Il Natale in Italia
Andiamo a vedere quali….. Tra feste, doni, Presepi e addobbi il Natale è la festa più aspettata e preferita, soprattutto dai bambini Il Natale, per noi cristiani cattolici, si festeggia tra la notte del 24 e del 25 dicembre, la notte in cui nacque Gesù Bambino. Per noi il Natale assume un importantissimo significato, che va oltre ai doni, a Babbo Natale, ed è la nascita di Gesù. In Italia ci sono molte tradizioni legate al Natale. Andiamo a vedere quali….. Andiamo a vedere quali…
L a leggenda di Babbo Natale Tra le più famose, ma non per questo la più importante, c’è quella di Babbo Natale. La leggenda vuole che Babbo Natale sia Santa Claus. La tradizione dice che Babbo Natale porti ai bambini buoni i doni richiesti, mentre a quelli cattivi non porti niente. I bambini chiedono a Santa Claus cosa desiderano per Natale scrivendo a lui una lettera, indirizzata al Polo Nord, dove, secondo la leggenda, si trova la fabbrica di giocattoli di Babbo Natale, dove vengono costruiti i doni richiesti dai bambini. Inoltre, la leggenda dice che Babbo Natale consegna i doni a ogni bambino del mondo passando all’ interno del camino di ogni casa.
Il Presepe Questa usanza, all'inizio prevalentemente italiana, ebbe origine all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione della Natività, dopo aver ottenuto l'autorizzazione da Papa Onorio III. Francesco era tornato da poco (nel 1220) dalla Palestina e, colpito dalla visita a Betlemme, intendeva rievocare la scena della Natività in un luogo, Greccio, che trovava tanto simile alla città palestinese.
L’ albero di Natale L'albero di Natale è, insieme con la tradizione del Presepe, una delle più diffuse usanze natalizie. Si tratta in genere di un abete o un sempreverde addobbato con piccoli oggetti colorati, luci, festoni, dolciumi, piccoli regali impacchettati e altro. Questo può essere portato in casa o tenuto all'aperto, e viene preparato qualche giorno o qualche settimana prima di Natale (spesso nel giorno dell'Immacolata concezione) e rimosso dopo l'Epifania. Soprattutto se l'albero viene collocato in casa, è tradizione che ai suoi piedi vengano collocati i regali di Natale impacchettati, in attesa del giorno della festa in cui potranno essere aperti.
Il ceppo di Natale Quella del ceppo di Natale o ceppo natalizio o ciocco natalizio è considerata una delle più antiche tradizioni natalizie: si tratta di un'usanza risalente almeno al XII secolo e che fino al XIX secolo-inizio XX secolo era molto diffusa in vari Paesi europei, dalla Scandinavia e la Gran Bretagna fino alle Alpi e le penisole balcanica e iberica. L'usanza aveva luogo la Vigilia di Natale, quando il capofamiglia - con una particolare cerimonia di buon augurio (in genere un brindisi) - bruciava nel camino di casa un grosso tronco di legno, che poi veniva lasciato ardere anche nelle successive dodici notti fino all'Epifania; i resti del ceppo venivano poi conservati, in quanto si attribuivano loro proprietà magiche (si credeva che favorissero il raccolto, l'allevamento, la fertilità delle donne e degli animali e la salute e che proteggesse dai fulmini) e spesso venivano riutilizzati per accendere il ceppo dell'anno successivo.
I portatori di doni a Natale I portatori di doni a Natale sono, oltre a Babbo Natale, Santa Lucia e la Befana
Santa Lucia Secondo la tradizione, Santa Lucia nella notte del 13 dicembre, porta i doni ai bambini, i quali, preparano una tazza di tè per la Santa e un piatto di farina per il suo asinello. La tradizione dice inoltre che se un bambino si fa trovare sveglio dalla Santa, essa lo accieca buttandogli negli occhi della sabbia o del carbone.
La befana La Befana, corruzione lessicale di Epifania, è una figura folcloristica legata alle festività natalizie, tipica di alcune regioni italiane e diffusasi poi in tutta la penisola italiana, meno conosciuta nel resto del mondo. Secondo la tradizione, si tratta di una donna molto anziana che vola su una logora scopa, per fare visita ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio (la notte dell'Epifania) e riempire le calze lasciate da essi, appositamente appese sul camino o vicino a una finestra; generalmente, i bambini che durante l'anno si sono comportati bene riceveranno dolci, caramelle, frutta secca o piccoli giocattoli. Al contrario, coloro che si sono comportati male troveranno le calze riempite con del carbone o dell'aglio.
Il pandoro La ricetta pare derivi anche dal "pane de oro" che veniva servito intorno al XIII secolo sulle tavole dei nobili veneziani. Si chiamava così perché veniva ricoperto di foglie d’oro zecchino. La nascita della ricetta moderna, almeno come la intendiamo oggi, risale all'Ottocento, come evoluzione del nadalin, dolce veronese. Il 14 ottobre 1894 Domenico Melegatti, fondatore dell'omonima industria dolciaria veronese, depositò all'ufficio brevetti un dolce morbido e dal caratteristico corpo a forma di stella a otto punte, opera dell'artista Angelo Dall'Oca Bianca.
Il panettone Il cuoco al servizio di Ludovico il Moro fu incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale a cui erano stati invitati molti nobili del circondario, ma il dolce, dimenticato per errore nel forno, quasi si carbonizzò. Vista la disperazione del cuoco, Toni, un piccolo sguattero, propose una soluzione: «Con quanto è rimasto in dispensa – un po' di farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche uvetta – stamane ho cucinato questo dolce. Se non avete altro, potete portarlo in tavola». Il cuoco acconsentì e, tremante, si mise dietro una tenda a spiare la reazione degli ospiti. Tutti furono entusiasti e al duca, che voleva conoscere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò il segreto: «L'è 'l pan del Toni». Da allora è il "pane di Toni", ossia il "panettone".
Fine Grazie per l’attenzione Realizzato da Giada Marcianti, Mario Tomasino, Francesca Genuardo Salvatore Caronia II A di Giuliana Fine Grazie per l’attenzione