Le riclassificazioni del bilancio UNIVERSITA’ CARLO CATTANEO - LIUC ANALISI DI BILANCIO - ANNO ACCADEMICO 2018 -2019 Le riclassificazioni del bilancio 1 E’ vietata la riproduzione totale o parziale
L’analisi di bilancio: introduzione Il bilancio come strumento di valutazione dell’economicità dell’impresa BILANCIO DI ESERCIZIO STATO PATRIMONIALE RENDICONTO FINANZIARIO CONTO ECONOMICO Investimenti Finanziamenti EQUILIBRIO PATRIMONIALE O SOLIDITA’ O EQUILIBRIO FINANZ. DI MEDIO/LUNGO PERIODO Entrate Uscite Costi Ricavi EQUILIBRIO FINANZIARIO DI BREVE PERIODO O LIQUIDITA’ EQUILIBRIO REDDITUALE 3
Le analisi di bilancio. A cosa servono? Sono volte all’acquisizione di informazioni reddituali, finanziarie e patrimoniali relative all’impresa per valutarne lo stato di salute e per stabilire le azioni di governo più opportune. Ex ante sono utili per cogliere i primi sintomi di eventuali sentieri di crisi non ancora manifesta. Ex post sono utili ai fini della diagnosi dei problemi d’impresa. 3
Le diverse ottiche di analisi del bilancio OTTICA INTERNA OTTICA ESTERNA MANAGEMENT SOCI FORNITORI BANCHE ERARIO DIPENDENTI SINDACATO CLIENTI CONCORRENTI UFFICI STUDI BANCHE DATI SPECIALIZZATE 4
Cosa significa valutare la situazione reddituale? Significa accertare la capacità/incapacità dell’impresa di conseguire il suo obiettivo istituzionale: la produzione di ricchezza tramite la combinazione economica generale. Una situazione economica equilibrata consente una congrua remunerazione dei conferenti dei fattori produttivi impiegati. 5
Cosa significa valutare la situazione finanziaria? Significa accertare la capacità/incapacità dell’impresa di far fronte tempestivamente ed economicamente alle obbligazioni assunte. Valutare la situazione monetaria significa accertare se tale capacità sussiste anche nell’immediato. Una situazione finanziaria equilibrata consente l’adempimento delle obbligazioni assunte nei termini pattuiti e in modo economico, senza peraltro compromettere la funzionalità e la continuità dell’impresa (going concern). Significa accertare la capacità/incapacità dell’impresa di darsi un’armonica struttura di fonti e impieghi. Un assetto patrimoniale equilibrato è il risultato e nel contempo il necessario presupposto di una situazione reddituale-finanziaria altrettanto equilibrata. 6
Il processo di analisi di bilancio Riclassificazione delle sintesi di bilancio, con lo scopo di rendere omogenei i dati per poter procedere al calcolo degli indici e dei flussi. Si tratta di riesporre i valori accolti nello Stato patrimoniale e nel Conto economico in raggruppamenti significativi per il lettore di bilancio (che si pone nell’ottica reddituale e finanziaria). Calcolo degli indici e dei flussi, con lo scopo di rendere omogenei i dati ai fini della seconda fase. 7
Lo scopo della riclassificazione Riclassificare significa raggruppare e disporre le voci di bilancio così da individuare ed evidenziare alcune grandezze rilevanti ai fini dell’acquisizione di informazioni significative in merito alle condizioni di svolgimento della gestione e alle politiche aziendali perseguite, che non sarebbe invece possibile ricavare da un piano dei conti tradizionale emergente dalla contabilità. 10
Lo scopo della riclassificazione – Conto economico CONTO ECONOMICO PER AREE DI GESTIONE (anche denominato «a ricavi netti e costo del venduto») CONTO ECONOMICO CON AGGREGAZIONE FUNZIONALE DEI COSTI CONTO ECONOMICO A COSTI COMPLESSIVI VARIABILI DEL VENDUTO CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO E MARGINE OPERATIVO LORDO 12
Lo scopo della riclassificazione – Stato patrimoniale STATO PATRIMONIALE SECONDO IL PRINCIPIO LIQUIDITA’/ESIGIBILITA’ DECRESCENTI (FINANZIARIO) DELLA STATO PATRIMONIALE FUNZIONALE CON EVIDENZIAZIONE DELLA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (anche detto GESTIONALE) 14
Il Conto economico riclassificato per aree di gestione Le diverse aree in cui è possibile suddividere la gestione d’impresa sono: GESTIONE CARATTERISTICA (o tipica) GESTIONE ACCESSORIA (o patrimoniale). GESTIONE FINANZIARIA GESTIONE STRAORDINARIA GESTIONE FISCALE (o tributaria).
