Il fratello di Saffo e il Palazzo di Ulisse

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Transcript della presentazione:

Il fratello di Saffo e il Palazzo di Ulisse IL FUTURO DEL PASSATO Il fratello di Saffo e il Palazzo di Ulisse

rapporto tra passato, presente e futuro ASTROFISICA paragonabile all’archeologia scienza vecchia e nuova

L’astrofisica è ciò che agli uomini viene in mente quando si chiede di pensare a una scienza proiettata nel futuro. Da sempre l’astrofisica è considerata una scienza vecchia e nuova, perché utilizza macchinari all’avanguardia e modernissimi per osservare le immagini provenienti dall’universo creatosi milioni e miliardi di anni fa. L’archeologia grazie a testi antichi e ritrovamenti ci fa conoscere le nostre origini e vedere il legame con il presente e con il futuro. Quindi lo studio dell’antichità non è un’attività chiusa, ma aperta al futuro

carme dedicato al fratello nuova immagine: “donna manager” SAFFO paragone con l’iliade poetessa del settimo e con Paride secolo a.C

Da poco è stata ritrovata un’opera che Saffo ha composto nel settimo secolo a.C ma per noi è una poesia “nuova” poiché trovata e analizzata recentemente e soprattutto perché non avendo quasi nessuna opera completa di Saffo il suo stile ci è del tutto nuovo. Nella poesia (carme), Saffo racconta del fratello Carasso che si trova in Egitto per esportare il vino prodotto dalla famiglia di Saffo e per cercare e comprare articoli di lusso. Durante questo suo viaggio Carasso si invaghisce di una donna, Radopi, dimenticando la famiglia, il perché si era recato in Egitto… Con questa poesia, Saffo, ci dà un’immagine di lei, molto diversa e inusuale rispetto alla classica donna del tempo. Si presenta quasi come una “donna manager” che in momentanea assenza del fratello si prende carico dell’azienda di famiglia.

Saffo nella sua opera si collega e cita più volte passi o avvenimenti dell’Iliade omerica. Se si osserva bene, in Carasso ritroviamo le caratteristiche di un eroe omerico: Paride. Paride, oltre a provenire da una nobile famiglia esattamente come Carasso, viaggia alla ricerca di ricchezze e guadagni e si innamora perdutamente di una straniera rapendola e portandola con sé a Troia: la regina Elena, moglie di Menelao re di Sparta. Come Paride è il protagonista e il colpevole dello scoppio della guerra di Troia e porta vestiti e doni preziosi dalla Fenicia, così Carasso è il protagonista dell’opera della sorella e colpevole delle responsabilità ricadute su Saffo. Conoscere il comportamento di Carasso ci fa capire come un uomo del genere fosse una figura tipica della società della Grecia arcaica.

ma tu sempre ripeti alla noia “Carasso è arrivato con la nave carica” .. ma tu sempre ripeti alla noia “Carasso è arrivato con la nave carica”. È un cosa, credo, che sanno Zeus e tutti gli dèi, però tu non devi pensare a questo, ma accompagnarmi e invitarmi a pregare tanto Era regina perché Carasso arrivi qui, con la sua nave  salva, e ci trovi sani e salvi. Il resto  affidiamolo tutto agli dèi; il bel tempo improvviso succede  a grandi tempeste. Felici e straricchi diventano quelli a cui vuole il re dell’Olimpo inviare un nume apotropaico  per le sventure; anche noi, se Larico alzasse la testa e un giorno diventasse uomo, allora da un grande peso dell’anima saremmo subito liberi.

coppa di Nestore tripodi nella grotta sulla tomba palazzo di poemi omerici probabile Nestore di Pilo palazzo di Ulisse testi e fonti corrispondono scritture in greco arcaico sulle tavolette

Il ritrovamento di una coppa in terracotta sulla tomba di un bambino vissuto sull’isola di Ischia è un esempio che dimostra quanto l’Iliade e le opere omeriche siano diffuse nel mediterraneo anche in luoghi distanti da dove sono stati scritti i poemi. Sulla coppa sono incise queste parole : “Sono la coppa di Nestore, buona per bere; chi berrà da questa coppa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona”. Questi versi si riferiscono ad un passo molto rilevante dell’Iliade: il momento in cui Nestore re di Pilo, saggio e vecchio del tempo, si rassegna alla decisione di Achille di non tornare mai più a combattere e quindi chiede a Patroclo di prendere il suo posto in guerra. Nestore prima di andare da Patroclo per la fatidica domanda, si rimette in forze dopo essere stato in battaglia, bevendo un infuso energetico preparatogli da una schiava e messo in una coppa d’oro di cui Nestore è particolarmente orgoglioso.

