LUDOVICO ARIOSTO.

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Transcript della presentazione:

LUDOVICO ARIOSTO

Nella figura e nell’opera di Ludovico Ariosto si realizza in maniera esemplare la saldatura fra Umanesimo e Rinascimento.

LA VITA

Ludovico Ariosto nasce nel 1474 a Reggio Emilia (allora appartenente agli Estensi)

PALAZZO ESTENSE A FERRARA Dal 1484 viene indirizzato dal padre agli studi di diritto a Ferrara, a cui Ariosto si dedica malvolentieri e che presto abbandonerà per dedicarsi allo studio della letteratura

Acquista un’ottima formazione classica ed entra in relazione con Pietro Bembo che in quegli anni frequentava Ferrara

Gli anni spensierati per Ariosto finiscono presto perché nel 1500 muore il padre ed è costretto ad abbandonare gli studi per badare alla sua numerosa famiglia, di cui è il primo di dieci fratelli

Per mantenere la famiglia diviene funzionario della corte estense al servizio del cardinale Ippolito d’Este, fratello del duca di Ferrara Riceve gli ordini minori per poter godere dei benefici ecclesiastici Per conto del cardinale svolge numerosi incarichi, tra cui le missioni presso le altre corti italiane (Mantova, Roma, etc)

Nel 1513 si innamora della nobildonna Alessandra Benucci, sposata al mercante Tito Strozzi. La relazione resta clandestina anche dopo la morte del marito di lei. Si sposeranno solo nel l527 e in segreto perché lui non voleva perdere i benefici ecclesiastici e lei l’usufrutto del patrimonio del marito

Nel frattempo Ariosto aveva già scritto varie opere in latino (Carmina) e in volgare (alcune commedie) Nel 1516 Ariosto pubblica la prima edizione dell’Orlando furioso e si dedica anche alla stesura delle Rime

Nel 1517 il cardinale Ippolito decide di trasferirsi in Ungheria e propone ad Ariosto di seguirlo, ma lui rifiuta e viene assunto dal duca Alfonso d’Este, meglio disposto del fratello verso la cultura ALFONSO I D’ESTE

Fra il 1517 e il 1525 Ariosto compone le Satire Intanto nel 1521 viene pubblicata la seconda edizione dell’Orlando furioso che, insieme alla rappresentazione delle sue commedie, gli procura grande fama Nel 1522, a causa delle difficoltà finanziarie, il poeta accetta l’ingrato incarico di governatore della Garfagnana, una regione infestata dai briganti

Nel 1525 torna definitivamente a Ferrara dove, pur assumendo vari incarichi, è più libero e può finalmente dedicarsi ad un’intensa attività letteraria in una casetta in contrada Mirasole

Negli ultimi anni si dedica soprattutto alla revisione dell’Orlando furioso che nel 1532 viene pubblicato nella terza e definitiva edizione

Muore nel 1533 nella sua casetta a Ferrara dov’è sepolto nella sala maggiore della Biblioteca Ariostea

LA FORMAZIONE CULTURALE E LA POETICA

Alla base della formazione ariostesca sta la conoscenza delle opere classiche. I suoi autori preferiti erano Catullo, Ovidio, Tibullo e Properzio, Virgilio, ma soprattutto Orazio che Ariosto sente congeniale anche sul piano della personalità e delle scelte di vita Per circa un decennio Ariosto si dedica allo studio degli autori latini, cercando di emularli nello stile per tendere ad una classicità che sappia esprimere disciplina interiore ed equilibrio spirituale

Petrarca è invece il modello a cui si rifà Ariosto nella poesia in volgare, ma anche Dante (da cui prende lo schema metrico delle terzine nelle Satire) e Boccaccio (da cui prende il gusto di raccontare senza eccessive remore moralistiche)

A Ferrara Ariosto si afferma soprattutto come scrittore di commedie e allestitore e responsabile degli spettacoli d corte

LA CONCEZIONE DELLA VITA

L’educazione umanistica ricevuta da Ariosto sta alla base della sua concezione della vita disincantata, laica e integralmente umana. In Ariosto si intrecciano l’armonico mondo ideale vagheggiato alla sua epoca e l’attenzione alle esigenze pratiche

LA CONCEZIONE LETTERARIA

La letteratura appare ad Ariosto l’unico strumento per realizzare pienamente se stesso. La letteratura per Ariosto non è puro artificio ma affermazione della dignità umana.