Il Conto economico riclassificato per aree di gestione GESTIONE CARATTERISTICA (o tipica) GESTIONE OPERATIVA GESTIONE ACCESSORIA (o patrimoniale) GESTIONE FINANZIARIA GESTIONE EXTRA OPERATIVA GESTIONE STRAORDINARIA GESTIONE FISCALE ( o tributaria)
Il Conto economico riclassificato per aree di gestione – la gestione caratteristica La gestione caratteristica è costituita dalle operazioni che si manifestano in via continuativa nello svolgimento della gestione e che esprimono componenti positivi e negativi di reddito, i quali identificano la parte peculiare e distintiva dell’attività economica svolta dall’impresa, per la quale la stessa è finalizzata. La gestione caratteristica riguarda tutte le operazioni di gestione che realizzano gli obiettivi connessi con l’oggetto caratterizzante l’attività economica svolta dall’impresa, obiettivi che trovano la loro sintesi nel risultato (o reddito) operativo della gestione caratteristica.
Il Conto economico riclassificato per aree di gestione – la gestione accessoria (o patrimoniale) La gestione accessoria (o patrimoniale) è rappresentata da proventi e oneri relativi ad operazioni della gestione ordinaria (ma che non rientrano nella gestione caratteristica, né in quella finanziaria) che scaturiscono da impieghi di risorse finanziarie (investimenti) in attività estranee a quella istituzionale dell’impresa e comunque finalizzate alla produzione di redditi addizionali (redditi da gestione patrimoniale).
Il Conto economico riclassificato per aree di gestione – la gestione operativa caratteristica Gestione accessoria + Come già precisato, sono gestioni diverse che si ricollegano ad investimenti diversi. E’ opportuno distinguere i flussi reddituali in: reddito operativo della gestione caratteristica (R.O.G.C.) reddito operativo della gestione accessoria (R.O.G.A.)
Il Conto economico riclassificato per aree di gestione – la gestione finanziaria La gestione finanziaria evidenzia i riflessi economici dell’indebitamento a titolo oneroso, contratto per la copertura del fabbisogno finanziario. Essa consiste nelle operazioni finalizzate all’acquisizione e all’utilizzo delle fonti di finanziamento necessarie a sostenere sia la gestione caratteristica, sia l’eventuale gestione accessoria.
Il Conto economico riclassificato per aree di gestione – la gestione straordinaria La gestione straordinaria comprende proventi e oneri di natura non ricorrente e di importo anomalo derivanti da movimentazioni del capitale, che, per loro natura, non rientrano nelle aree gestionali sinora analizzate. I componenti di reddito straordinari possono essere riconducibili a: eventi o fenomeni verificatisi negli esercizi passati, che, tuttavia, condizionano il risultato dell’esercizio in corso in via non ripetitiva o eccezionale eventi accidentali, fortuiti, e dunque non ricorrenti nella frequenza di verificazione. Per effetto delle modifiche introdotte dal D. Lgs. n. 139/2015 che entreranno in vigore dal bilancio 2016, le suddette fattispecie dovranno essere riclassificate nell’ambito degli altri elementi di costo e di ricavo.
Il Conto economico riclassificato per aree di gestione – la gestione fiscale o tributaria La gestione fiscale o tributaria comprende le imposte dirette (di competenza, sia correnti, sia differite) che gravano sul reddito dell’esercizio. Le imposte sono sottratte al reddito ante imposte, in modo da ottenere il risultato netto (utile o perdita) di esercizio.
