Paolucci, Signorini La storia in tasca

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Transcript della presentazione:

Paolucci, Signorini La storia in tasca Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento Volume 4 1. La rivoluzione industriale 2. L’età dell’Illuminismo 3. La rivoluzione americana: nascono gli Stati Uniti 4. La rivoluzione francese Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

Capitolo 3 La rivoluzione americana: nascono gli Stati Uniti Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

Le tredici colonie inglesi d’America In Nord America l’Inghilterra possedeva già tredici colonie, formatesi sulla costa dell’oceano Atlantico a partire dal 1607, anno in cui avvenne il primo sbarco. Intorno al 1775, le tredici colonie contavano circa due milioni e mezzo di abitanti, in rapidissima crescita. - I coloni erano in grande maggioranza inglesi, ma non mancavano irlandesi, svedesi, polacchi, tedeschi. C’erano fra loro anglicani, puritani, luterani, cattolici, ebrei e rappresentanti di numerose altre sètte religiose. - Molti erano i motivi per cui tante persone lasciavano il vecchio mondo per sfidare la sorte in un continente sconosciuto. I coloni inglesi sbarcati in Virginia nel 1607 erano in gran parte degli avventurieri, attirati dal miraggio dell’oro. I «Padri Pellegrini», approdati in Massachusetts nel 1620, erano puritani, perseguitati nell’Inghilterra di Carlo I a causa della loro religione. La Georgia fu popolata all’inizio da un gruppo di condannati per furto o per altri reati, ai quali si concedeva di rifarsi una vita nel nuovo mondo. Fra gli immigrati, i più volevano sfuggire alle guerre interminabili che insanguinavano l’Europa o erano alla ricerca di una maggiore libertà politica e religiosa. - Fra le cinque colonie del sud e quelle del centro e del nord esistevano forti differenze economiche e sociali. Al sud si erano sviluppate ricche piantagioni di tabacco, canna da zucchero, indaco, cotone. I grandi latifondisti erano pochi, vivevano in belle ville, circondati da numerosa servitù di colore, e conservavano, oltre oceano, i costumi signorili della nobiltà inglese di campagna, da cui a volte discendevano. La manodopera delle piantagioni era costituita da schiavi neri, che nel 1775 ammontavano a più di un quarto dell’intera popolazione, ma erano privi di ogni diritto.  - Nel centro e nel nord predominava la piccola proprietà. La maggioranza dei coloni conduceva un’esistenza modesta, benché non povera.  - Con le popolazioni indigene, ovvero con gli indiani o pellerossa, i coloni ebbero all’inizio rapporti abbastanza amichevoli. Ma il rapido sviluppo delle colonie e la progressiva avanzata dei coloni verso ovest provocarono una serie di implacabili guerre, che si conclusero soltanto nell’Ottocento. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

Le colonie e l’Inghilterra: la guerra d’indipendenza americana I rapporti fra i coloni americani e la madrepatria peggiorarono: l’imposizione di tasse da parte del governo inglese fece insorgere le colonie che, attraverso i loro rappresentanti, si riunirono in un’assemblea detta Congresso e decisero di separarsi dalla madrepatria rendendosi indipendenti. Il 4 luglio 1776 fu approvata la Dichiarazione d’indipendenza scritta da Thomas Jefferson. - Il governo inglese ritenne giusto che i coloni stessi contribuissero alle spese per il proprio governo e la propria difesa, pagando alcune tasse. Così, nel 1765, impose loro di applicare una marca da bollo su tutti i documenti, i libri e i giornali. Il fatto era grave, perché fino allora le tasse erano state fissate dalle assemblee locali, non da Londra, perciò i coloni si rifiutarono di obbedire. Non solo i coloni si rifiutarono di pagare, ma decisero anche di boicottare le merci importate dall’Inghilterra. - Nel 1773, alcuni cittadini di Boston, travestiti da pellerosse, manifestarono la loro protesta contro la madrepatria rovesciando in mare tutto il carico di tre navi inglesi che trasportavano tè. Londra reagì duramente, chiudendo al traffico il porto di Boston ed inviando in America nuove truppe per ridurre i ribelli all’obbedienza. - Negli Stati Uniti d’America il 4 luglio è festa nazionale. - La Dichiarazione d’indipendenza conteneva tre punti fondamentali: 1) tutti gli uomini sono stati creati uguali e hanno diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità; 2) i governi sono stati istituiti per garantire questi diritti; 3) quando un governo opera in contrasto con questi fini, è diritto del popolo abolirlo e istituirne uno nuovo. Erano dunque idee illuministe quelle su cui intendeva fondarsi il nuovo Stato americano. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

