Una Politica Digitale per l’economia Marco Gay Milano 28 Giugno 2018
Si rafforzano i segnali positivi sulla digitalizzazione del paese… Il mercato digitale crescerà più del doppio rispetto all’economia fino al 2020 La crescita è guidata dal comparto manifatturiero, per la prima volta dopo anni di dinamiche basse Le tecnologie per le piattaforme digitali alimentano la crescita con dinamiche sostenute
… e il settore ICT rafforza l’economia 7% Crescita export Poli ICT nel 2017 42,4% peso mercati emergenti su totale export 2017 poli ICT (36,7% manifat-turiero) … e il settore ICT rafforza l’economia Export €59.000 Valore aggiunto per addetto settore IT vs € 44,000 nell’economia(*) nel 2014 €26.250 Produttività mediana per addetto settore IT vs € 18,350 nell’economia(*)nel 2014 157,4 Produttività del costo del lavoro(#) settore ICT nel 2015 ( 153,7 Germania 133,7 Francia) Piano Impresa 4.0 con la dotazione finanziaria più ricca tra i maggiori paesi europei Produttività 857 Imprese ICT in più 2015 40% Imprese IT hanno meno di 5 anni 4,9 addetti: dimensione media imprese IT vs 3,6 nell’economia(*) nel 2014 7,6 addetti: dimensione media imprese nei poli tecnologici ICT nel 2017 63% delle 8391 Startup innovative specializzata in attività connesse all’ ICT nel 2017 Imprese 64,000 Web Vacancies per Professioni ICT in tutti i settori nel 2017 12,000 addetti in più nel 2015 20,000 Addetti in più in Software e Consulenza tra 2010 e 2015 14,2% intensità investimenti(^) settore ICT nel 2015 ( 10,8% Germania 12,2% Francia) 15,9% Quota settore ICT della spesa privata per R&S nel 2014 (16,1% UK) Occupazione Investimenti (*) escluse le imprese finanziarie (#) valore aggiunto per persona impiegata rispetto a costo medio per persona impiegata (^) investimenti rispetto a valore aggiunto al costo dei fattori (+) schede e componenti elettronici
Ma il gap digitale accumulato in passato obbliga a una crescita che ancora non abbiamo IoT Cloud Big Data Mobile Business Sicurezza AI/Cognitive Wearable Technology Blockchain
Abbiamo ancora ritardi da colmare Valore aggiunto del settore ICT rispetto al GDP è 2,8% nel 2015 contro 5,2% in UK, 3,8% in Germania, 3,4% in Francia Innovazione Anche le regioni più avanzate (Lombardia, Lazio, Piemonte, Friuli VG etc) restano distanti dalle Regioni europee più performanti, in termini di innovazione o di crescita digitale Competenze nel 2016 abbiamo 14 laureati STEM ogni mille abitanti nella fascia 20-29 anni di età contro 31 in Irlanda, 22 in UK e Spagna, 21 in Germania Francia e Polonia Eterogeneità della transizione verso il digitale nel nostro sistema richiede la rimozione di vincoli strutturali e normativi, una migliore propensione al rischio, la riduzione del gap competenze e il rafforzamento - a livello di classe dirigente - di visione digitale; Frammentazione del tessuto produttivo potrebbe essere superata estendendo i concetti di filiera e di integrazione digitale all’intera catena del valore, dalla produzione alla vendita, all’assistenza. … e vincoli da superare
Con una Politica Digitale che liberi il potenziale di crescita di domanda e offerta ICT nell’economia Accrescere la consapevolezza generale che le potenzialità di crescita delle piattaforme digitali sono nettamente superiori ai rischi, ma si realizzano con meccanismi del mercato nuovi e diversi rispetto all’economia tradizionale Diffondere collaborazioni e partnership pubblico/private per innovazione aperta e trasferimento tecnologico a tutti i livelli, dai poli tecnologici alle filiere alla pubblica amministrazione fino all’inclusione delle PMI Dare forza al settore ICT con una politica di settore e una «mentalità legislativa» nuova per il digitale che incoraggino le imprese ICT (nuove o già attive) a svilupparsi nei nuovi spazi di mercato creati dal digitale – in Italia e all’estero - per maggiore crescita e occupazione Aumentare le competenze con scuola, università, ricerca, formazione permanente Colmare i divari territoriali, ricalibrando priorità, target e perimetri di intervento per le azioni già in campo, favorendo un «contagio virtuoso» delle aree più in ritardo