Signore, e la luce del tuo volto hanno salvato i nostri padri.

2^ Antifona Il Signore non vi nasconde il suo volto, se voi tornate a lui. SALMO 43, 10-17 (II) Il popolo di Dio nella sventura In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8, 37). Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, * e più non esci con le nostre schiere.  Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari * e i nostri nemici ci hanno spogliati.  Ci hai consegnato come pecore da macello, * ci hai dispersi in mezzo alle nazioni.  Hai venduto il tuo popolo per niente, * sul loro prezzo non hai guadagnato.  Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini, * scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno.  Ci hai resi la favola dei popoli, * su di noi le nazioni scuotono il capo.  L'infamia mi sta sempre davanti * e la vergogna copre il mio volto  per la voce di chi insulta e bestemmia, * davanti al nemico che brama vendetta. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 2^ Antifona Il Signore non vi nasconde il suo volto, se voi tornate a lui.

3^ Antifona Dèstati, Signore, non respingerci per sempre 3^ Antifona Dèstati, Signore, non respingerci per sempre. SALMO 43, 18-27 (III) Il popolo di Dio nella sventura In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8, 37). Tutto questo ci è accaduto † e non ti avevamo dimenticato, * non avevamo tradito la tua alleanza.  Non si era volto indietro il nostro cuore, * i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero;  ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli * e ci hai avvolti di ombre tenebrose.  Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio * e teso le mani verso un dio straniero,  forse che Dio non lo avrebbe scoperto, * lui che conosce i segreti del cuore?  Per te ogni giorno siamo messi a morte, * stimati come pecore da macello.  Svegliati, perché dormi, Signore? * Destati, non ci respingere per sempre.  Perché nascondi il tuo volto, * dimentichi la nostra miseria e oppressione?  Poiché siamo prostrati nella polvere, * il nostro corpo è steso a terra.  Sorgi, vieni in nostro aiuto; * salvaci per la tua misericordia. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen. 3^ Antifona Dèstati, Signore, non respingerci per sempre.

V. Irradia su di me la luce del tuo volto: R V. Irradia su di me la luce del tuo volto: R. insegnami sapienza, o Signore. Prima Lettura: Dal primo libro di Samuele 21, 1-10; 22, 1-5 Fuga di Davide In quei giorni Davide si alzò e partì e Giònata tornò in città. Davide si recò a Nob dal sacerdote Achimelech. Achimelech, turbato, andò incontro a Davide e gli disse: «Perché sei solo e non c'è nessuno con te?». Rispose Davide al sacerdote Achimelech: «Il re mi ha ordinato e mi ha detto: Nessuno sappia niente di questa cosa per la quale ti mando e di cui ti ho dato incarico. Ai miei uomini ho dato appuntamento al tal posto. Ora però se hai a disposizione cinque pani, dammeli, o altra cosa che si possa trovare». Il sacerdote rispose a Davide: «Non ho sottomano pani comuni, ho solo pani sacri: se i tuoi giovani si sono almeno astenuti dalle donne, potete mangiarne». Rispose Davide al sacerdote: «Ma certo! Dalle donne ci siamo astenuti da tre giorni. Come sempre quando mi metto in viaggio, i giovani sono mondi, sebbene si tratti d'un viaggio profano; tanto più oggi essi sono mondi». Il sacerdote gli diede il pane sacro, perché non c'era là altro pane che quello dell'offerta, ritirato dalla presenza del Signore, per essere sostituito con pane fresco nel giorno in cui si toglie. Ma era là in quel giorno uno dei ministri di Saul, trattenuto presso il Signore, di nome Doeg, Idumeo, capo dei pastori di Saul. Davide disse ad Achimelech: «Non hai per caso sottomano una lancia o una spada? Io non ho preso con me né la lancia né altra arma, perché l'incarico del re era urgente».

Prima Lettura: Dal primo libro di Samuele 21, 1-10; 22, 1-5 Fuga di Davide Il sacerdote rispose: «Guarda, c'è la spada di Golia, il Filisteo che tu hai ucciso nella valle del Terebinto; è là dietro l'efod, avvolta in un manto. Se vuoi, portala via, prendila, perché qui non c'è altra spada che questa». Rispose Davide: «Non ce n’è una migliore; dammela». Davide partì e si rifugiò nella grotta di Adullam. Lo seppero i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre e scesero là. Si radunarono allora con lui quanti erano in strettezze, quelli che avevano debiti e tutti gli scontenti, ed egli diventò loro capo. Stettero così con lui circa quattrocento uomini. Davide partì di là e andò a Mizpa di Moab e disse al re di Moab: «Permetti che restino con voi mio padre e mia madre, finché sappia che cosa Dio vuol fare di me». Li presentò al re di Moab e rimasero con lui finché Davide rimase nel rifugio. Il profeta Gad disse a Davide: «Non restare più in questo rifugio. Parti e va' nel paese di Giuda». Davide partì e andò nella foresta di Cheret. Responsorio    R. Siamo stati liberati dalla legge di morte che ci teneva prigionieri. * Serviamo Dio nella novità dello Spirito e non nel vecchio regime della lettera. V. Non avete letto che cosa fece Davide quando ebbe fame? Come entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell'offerta? R. Serviamo Dio nella novità dello Spirito e non nel vecchio regime della lettera.

