Come costruire una significativa relazione educativa Electra Stamboulis Ravenna 21 dicembre 2018
Chi è quel bambino, quella bambina? Partire dalla Filosofia «Gli esseri umani vengono messi al mondo» e l’essenza dell’educare risiede nel «dare inizio ad un mondo nuovo partendo da esseri “nuovi” per nascita e per natura». Attraverso l’attenzione all’unicità di ogni essere umano, l’educazione raccoglie al suo interno la componente della novità, perché ogni uomo non è «uno straniero nel mondo, ma qualcosa che non c’è mai stato prima d’ora». (da Hanna Arendt, Tra passato e futuro, ed. it. 1991).
E cosa ci dice la Pedagogia? Aldo Agazzi (pedagogista di ispirazione cristiana, ): Ognuno viene nel mondo per così dire in educatione, educando ed educatore nato; come persona che ha bisogno di educazione e che sente il bisogno di educare, perché l’educazione si riceve e si dà. Ma soprattutto bisogna ritornare alle origini: a Maria Montessori
Formazione materiale, scientifica e spirituale Spogliarsi dei preconcetti Cambiare le abitudini morali Essere un osservatore gioioso Sono per Montessori i prerequisiti del buon maestro: non insegna “questo”, ma insegna “così”. Non portiamo i bambini, ma lasciate che vengano a me. «Il punto più importante è rispettare tutte le forme d’attività ragionevole del bambino e capirle. Il secondo principio è che si deve assecondare per quanto sia possibile il desiderio di attività del bambino: non servirlo, ma iniziarlo all’indipendenza. [...] Terzo principio: dato che il bambino è sensibile – molto più di ciò che si pensi – alle influenze esteriori, dobbiamo essere molto prudenti nei nostri rapporti con lui» Maria Montessori (1920)
Tradotto in pratiche Intervenire il meno possibile Motivare all’autonomia Educatore è angelo custode che vigi la affinché il lavoro dei bambini NON venga disturbato
In cosa siamo diversi dai bambini «La vita dell’adulto è assolutamente differente della vita del bambino»: Lubienska, allieva Montessori, lo ripeteva ad ogni inizio lezione. Che significa?
Il nostro nemico: l’errore «Di frequente ne siamo ossessionati e come posseduti da una fissazione, non sempre cosciente, circa gli sbagli nei quali il bambino può incorrere. Perfino prima ancora che li abbia commessi diventiamo ansiosi, nervosi, sicuri che si verificheranno. Non è facile convivere con qualcuno in preda all’ansia, eppure il bambino vi è spesso costretto da adulti di questo tipo, preoccupati di correggere i minimi sbagli, convinti che se non sono attenti ad ogni errore fin dal principio lo sviluppo ne risulterà danneggiato» (Albert Joosten). Come gestire l’errore?
Come si impara e se si impara la relazione «La maestra deve imparare una certa tecnica formale se aspira ad essere educatrice del bambino: un po’ come una persona vicina ad un re deve conoscere le regole dell’etichetta. Ma evidentemente la maestra deve sapere che forse essa potrà acquistare questa tecnica con la pratica, e che lei non può plasmare il bambino. Questa preparazione è quella che differisce dalle altre maestre. La maestra deve imparare a non agire». Montessori (1929) La prima tecnica della relazione è l’osservazione e il rispetto dei tempi. Esattezza e spirito scientifico: non c’è posto per l’approsimazione. Il bambino esperto di statistica: è così che Stani slas Dehaene ha intitolato il suo corso di psicologia cognitiva sperimentale al Collège de France per l’an no