La relazione, carisma della coppia e della famiglia

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Transcript della presentazione:

La relazione, carisma della coppia e della famiglia Parrocchia di San Benedetto Abate – Scorzè domenica 13 gennaio 2013 La relazione, carisma della coppia e della famiglia La relazione tra gli sposi cristiani alla luce del mistero Cristo-Chiesa

Premessa: - la nostra vita è piena di relazioni - noi siamo le nostre relazioni

Quando siamo innamorati, viviamo un tempo di grazia: - ci rendiamo conto che non bastiamo a noi stessi, - scopriamo che quella persona diventa “prediletta” (la relazione io-tu esclusiva) - impariamo a fidarci ciecamente dell'altro.

Il sacramento del matrimonio luogo e tempo dove la coppia può fare esperienza dell'amore di Dio, e del quale è segno vivo e incarnazione

Il sacramento del Matrimonio è segno efficace - per gli sposi, - per la Chiesa, - per il mondo.

proprio degli sposi cristiani: Il carisma proprio degli sposi cristiani: la relazione d'amore

Essere una cosa sola, è il linguaggio dell'amore che diviene comunione. La relazione d'amore ci ha fatto intuire come la mia felicità non proviene da una mia scelta solitaria, ma da un bene cercato insieme, un bene che diventa occasione di felicità per tutti e due. E l'amore di Cristo, che ci ha promesso di abitare con noi, ci ha custodito e sospinto, senza che quasi ce ne accorgessimo.

La relazione vi farà liberi Come ci ha mostrato Gesù, è solo nella libertà che si può amare. La libertà è la strada da percorrere, non il punto di arrivo.

Volere (decidersi per) il bene dell'altro. Cercare la comunione tra sposi significa: - comprendere in profondità il bene dell'altro e il nostro, per cercare di dargli una risposta. - ascoltarsi per intuire che cosa c'è nella profondità dell'altro, così da inventare insieme quello stile di vita che può far bene ad entrambi.

possiamo accompagnarci I gesti dell'amore nella quotidianità La santità della coppia cresce grazie alla “spiritualità dell’ordinario” Nel matrimonio tutto ha significato, bisogna imparare a scoprire che è nel quotidiano che noi (sposati) possiamo accompagnarci reciprocamente alla santità.

Una relazione alla pari Genesi annuncia che la donna è simile all'uomo, nel senso che gli sta davanti come qualcuno nel quale l'uomo può rispecchiarsi, ma anche col quale deve confrontarsi. Spesso sentiamo dentro di noi una doppia tentazione. Da un lato, quella di sottomettere l'altro, di portarlo a fare la propria volontà. Dall'altro quella di adattarmi, tenendo da parte, quasi nascondendo ciò che sono veramente per andare d'accordo.

La relazione d'amore della coppia è immagine della relazione trinitaria.

La comunione non cancella la diversità, ma la diversità non spezza la comunione. L'amore degli sposi è il cammino di due persone che sono diverse, ma si tengono per mano. La differenza tra noi due rimarrà: la comunione perfetta è solo quella trinitaria. La differenza, e insieme la ricerca di una strada comune, ci allenano ad andare oltre, a guardare in avanti, spinti dalla fiducia che il Signore abbia posto per noi insieme un bene più grande di quel che da soli possiamo immaginare.

Il partner è il primo “altro” che incontriamo nelle nostre giornate, quello che ci stimola continuamente a non fermarci sulle nostre presunte certezze, ma a rimetterci sempre in cammino verso tutti gli altri che incontriamo sulla nostra via. La “differenza più diversa” rimane quella di nostro marito/nostra moglie, perché è quella che conosciamo più da vicino, più in profondità, e che viene a incidere nella nostra intimità.

Dalla relazione di coppia alle relazioni familiari

nel mistero Cristo-Chiesa La relazione sponsale nel mistero Cristo-Chiesa Con il sacramento del matrimonio gli sposi vengono conformati a Cristo e la relazione sponsale ha come fondamento la relazione d'amore Cristo-Chiesa.

Gli sposi cristiani hanno come loro proprio carattere il cammino di conformazione sempre più completa a Cristo-Sposo.

La celebrazione eucaristica ci “educa” a scoprire un amore che è inarrivabile su questa terra, ma che è fatto della stessa pasta: la libera scelta del dono di sé all'altro. La celebrazione ci ricorda che una relazione all'insegna dell'amore di Gesù è fatta di perdono reciproco, di offerta di sé, di gesti di comunione...

Ognuno di noi, nella celebrazione eucaristica, è invitato a fare un salto nella qualità delle relazioni d'amore. E per noi sposi si tratta di imparare la logica della totale gratuità, quella della croce. Come sposi siamo chiamati a conformarci a questa nuova prospettiva: così scandalosa per il mondo, ed invece così creativa, innovativa, feconda, che ci apre alla vita (quella della risurrezione).

Di fronte alle sconfitte, persino di fronte agli abbandoni siamo chiamati a disporci, dunque, come Cristo che rimane fedele, proprio nel tempo dell'infedeltà. Il dono di sé non ricambiato diventa il gesto di amore completamente gratuito, che fa vedere l'amore di Dio: totale e fedele, sul serio.

La relazione sponsale, è chiamata a rendere concreto e quotidiano un amore: totale: coinvolge tutto di noi, il nostro tempo, i nostri pensieri, i nostri gesti, ... unico: nasce dalla sintesi di unità ed indissolubilità fedele: un richiamo ad essere fedeli nel tempo, ma sopratutto nella cattiva sorte, nel tempo della lacerazione, dove la fedeltà diventa gratuità, fecondo: intesa per tutti gli sposi come apertura e cura della vita (di tutti coloro che incontriamo) e per coloro che hanno il dono dei figli come specifico compito (ministero) educativo.

Gli sposi sono pertanto il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce; sono l'uno per l'altra e per i figli, testimoni della salvezza, di cui il sacramento li rende partecipi. (F.C. 13)