Seconda Lettura:  Dal «Trattato contro le eresie» di sant'Ireneo, vescovo (Lib. 4,20,5-7; SC 100,640-642.644-648) L'uomo vivente è gloria di Dio; vita dell'uomo è la visione di Dio La gloria di Dio dà la vita; perciò coloro che vedono Dio ricevono la vita. E per questo colui che è inintelligibile, incomprensibile ed invisibile, si rende visibile, comprensibile ed intelligibile dagli uomini, per dare la vita a coloro che lo comprendono e lo vedono. È impossibile vivere se non si è ricevuta la vita, ma la vita non si ha che con la partecipazione all'essere divino. Orbene tale partecipazione consiste nel vedere Dio e godere della sua bontà.     Gli uomini dunque vedranno Dio per vivere, e verranno resi immortali e divini in forza della visione di Dio. Questo, come ho detto prima, era stato rivelato dai profeti in figura, che cioè Dio sarebbe stato visto dagli uomini che portano il suo Spirito e attendono sempre la sua venuta. Così Mosè afferma nel Deuteronomio: Oggi abbiamo visto che Dio può parlare con l'uomo e l'uomo aver la vita (cfr. Dt 5,24). Colui che opera tutto in tutti nella sua grandezza e potenza, è invisibile e indescrivibile a tutti gli esseri da lui creati, non resta però sconosciuto; tutti infatti, per mezzo del suo Verbo, imparano che il Padre è unico Dio, che contiene tutte le cose e dà a tutte l'esistenza, come sta scritto nel vangelo: «Dio nessuno lo ha mai visto; proprio il Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato» (Gv 1,18).

Seconda Lettura:  Dal «Trattato contro le eresie» di sant'Ireneo, vescovo (Lib. 4,20,5-7; SC 100,640-642.644-648) L'uomo vivente è gloria di Dio; vita dell'uomo è la visione di Dio     Fin dal principio dunque il Figlio è il rivelatore del Padre, perché fin dal principio è con il Padre, e ha mostrato al genere umano nel tempo più opportuno le visioni profetiche, la diversità dei carismi, i ministeri e la glorificazione del Padre secondo un disegno tutto ordine e armonia. E dove c'è ordine c'è anche armonia, e dove c'è armonia c'è anche tempo giusto, e dove c'è tempo giusto c'è anche beneficio.     Per questo il Verbo si è fatto dispensatore della grazia del Padre per l'utilità degli uomini, in favore dei quali ha ordinato tutta l'«economia» della salvezza, mostrando Dio agli uomini e presentando l'uomo a Dio. Ha salvaguardato però l'invisibilità del Padre, perché l'uomo non disprezzi Dio e abbia sempre qualcosa a cui tendere. Al tempo stesso ha reso visibile Dio agli uomini con molti interventi provvidenziali, perché l'uomo non venisse privato completamente di Dio, e cadesse così nel suo nulla, perché l'uomo vivente è gloria di Dio e vita dell'uomo è la visione di Dio. Se infatti la rivelazione di Dio attraverso il creato dà la vita a tutti gli esseri che si trovano sulla terra, molto più la rivelazione del Padre che avviene tramite il Verbo è causa di vita per coloro che vedono Dio. RESPONSORIO     R. Un insegnamento fedele sulla bocca, e nessuna falsità alle labbra: * con pace e rettitudine ha camminato davanti al Signore. V. La mano del Signore lo sosteneva, il suo braccio gli dava vigore: R. con pace e rettitudine ha camminato davanti al Signore.

Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio. Orazione O Dio, che al vescovo sant'Ireneo hai dato la grazia di confermare la tua Chiesa nella verità e nella pace, fa' che per sua intercessione ci rinnoviamo nella fede e nell'amore, e cerchiamo sempre ciò che promuove l'unità e la concordia. Per Cristo nostro Signore. Amen. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.