Il Conto economico riclassificato per aree di gestione + RICAVI NETTI DI VENDITA – COSTI OPERATIVI CARATTERISTICI (COSTO DEL VENDUTO) GESTIONE OPERATIVA CARATTERISTICA = REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA (ROGC) + PROVENTI OPERATIVI ACCESSORI – ONERI OPERATIVI ACCESSORI GESTIONE ACCESSORIA = REDDITO OPERATIVO AZIENDALE (ROA) + PROVENTI FINANZIARI – ONERI FINANZIARI GESTIONE FINANZIARIA = REDDITO LORDO DI COMPETENZA (RLC) + PROVENTI STRAORDINARI – ONERI STRAORDINARI GESTIONE STRAORDINARIA = REDDITO ANTE IMPOSTE (RAI) – IMPOSTE SUL REDDITO GESTIONE TRIBUTARIA = REDDITO NETTO (RN)
Il Conto economico riclassificato a costi complessivi industriali del venduto Il conto economico a costi complessivi industriali del venduto, con i costi classificati in relazione alla loro destinazione alle diverse funzioni aziendali, consente di individuare se e quali sono le aree aziendali efficienti ed inefficienti con riferimento alla gestione operativa caratteristica. In questo schema si procede alla scomposizione del risultato operativo della gestione caratteristica (R.O.G.C.), suddividendo i relativi componenti negativi di reddito (ossia il costo del venduto) in costi afferenti: l’attività produttiva (costi industriali), l’attività di vendita e distribuzione (costi commerciali) costi diversi dai precedenti (costi di amministrazione, generali, e così via), pur sempre appartenenti alla gestione tipica dell’impresa. La riclassificazione dei componenti di reddito avviene per destinazione, e non per natura, come nel caso del modello di conto economico a valore aggiunto.
a costi complessivi industriali del venduto Il Conto economico riclassificato a costi complessivi industriali del venduto + RICAVI NETTI DI VENDITA – COSTO INDUSTRIALE DEL VENDUTO = REDDITO LORDO INDUSTRIALE (RLI) COSTI COMMERCIALI COSTI AMMINISTRATIVI = REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA (ROGC) + PROVENTI DELLA GESTIONE ACCESSORIA – ONERI DELLA GESTIONE ACCESSORIA = REDDITO OPERATIVO AZIENDALE + PROVENTI FINANZIARI – ONERI FINANZIARI = REDDITO LORDO DI COMPETENZA (RLC) + PROVENTI STRAORDINARI – ONERI STRAORDINARI = REDDITO ANTE IMPOSTE (RAI) – IMPOSTE SUL REDDITO = REDDITO NETTO (RN)
Il Conto economico riclassificato a costi complessivi variabili del venduto Il conto economico a costi complessivi variabili del venduto consente all’analista del bilancio di valutare la flessibilità strutturale dell’impresa, e quindi l’impatto sulla redditività aziendale di variazioni dei volumi produttivi. La struttura di conto economico a costi complessivi variabili del venduto si basa sulla distinzione tra costi fissi e costi variabili; con riferimento ad un determinato arco temporale e a una determinata capacità produttiva istallata, i costi si dicono variabili se variano proporzionalmente rispetto alle variazioni del volume della produzione; gli stessi si dicono, invece, fissi (o costanti) se non risentono delle variazioni in parola.
a costi complessivi variabili del venduto Il Conto economico riclassificato a costi complessivi variabili del venduto + RICAVI NETTI DI VENDITA – COSTI VARIABILI DEL VENDUTO (costi variabili commerciali e industriali) = MARGINE DI CONTRIBUZIONE AI COSTI FISSI (MDC) COSTI FISSI INDUSTRIALI COSTI FISSI COMMERCIALI COSTI FISSI AMMINISTRATIVI = REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA (ROGC) + PROVENTI DELLA GESTIONE CARATTERISTICA - ONERI DELLA GESTIONE CARATTERISTICA = REDDITO OPERATIVO AZIENDALE + PROVENTI FINANZIARI – ONERI FINANZIARI = REDDITO LORDO DI COMPETENZA (RLC) + PROVENTI STRAORDINARI – ONERI STRAORDINARI = REDDITO ANTE IMPOSTE (RAI) – IMPOSTE SUL REDDITO = REDDITO NETTO (RN)
Il Conto economico riclassificato a valore aggiunto La riclassificazione del conto economico a valore aggiunto consente di verificare se l’impresa produce ricchezza in termini reddituali. Il “valore aggiunto” rappresenta il maggior valore imputabile al prodotto realizzato rispetto alla sommatoria dei valori dei fattori produttivi acquisiti esternamente da terze economie, impiegati per produrlo.