Apparentemente la coppa con su è inciso il passo dell’Iliade, non ha nessun effettivo legame col defunto, ma il significato che gli studiosi vi hanno attribuito è di tipo simbolico. Esprime il sentimento di orgoglio che la comunità prova per essere greci e per discendere da un popolo che ha fatto grandi cose da cui ancora noi oggi impariamo. Nel secolo scorso, tra il 1952 e il 1965 è stato riportato alla luce il palazzo di Nestore in cui si ritrovano tavolette d’argilla su cui sono registrati tutti gli accessi al palazzo in greco e questo fa capire che i micenei (achei dell’Iliade) parlavano greco, un greco certamente diverso da quello classico, ma pur sempre greco.

Per quanto riguarda l’Odissea invece si può prender come esempio una scena precisa del poema omerico: il momento in cui Ulisse tornato ad Itaca si preoccupa di mettere al sicuro i suoi beni e la bella Atena gli consiglia di nascondere i suoi ori, i tripodi di bronzo e il bottino in una grotta in riva al mare. All’inizio del novecento degli archeologi britannici hanno fatto una scoperta sensazionale: una grotta in riva al mare a Itaca con all’interno dei tripodi di bronzo antichissimi. Il Poema spiega quindi a posteriori qualcosa che già esiste, il ritrovamento infatti non può essere una coincidenza.

Ipoteticamente la stessa cosa successa per Nestore e Pilo (ritrovamento di testi che narrano delle sue imprese all’interno del suo palazzo), sarebbe successa anche per Ulisse a Itaca. L’unica differenza però sta nel fatto che la sicurezza di aver trovato il palazzo di Ulisse non l’abbiamo

DISPOTIKO’

ARCHEOLOGIA SUBACQUEA Satiro di Mazara Bronzi di Riace del Vallo V secolo a.C ARCHEOLOGIA SUBACQUEA mercato opere d’arte Marmi del Partenone tutela patrimonio (contesi tra Grecia e Londra) artistico

Anche l’archeologia subacquea ci aiuta a conoscere il passato e a capire il presente. A differenza dei reperti trovati con gli scavi, si basa su perlustrazioni sistematiche. La particolarità di questa archeologia è che essendo questi ritrovamenti scollegati dal contesto, prevale l’analisi del pregio artistico e l’analisi della dimensiona marina (che rotte facevano? che porti avevano?). un esempio concreto di queste perlustrazioni è il rinvenimento dei “Bronzi di Riace” e del “Satiro danzante di Mazara del Vallo”. I Bronzi di Riace sono stati ritrovati da un sub dilettante nel 1972 e sono un reperto di pregio artistico che suggeriscono importanti deduzioni storiche. Spesso questi ritrovamenti sono conseguenza di naufragi di navi che trasportavano oggetti dalla Grecia a Roma e questi oggetti erano destinati ad ornare le case dei ricchi romani. Come accade ancora ai giorni nostri esistevano mercanti d’arte disposti a tutto pur di procurarsi pezzi pregiati e rari.

Ancora una volta l’archeologia e lo studio della storia greca si dimostrano collegate alla realtà. Infatti il mercato delle opere d’arte e la tutela del patrimonio artistico sono argomenti modernissimi. La Grecia presenta ancora casi aperti come quello dei “marmi del Partenone” che si trascina da più di un secolo. All’inizio dell’800 il diplomatico britannico Lord Elgin ottenne il permesso, dagli Ottomani, di prelevare dalla Grecia delle sculture rinvenute nell’acropoli greca. Oggi sono conservati al British Museum, ma il governo greco reclama ancora queste opere ritenendole di proprietà greca. Questo è un bellissimo esempio del fatto che l’antichità non è una parte chiusa o obsoleta della storia, anzi … provoca ancora grande scalpore e interesse.

Giulia Corvino e Matilde Valentini.