Un artista scienziato
Nasce a Vinci in Toscana nel 1452 A 16 anni va a Firenze per studiare nella bottega di Verrocchio Andrea Verrocchio, Battesimo di Cristo Angelo dipinto da Leonardo Lavora al servizio di Lorenzo de’Medici alla corte fiorentina Si trasferisce a Milano presso la corte di Ludovico Sforza nel 1482 Adorazione dei Magi, incompiuto
A Milano lavora per gli Sforza fino al 1499 Entra nei favori di Ludovico Sforza detto il Moro Dama con l’ermellino Vergine delle Rocce Progetta il monumento a Ludovico Sforza, mai completato a causa della mancanza di fondi Decide di allontanarsi dalla città e di viaggiare a Mantova, Venezia, Firenze, dove inizia La Gioconda L’Ultima cena
Soggiorno a Roma da Giuliano de’Medici fratello di papa Leone X Si trasferisce in Francia alla corte di Francesco I nel 1517 Studi scientifici: ottica, geometria, meccanica, anatomia Alloggia nel castello di Clos-Lucé ad Amboise con uno stipendio annuo di 5000 scudi per continuare le sue ricerche Automa del soldato Un leone meccanico che camminava e a cui si apriva il petto, pieno di fiori in onore del re Muore ad Amboise nel 1519 Lavora soprattutto come inventore. Per festeggiare Francesco I progetta l’AUTOMA DEL LEONE e l’AUTOMA DEL SOLDATO (= antenato del robot)
Studio delle proporzioni di un corpo umano (Uomo vitruviano), disegno di Leonardo 1490 Leonardo, con i suoi molteplici interessi, è un esempio di cultura enciclopedica del Rinascimento. Si appassiona a tutte le discipline: tecniche artistiche scientifiche Questo disegno dimostra la convinzione derivata dall’Umanesimo, che l’uomo sia misura di tutte le cose, ossia il centro dell’interesse culturale del Rinascimento. Leonardo ci mostra un rapporto tra il corpo umano e la geometria, inserendo la figura in un cerchio e in un quadrato.
Gli studi di Leonardo sono appuntati su numerosi taccuini che portava sempre con sé 4000 fogli sono raccolti in vari “codici”: i più importanti sono il Codice Atlantico (con studi di ottica, meccanica e biologia), il Codice sul volo degli uccelli e i Quaderni di Anatomia. Inoltre è famoso il suo Trattato sulla pittura in cui spiega la tecnica dello sfumato e della prospettiva aerea
Titolo: Monna Lisa, detta la Gioconda Autore: Leonardo da Vinci Anno: Tecnica: pittura ad olio su tavola Dimensioni: cm 77 x 53 Collocazione: Museo del Louvre, Parigi “ Il bono pittore ha da dipingere due cose principali, cioè l ’ homo e il concetto della mente sua ; il primo è facile, il secondo difficile perché s ’ ha figurare con gesti e movimenti delle membra ” Leonardo da Vinci
Descrizione dell’opera Una strana donna ci osserva con un sorriso enigmatico. Si trova seduta e viene raffigurata di tre quarti e a mezza figura (secondo l’uso rinascimentale). Il paesaggio alle sue spalle non esiste in Toscana, dove Leonardo ha cominciato a dipingerla. Il quadro è stato commissionato dal ricco mercante fiorentino Francesco del Giocondo: doveva ritrarre la moglie (da cui il soprannome Gioconda). Il titolo originale dell’opera è Ritratto di dama al balcone. Leonardo non consegnerà mai il dipinto e non se ne separerà fino alla morte in Francia. Molti sono i misteri legati a questo dipinto.
Analisi dello stile Composizione piramidale tipica del Cinquecento Uso dello sfumato e della prospettiva aerea Testa ruotata a sinistra e mani a destra per dare un senso di movimento e animazione alla figura L’espressione del volto è indefinita e sembra mutare da un momento all’altro, come succede alle persone vive
La Monna Lisa è una persona viva, la sua espressione indefinita la rende umana. Attraverso il volto e i gesti delle mani secondo Leonardo le persone esprimono il proprio stato d’animo, la propria personalità, i propri sentimenti. Questo Leonardo voleva rappresentare nel ritratto della Monna Lisa e in tutti i suoi ritratti.
La Gioconda nella storia dell’arte La Gioconda è da sempre un simbolo di perfezione artistica. Molti artisti vissuti dopo la sua realizzazione hanno voluto esprimere il loro punto di vista su quest’opera molto ammirata e molto criticata. Eccovi alcuni esempi. Marcel DuchampFernando Botero