LA CATTEDRALE DI SAN CATALDO A TARANTO

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Transcript della presentazione:

LA CATTEDRALE DI SAN CATALDO A TARANTO

STORIA: La Cattedrale di Taranto è la più antica della Puglia ed è dedicata al Santo Patrono. I Tarantini la costruirono a partire dall’ XI secolo nel cuore dell’isola conquistata dai Normanni. Fu dedicata all’Assunta. Durante delle ricerche al di sotto della cattedrale, è stato ritrovato un antico insediamento paleocristiano che testimonia le prime abitazioni dei cristiani nell’isola di Taranto. Nel corso del V secolo d.C, la chiesa fu dedicata a Santa Maria. C’era anche un battistero. Nel corso del X secolo, i Bizantini effettuarono diversi tentativi per influenzare con la loro religione la vita dei Tarantini, costruendo delle chiese e dei monasteri greci. Verso il 1050 l’Arcivescovo Normanno Drogone si stabilì a Taranto, inviato dai nuovi conquistatori. Nell’ultimo periodo dell’XI secolo, Taranto divenne sede dell’Arcivescovo metropolita. Berlingerio Tarantino, attribuì a Drogone la scoperta del sepolcro di San Cataldo di Rachau, un Vescovo irlandese morto a Taranto verso il VI-VII secolo. Il corpo di colui che è divenuto il Patrono della città fu seppellito nella parte del battistero attuale, come sostiene l’antica tradizione tarantina e come è stato dimostrato in occasione di ricerche attuali.

La meravigliosa e monumentale cattedrale si trova nel cuore del borgo antico di Taranto. È stata costruita e restaurata nel corso di diverse epoche e mescola vari stili architettonici ed artistici. Del vecchio stabilimento medievale che corrispondeva all’antica cattedrale di Santa Maria, sono rimaste poche testimonianze, visibili soprattutto nella cripta. I lavori realizzati durante la metà degli anni 50 hanno evidenziato gli elementi romani della cattedrale mentre la facciata e le cappelle risalgono all’epoca barocca.

La facciata esterna della Cattedrale è opera dell’architetto Mauro Manieri e risale al 1713. Lo stile risale al classicismo barocco. Si distinguono due ordini sovrapposti in maniera simmetrica. L’ordine inferiore è diviso da quattro paraste e sormontato da una decorazione dorica. L’ordine superiore presenta un finestrone vetrato centrale, incorniciato da due Angeli che si appoggiano su un timpano rotto e sormontato dalla statua di San Cataldo. Ai lati, tra parete a capitelli ionici, vi sono due nicchie che contengono le statue di Sant’Irene (a destra) e San Rocco (a sinistra). La muratura esterna della chiesa appartiene all’epoca romanica. Presenta una serie di arcate cieche, di diversa altezza, decorate all’interno da pietre chiare e scure. Il tiburio che contiene al suo interno la cupola è costituito da arcate cieche che si appoggiano su delle semicolonne con dei capitelli decorati da temi floreali. Appartiene all’epoca dell’Alto Medioevo. L’esile campanile posto all’esterno della cattedrale risale agli anni 60, dopo la demolizione della torre del campanile risalente all’inizio del XIII secolo. La facciata a nord del transetto contiene un timpano nella parte in alto e un finestrone vetrato al centro, contenente ai lati due rilievi che rappresentano due figure. Al lato della facciata, verso Piazza Arcivescovado, c’è la cappella del Battistero e due cappelle antiche dedicate a San Giuliano e San Giacomo.

Dopo aver oltrepassato la soglia d’entrata della cattedrale, si trova il vestibolo della chiesa che precede le navate romaniche. Nelle pareti laterali, si notano due affreschi: il primo,a sinistra, rappresenta San Cataldo che resuscita un morto, opera di Michele Lenti di Gallipoli, nel 1773; a destra, un affresco rappresenta l’entrata di San Cataldo a Taranto, opera di Giovanni e Cesare Caramia nel 1675. Nella parete a sinistra, si notano delle tracce della cappella di San Giuliano, che risale al primo edificio di culto del XIII secolo, dove furono ritrovate le reliquie e i resti di San Cataldo. Secondo la tradizione, in questo luogo è stato costruito il battistero. Il battistero è un vano quadrato coperto da una volta a crociera in stile gotico. Al centro c’è il fonte battesimale, un solo blocco in marmo rotondo e concavo che risale probabilmente al X secolo. Al di sopra del fonte battesimale, si trova il ciborio, una struttura architetturale destinata in origine a sormontare l’altare maggiore. Le navate della chiesa appartengono all’epoca normanna - romanica, costruite dall’Arcivescovo Drogone. In ogni parte, presentano nove colonne di altezza differente. I capitelli appartengono a due ordini: nella navata a destra, sono in stile corinzio, a sinistra, sono in stile romanico (XI secolo).

