L’ITALIA e l’EUROPA nel ‘500 Linee di sviluppo in un fondamentale momento storico
Rif. Cap. 1 ANTEFATTI Pochi anni nello scorrere della storia umana sono stati così decisivi come il 1492: in quell’anno, infatti, all’Europa si dischiuse la via che conduceva al continente americano, con le sue terre e le sue immense ricchezze. Dopo secoli, il Mediterraneo cessava di essere il centro del mondo: il fulcro d’interesse veniva spostato sulle coste dell’Atlantico, anche se a colonizzare le nuove terre sarebbero state comunque le nazioni europee: l’Europa continuava a rimanere il continente egemone in un orizzonte che si andava sempre più allargando. Per questo, dal 1492 si fa convenzionalmente iniziare l’Età Moderna. Nel 1494 il Trattato di Tordesillas precisa la «raya», già fissata da papa Alessandro VI nel 1493, che divide i possessi portoghesi da quelli spagnoli nell’America Meridionale; nel frattempo Giovanni Caboto, navigando per conto dell’Inghilterra, nel 1498 scopre il continente nord-americano, esplorato poco dopo per conto della Francia da Giovanni da Verrazzano e da Cartier. I portoghesi gettano le basi del loro Impero in India, il Viceré risiede a Goa. Nel 1500 Pedro Alvarez de Cabral raggiunge il Brasile.
La Spagna Dagli inizi del secolo gli Spagnoli partono alla conquista dell’America e passano di successo in successo: conquistano il Messico, il Perù e la Colombia. Mappa dell'Impero Ispano-Portoghese all'epoca dell'Unione Iberica delle due corone (1581–1640). In rosso scuro i territori spagnoli, in rosso-arancio quelli portoghesi
Nuovi prodotti sul mercato europeo In Europa giungono prodotti agricoli prima sconosciuti come la patata, il mais e il tabacco, ma soprattutto oro, una quantità d’oro tale da provocare un forte rialzo dei prezzi (inflazione). Johann T. de Bry, Schiavi che cercano l’oro per conto degli spagnoli, illustrazione tratta dal De America conservata a Berlino, Kunstbibliothek, Staatliche Museen. dobloni d’oro spagnoli Lo sai che… Dal 1503 al 1560 la Spagna importa dai suoi possedimenti americani 180 tonnellate d’oro e 17.000 tonnellate d’argento; le quantità di questo diventano ancora più sbalorditive con lo sfruttamento intensivo delle miniere peruviane scoperte nel 1543; nel 1596-1600 c’è un’importazione di metalli preziosi pari a 6.885,700 chilogrammi di argento puro.
La pirateria e le «lettere di corsa» Molti dei tesori rinvenuti in America però non giungono mai a destinazione. Infatti inglesi, olandesi e francesi, che non hanno ancora costituito un Impero coloniale, si dedicano al brigantaggio e alla pirateria assaltando le navi spagnole e portoghesi e depredandole dei loro tesori: famosi rimangono i corsari John Hawkins (1532-1595), suo cugino Francis Drake (1541-1595), Martin Frobisher (1535-1594) e Thomas Cavendish (1555-1592). La regina Elisabetta sfrutta il fenomeno: con la «lettera di corsa» i pirati sono autorizzati ad attaccare e saccheggiare le navi degli Stati nemici e ad ostacolarne i commerci. Francis Drake, per i suoi servizi alla Corona inglese fu nominato Sir dalla regina Elisabetta a bordo della sua nave, la Golden Hind.
