I.C. di S. MARIA della VERSA SCUOLA PRIMARIA «G. PASCOLI» PROGETTO ATTIV-AREE PANE, VINO E FANTASIA I.C. di S. MARIA della VERSA SCUOLA PRIMARIA «G. PASCOLI» CLASSI 3^ A e 3^ B
IERI Fin verso la metà del novecento, in Valle Versa, la coltivazione prevalente era quella del grano. Quasi tutte le famiglie coltivavano un appezzamento a grano per il proprio fabbisogno.
OGGI La coltivazione del grano è stata in gran parte sostituita con quella della vite, poichè è diventata poco redditizia. I gialli campi di grano hanno lasciato il posto ad ordinati e rigogliosi vigneti.
IERI Il terreno veniva arato con l’aratro trainato dai buoi e concimato con letame proveniente dalle stalle. La semina era fatta a mano, spargendo i semi precedentemente sistemati in una cesta (cavagna). In primavera si zappava manualmente in mezzo alle file per togliere le erbacce dalle piccole pianticelle di grano.
OGGI Il terreno è arato con escavatori o con l’aratro trainato da grossi trattori e la semina viene fatta utilizzando seminatrici meccaniche. Si usano diserbanti chimici, distribuiti sul terreno da macchine operatrici, per non far crescere le erbacce.
IERI Verso il mese di giugno, quando il grano era maturo, veniva raccolto a mano utilizzando la falce e venivano formati dei covoni ben stretti con legacci, sempre di grano. Successivamente i covoni venivano caricati sui carri e portati alla cascina, dove una macchina trebbiatrice (machina da bat), sbattendolo, separava il grano dalla spiga. Poi il chicco passava in un grosso crivello (Crivle’), dove veniva setacciato e pulito. Questa macchina era molto polverosa e rumorosa.
OGGI Quando il grano è maturo, una macchina, chiamata mietitrebbia, direttamente nel campo, taglia le piantine, separa il chicco dalla spiga e lo setaccia. I chicchi pronti vengono buttati direttamente dalla macchina nel rimorchio e portati in cascina.
IERI Alla fine della trebbiatura si faceva una grande festa, alla quale partecipavano tutte le persone che avevano contribuito alla coltivazione e alla raccolta del grano. I chicchi venivano portati sui solai, dove riposavano qualche giorno; tutti i giorni venivano mossi con delle pale di legno per permettere una corretta asciugatura. Infine si portavano ai mulini, che all’epoca erano numerosi, per essere macinati.
OGGI I chicchi vengono fatti asciugare nei silos, in attesa di essere inviati agli attuali mulini, che utilizzano moderne tecniche di lavorazione.
A. S. 2017 - 2018