L’atteggiamento ironico rappresenta l’importante novità in Ariosto l’ironia ariostesca è intesa come sereno e sorridente distacco dalla propria creazione artistica

LE OPERE MINORI

Tra il 1494 e il 1503 nascono i Carmina, una serie di poesie in latino che verranno stampate e pubblicate dopo la morte del poeta. Sono la rielaborazione dei modelli classici, il cui tema principale è l’amore sensuale

Tra il 1493 e il 1530 Ariosto si dedica alla poesia in volgare: scrive le Rime, che appariranno postume. Si tratta di sonetti, canzoni, madrigali, quasi sempre di argomento amoroso (molte liriche sono rivolte ad Alessandra Benucci)

Ariosto ha scritto anche cinque commedie in volgare, rappresentate a Ferrara ed in altre città, in cui si rifà ai modelli classici Terenzio e Plauto: La Cassaria e I Suppositi sono scritte in prosa I Studenti (che non è stata conclusa dall’autore), Il Negromante (che il poeta inviò a papa Leone X) e La Lena sono scritte in endecasillabi sciolti sdruccioli

Tra il 1517 e il 1525 Ariosto compone le sette Satire in terzine dantesche, pubblicate postume. Le Satire sono scritte sottoforma di lettere indirizzate dall’autore a parenti ed amici. Sono ricche di notazioni autobiografiche e di considerazioni morali. Sono caratterizzate da un tono colloquiale ed ironico (o addirittura satirico e polemico) nei confronti dei cattivi costumi della corte e dei potenti ed esprimono il desiderio dell’autore di otium (= aspirazione a dedicarsi all’attività letteraria senza i fastidi legati alle faccende pratiche). Dalle satire emerge il desiderio di una vita indipendente e lontana dallo sfarzo e dalle abitudini cortigiane

L’ORLANDO FURIOSO

L’Orlando furioso è il capolavoro di Ariosto. E’ un poema epico-cavalleresco in ottave di endecasillabi la trama prende avvio dal punto in cui si interrompe l’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo

Nel 1516 l’opera viene pubblicata in 40 canti. Nel 1521 appare la seconda edizione rivista sul piano linguistico. Nel 1532 viene pubblicata la terza edizione ampliata (46 canti) e modificata nei contenuti e nel linguaggio (uniformato al toscano illustre)

Nel titolo è racchiuso il tema centrale: la pazzia di Orlando, paladino di Carlo Magno, che impazzisce per amore (furioso deriva dal latino furens che significa “pazzo furioso”) Ma Orlando non è l’unico protagonista del poema dove si intrecciano una miriade di personaggi e situazioni fantastiche e verosimili, tragiche e comiche

I tre filoni principali dell’opera vengono annunciati nella prima ottava del poema: 1) il primo tema è quello epico-cavalleresco: lo scontro tra i Cristiani (guidati da Carlo Magno) e i Saraceni (guidati da Agramante); 2) il secondo è quello amoroso-sentimentale: l’amore di Orlando per Angelica, la quale lo respinge innamorandosi di Medoro e facendolo impazzire; 3) il terzo è quello encomiastico: il poema viene dedicato al cardinale Ippolito (Ariosto fa discendere la famiglia estense dall’amore di Bradamante e Ruggero).

L’intreccio si stacca frequentemente dalla fabula (ossia dall’ordine cronologico e logico delle vicende), secondo una tecnica detta entralacement (= il racconto centrale viene continuamente interrotto dall’accadere di altri eventi, a loro volta lasciati in sospeso per essere poi ripresi sulla base di una tecnica ad incastro che ha lo scopo di avvincere l’attenzione dell’ascoltatore e del lettore).

La voce narrante esterna è discreta, a volte commossa, più spesso ironica, soprattutto negli accenni autobiografici. Talvolta il narratore interviene per commentare ed esprimere lapidarie sentenze sulla natura umana.