L’Italia A questa ondata di vitalità che investe l’Europa, l’Italia rimane estranea. La Pace di Lodi del 1454, conferma cinque maggiori potenze: Venezia, Milano, Firenze, stato pontificio e Napoli, che si consumano nella ricerca di un equilibrio interno. Mentre la Spagna si presenta ormai come un forte Stato unitario, mentre la Francia e l’Inghilterra lo stanno diventando, l’Italia resta divisa, partecipando delle vicende dell’una e dell’altra parte. Il XV e il XVI furono però anche secoli di incomparabile splendore per l’Italia, che, con la cultura rinascimentale, diventò il centro della civiltà europea attraverso il Rinascimento e l’Umanesimo
L’anno cruciale per l’Italia è il 1494 L’anno cruciale per l’Italia è il 1494. Sul trono di Francia siede Carlo VIII, sia perché è erede degli Angioini di Napoli, sia perché è attorniato da molti nobili scalpitanti, desiderosi di terre, decide di scendere in Italia con il suo esercito. Il pretesto gli viene dato dal duca di Milano Ludovico Sforza, detto il Moro, che temendo l’ostilità dei suoi familiari e degli altri potentati italiani, chiama in aiuto il re francese. Nella Penisola, il Sovrano non incontra resistenza: trova o alleati, come a Milano con Ludovico il Moro, o città impaurite disposte a pagargli molte migliaia di ducati pur di essere risparmiate; il 22 febbraio 1495 fa il suo ingresso trionfale a Napoli senza colpo ferire. A questo punto, gli Stati Italiani sono come presi da un fremito di riscossa, armano un esercito, si muovono contro Carlo VIII: lo scontro avviene a Fornovo, i francesi riescono a sfondare l’opposizione e a rientrare in Francia, rinunciando però ai diritti sul Regno di Napoli. Morto dopo pochi mesi il Re Francese, l’invasione dell’Italia è proseguita dal suo successore Luigi XII, che s’impossessa di Milano. Carlo VIII in un dipinto di scuola francese del XVI secolo Ludovico il Moro ritratto nella Pala Sforzesca, 1494-1495, oggi conservata nella Pinacoteca di Brera di Milano
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Le guerre d’Italia Da quella prima battaglia hanno inizio le cosiddette guerre d'Italia (definite "horrende" dal Machiavelli). L’Italia diventa un vero e proprio campo di battaglia. I contendenti delle guerre sono sia le entità territoriali italiane (Venezia, Milano, Firenze, stato pontificio e Napoli ) che le grandi potenze europee: Francia, Spagna e il Sacro Romano Impero, che si disputano il controllo della penisola. Le lotte si svolgono nella prima metà del secolo XVI, terminano infatti nel 1559 con la Pace di Cateau-Cambrésis, che mutò profondamente la geografia politica dell'Italia. Girolamo Savonarola approfitta della discesa di Carlo VIII per ribaltare la signoria medicea e instaurare una regime repubblicano teocratico a Firenze (verrà poi scomunicato dal papa e arso vivo nel 1498) Nel 1527 i mercenari di Carlo V (i Lanzichenecchi) saccheggiano orribilmente Roma. Filmato min 12.38 https://www.raiplay.it/video/2018/03/Passato-e-presente---1527-IL- SACCO-DI-ROMA-ebffbbdb-26a9-47ec-82de-1d90d0290942.html
L’Italia dopo la pace di Chateau-Cambresis (1559) Stipulata nell’aprile 1559 dal re di Spagna e dal re di Francia, pone fine conflitto tra le due potenze. La Spagna si affermò come la principale potenza continentale, ponendo gran parte della penisola italiana sotto la sua dominazione diretta (Ducato di Milano, Regno di Napoli, Regno di Sicilia, Regno di Sardegna, Stato dei Presidi) o indiretta; gli unici stati italiani che seppero mantenere una certa autonomia furono il Ducato di Savoia (legato alla Francia) e la Repubblica di Venezia, mentre il Papato, pur autonomo, risultava perlopiù legato alla Spagna dalla comune politica di far prevalere in Europa la Controriforma cattolica. Il destino dell’Italia s’è ormai compiuto; tutto ciò che non è direttamente sottoposto al dominio spagnolo ne subisce l’influenza. La Penisola esce stremata da sessant’anni di guerre: i prezzi sono altissimi, la carestia dilaga, vi si è aggiunta la peste che ha dimezzato la popolazione di molte città. L’epidemia è partita dalla Sicilia nel 1576 ed è risalita fino al Milanese; i morti sono stati migliaia, 28.000 a Genova, 16.000 a Pavia, 17.000 a Milano, 47.000 a Venezia.
Prima verifica Qual è la situazione politica dell’Italia nel ‘500? Quale sovrano straniero per primo entra in Italia? Da chi è stato chiamato? Successivamente, chi tenta di conquistare la penisola? Perché? Quanti anni durano le guerre d’Italia? Tra chi è stipulata la Pace di Cateau-Cambrésis e cosa prevede?