Economia I monetaristi - 1 Alcuni punti caratterizzano le impostazioni monetariste 1. Si basano sulla teoria quantitativa della moneta, espressa con l’equazione di Fisher (1867-1947) MV = PQ, dove M è la quantità di moneta, V la velocità di circolazione (numero di transazioni in cui entra la moneta in un’unità di tempo), P il livello generale dei prezzi, Q la quantità di beni e servizi prodotta e scambiata: se V e Q sono fisse nel breve periodo (Q è la produzione massima, di piena occupazione) si ha una relazione tra M e P, nel senso che + M + P, quindi la quantità di moneta determina il livello generale dei prezzi, non le quantità (neutralità, dicotomia classica). Secondo Keynes se Q non è la quantità di piena occupazione è possibile + M + Q, attraverso una riduzione dei tassi di interesse che fa aumentare investimenti e produzione. 2. La domanda di moneta (Fiedman 1912-2006) è poco sensibile ai tassi di interesse, ha elevata sostituibilità con beni di consumo durevole, con attività finanziarie (azioni, obbligazioni), con il capitale umano (istruzione), secondo le preferenze dei consumatori, che decidono in base a redditività e preferenze. Variando M si hanno variazioni proporzionali corrispondenti di domanda dei beni sostituibili e dei loro prezzi. LM Secondo i monetaristi non ha rilevanza la domanda di moneta speculativa: nel modello IS-LM la LM è verticale, in corrispondenza di un equilibrio ‘naturale’ di Y (YE , il massimo possibile) che non può essere stabilmente aumentato. r r1 Una politica economica espansiva (aumento della spesa pubblica G, diminuzione delle imposte T, aumento del disavanzo D = G - T) che tenti di aumentare YE spostando in alto la IS in IS’ ha come unico effetto un aumento di r da rE a r1 ed è inefficace: la spesa pubblica in investimenti causa, facendo aumentare r, uno spiazzamento (crowding out, una riduzione) corrispondente ed uguale di investimenti privati e Y non aumenta. IS’ rE IS YE Y