L’INTERNO DELLA CATTEDRALE

Il pavimento della chiesa presenta al suo interno un grande mosaico rappresentante Alessandro il Grande portato in cielo da due grifoni. La rappresentazione simboleggia l’orgoglio dell’imperatore che vorrebbe salire in cielo,metafora della religione cristiana. Il tetto delle navate laterali è a capriate; nella navata centrale c’è un soffitto a cassoni dove sono riposte le statue in legno di San Cataldo e della Vergine Immacolata. A partire dalla navata centrale, salendo la scalinata a destra e a sinistra della cripta, si arriva al presbiterio che è la parte della chiesa che circonda l’altare maggiore. L’altare presenta un tetto piramidale, sostenuto da quattro colonne monolitiche in porfido, con dei capitelli in stili diversi. La piccola cupola che sormonta l’altare è d’epoca bizantina e contiene le figure dei quattro Evangelisti, dipinte da Domenico Torti. Nel transetto, si trova la cappella di San Cataldo, alla destra del presbiterio.

La cappella venne commissionata dall’Arcivescovo napoletano Tommaso Caracciolo arrivato a Taranto nel 1637 per rinnovare ed abbellire la cattedrale. Si presenta in forma ellittica, preceduta da un vestibolo quadrangolare. Per passare dal vestibolo alla cappella, bisogna oltrepassare un arco, opera di Andrea Ghetti. Oltrepassato l’arco, si arriva alla cappella del Santo,di forma ellittica in stile barocco. È il solo esempio di cappella di questa forma nel sud Italia, meravigliosa e pittoresca soprattutto per la ricchezza dei marmi policromi intarsiati presenti soprattutto sulle pareti. Sulle pareti ci sono delle nicchie predisposte per ospitare diverse statue: ai lati dell’entrata, si notano le sculture di San Sebastiano a sinistra e San Marco a destra, opera di Giuseppe Pagano nel 1804; ai lati dell’altare, si notano le statue di San Pietro, a destra e di San Giovanni Battista, a sinistra. Al centro delle pareti ci sono sei statue scolpite dallo scultore Giuseppe Sammartino e realizzate tra il 1754 e 1759. Alla fine della cappella, si trova l’altare maggiore, opera molto raffinata del Lombardelli. All’interno, si conservano le reliquie di San Cataldo, visibili da una piccola finestra. Al di sopra dell’altare, c’è la nicchia che ospita la statua del Patrono. Sulla volta c’è un affresco “ La Gloria di San Cataldo” opera del pittore Paolo de Matteis e un ciclo chiamato “le Sette Storie del Santo” dipinte sul tamburo della cappella.

La Cappella del Santo Sacramento, in stile barocco è stata restaurata nel XVIII secolo, commissionata da Monsignor Caracciolo. Un cancello precede l’entrata. In alto, si sottolineano le iniziali M. P del Monte di Pietà e l’ostensorio, simbolo della confraternita del Sacramento . Si notano gli affreschi dipinti sulle pareti della cappella che l’arcivescovo Caracciolo aveva commissionato al pittore Giovanni Molinari: “L’ultima cena”, visibile a sinistra dell’entrata della cappella. A destra,si sottolinea un altro affresco rappresentante Mosé al centro ed altre figure in procinto di raccogliere la manna che cade dal cielo.

La cripta si presenta come un luogo sotterraneo a forma di croce dove si può accedere dalla navata centrale della Cattedrale attraverso una grande scalinata. Diversi elementi come la volta a crociera ci permettono di datare la cripta in epoca bizantina. Il prospetto della cripta corrisponde all’incirca alla parte finale della chiesa collocata aldilà dell’altare. La scalinata permette di accedere alla cappella di Santa Maria del Popolo che presenta sull’altare un basso rilievo in stucco che risale alla scuola fiorentina della seconda metà del XIII secolo. Due accessi laterali conducono alla cripta vera. È divisa in due navate da colonne basse con lastre sormontate da volte a crociera. Ci sono vari affreschi nella cripta che risalgono al XIII e al XIV secolo. Nella zona dell’abside, si nota un affresco che rappresenta San Cataldo.