I Coloni sconfiggono la madrepatria Alla Dichiarazione d’indipendenza fece seguito la guerra. Nel 1777 i coloni riportarono la prima grande vittoria a Saratoga: gli Inglesi furono definitivamente sconfitti a Yorktown (1781) da un esercito per metà americano e per metà francese. Col trattato di Versailles, l’Inghilterra fu costretta a riconoscere, nel 1783, l’indipendenza delle colonie americane: il nuovo Stato prese il nome di Stati Uniti d’America (United States of America o, abbreviato, U.S.A.). - Gli Inglesi disponevano di truppe ben addestrate, inoltre potevano contare sull’appoggio dei coloni «lealisti», rimasti fedeli alla madrepatria, e di alcune tribù indiane, che speravano di frenare l’avanzata degli stranieri nella loro terra. - I coloni ribelli invece si battevano con coraggio, ma non erano abituati alle lunghe campagne di guerra né alla disciplina militare. Toccò al generale George Washington il compito di trasformare queste truppe indisciplinate in un vero esercito, efficiente e vittorioso. Intanto Benjamin Franklin, l’inventore del parafulmine, percorreva l’Europa per sostenere la causa degli Americani contro il governo inglese. - Anche Francia, Spagna e, più tardi, Olanda dichiararono guerra all’Inghilterra, nella speranza di recuperare i territori americani perduti e di infliggere un colpo mortale al commercio inglese. Il loro intervento fu importante per le sorti della guerra.- Il congresso stabilì che la bandiera dei tredici Stati avesse tredici strisce alternate bianche e rosse e che l’unione fosse simboleggiata da tredici stelle bianche su fondo azzurro. Oggi la bandiera contiene cinquanta stelle, perché altri Stati si sono aggiunti al nucleo iniziale delle tredici colonie atlantiche. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

Gli Stati Uniti si espandono Dopo la vittoriosa guerra d’indipendenza la spinta del popolo americano verso l’ovest (West) diede inizio alla cosiddetta conquista del West. Lo Stato americano, con una delle sue prime leggi, permise a tutti di appropriarsi di nuove terre dietro pagamento di una cifra minima. Altre terre furono conquistate con la forza delle armi. - Nel 1787, i rappresentanti dei tredici Stati riuscirono ad accordarsi sul testo di una costituzione che, nonostante alcune modifiche, sta anche oggi alla base della nazione americana. Gli Stati Uniti sono da allora una federazione, cioè un’unione di Stati. Il primo presidente degli Stati Uniti fu George Washington: da lui prese il nome la nuova capitale, inaugurata nel 1801. - Nel 1803 il governo degli Stati Uniti acquistò dalla Francia la Louisiana, uno sterminato territorio dagli incerti confini, che si estendeva a occidente del Mississippi. Nuovi acquisti furono compiuti nel 1819, quando la Spagna cedette agli USA la Florida, e ancora nel 1867, quando lo zar di Russia vendette agli Stati Uniti il territorio dell’Alaska, di cui si ignoravano le ricchezze in oro e petrolio. - Gli Stati Uniti entrarono in conflitto con la Repubblica del Messico per una questione di confini dopo aver annesso il Texas (1845). La guerra durò due anni (1846-1848); infine gli Stati Uniti, vittoriosi, occuparono tutti i territori messicani a nord del Rio Grande (fra cui i futuri Stati di California, Nevada e Arizona). Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

Lo sterminio degli Indiani Con l’avanzare della linea di frontiera – il confine via via raggiunto dai bianchi – i pellerossa venivano scacciati dalle loro terre. Questi si opposero accanitamente all’invasione dei loro territori, ma gli scontri con i coloni e con l’esercito americano, le malattie (spesso portate dai bianchi) e la strage dei bisonti – animali dal cui sfruttamento dipendeva la loro stessa esistenza e che i cacciatori bianchi abbattevano a migliaia – finirono per provocarne lo sterminio quasi totale. Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013

Paolucci, Signorini La storia in tasca Paolucci, Signorini La storia in tasca. Dalla metà del Seicento all’inizio del Novecento © Zanichelli editore 2013