Il Conto economico riclassificato a valore aggiunto + VALORE DELLA PRODUZIONE DELL’ESERCIZIO (VP) – COSTI DEI FATTORI PRODUTTIVI ESTERNI (acquisti da fornitori) = VALORE AGGIUNTO (VA) – COSTI DEL PERSONALE = MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL) - AMMORTAMENTI = REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA (ROGC) +/- PROVENTI / ONERI DELLA GESTIONE ACCESSORIA = REDDITO OPERATIVO AZIENDALE + PROVENTI FINANZIARI – ONERI FINANZIARI = REDDITO LORDO DI COMPETENZA (RLC) + PROVENTI STRAORDINARI – ONERI STRAORDINARI = REDDITO ANTE IMPOSTE (RAI) – IMPOSTE SUL REDDITO = REDDITO NETTO (RN)
Lo Stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio di liquidità/esigibilità decrescenti (finanziario) Secondo il modello “finanziario” di riclassificazione dello stato patrimoniale, le attività sono ripartite in due grandi classi: le attività a breve termine, che ricomprendono tutti gli investimenti potenzialmente trasformabili in forma liquida nell’arco di un periodo amministrativo, pari a 12 mesi; le attività a medio-lungo accolgono i restanti termine (o attivo immobilizzato netto), che caratterizzati da un ciclo di investimenti, realizzo superiore ai 12 mesi.
Lo Stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio di liquidità/esigibilità decrescenti (finanziario) Anche i valori del passivo, e cioè le passività e i mezzi propri, sono distinte, con la medesima logica utilizzata per le attività, in passività a breve termine, passività a medio-lungo termine (o passività consolidate) e mezzi propri (o patrimonio netto): le passività a breve termine comprendono tutti i debiti il cui rimborso è almeno teoricamente ipotizzabile entro i 12 mesi; le passività a medio-lungo termine sono, invece, i debiti aventi scadenza di oltre un anno; i mezzi propri accolgono i capitali provenienti dal soggetto economico dell’impresa, caratterizzati da una permanenza solitamente a tempo indeterminato.
secondo il criterio di liquidità/esigibilità decrescenti (finanziario) Lo Stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio di liquidità/esigibilità decrescenti (finanziario) ATTIVO A BREVE *. Liquidità immediate; *. Liquidità differite; *. Disponibilità. PASSIVO A BREVE *. Liquidità passiva; *. Fornitori *. Altri Debiti a breve. PASSIVO A MEDIO LUNGO TERMINE ATTIVO A M-L TERMINE NETTO *. Immobilizzazioni; *. (F.do Ammortamento) (PATRIMONIO NETTO) MEZZI PROPRI
Lo Stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio gestionale Lo stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio gestionale permette di isolare alcuni aggregati di valori utili per l’analisi della redditività e della rischiosità aziendali: il capitale investito operativo netto; la posizione finanziaria netta. Il processo di costruzione prevede i seguenti passi logici: 1) isolare le poste operative (non generano né oneri né proventi finanziari) da quelle finanziarie (generano oneri/proventi finanziari); 2) Raggruppare le poste operative a breve termine attive e sottrargli le poste operative a breve termine passive: si ottiene così il capitale circolante investito operativo netto (CCION); 3) Raggruppare le poste operative a medio/lungo termine attive e sottrarre le poste operative a medio/lungo termine passive: sommandole al CCION si ottiene il capitale investito operativo netto (CION);
Lo Stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio gestionale (segue)
Lo Stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio gestionale Il capitale investito operativo netto (che nella terminologia anglosassone è denominato “Net Assets”) rappresenta l’impiego di capitale da finanziarsi con indebitamento oneroso netto (nella terminologia anglosassone denominato Debt) e/o con capitale proprio (nella terminologia anglosassone denominato Equity). Lo schema di stato patrimoniale gestionale si completa con la costruzione del prospetto delle fonti di finanziamento: La posizione finanziaria netta; I mezzi propri.
Lo Stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio gestionale (segue)