L’ETÀ DI MARIO E SILLA
Ottimati e popolari erano sempre più in contrasto Tra i motivi di disaccordo c’era il modo in cui gestire la politica estera, per esempio la vicenda del Regno di Numidia
Che cosa era accaduto in Numidia? 112 a. C. Giugurta, nuovo re di Numidia, salito al trono con la forza, aveva fatto uccidere alcuni mercanti romani e italici che si trovavano nei suoi territori, accusandoli di aver sostenuto un suo avversario
Che cosa fecero i cavalieri romani? Accusarono il Senato di non proteggerli Convinsero i Comizi a dichiarare guerra alla Numidia (111 a. C.) In seguito, dato che la guerra veniva condotta con poca forza, fecero eleggere console per il 107 a. C. Gaio Mario
Chi era Mario? Un cavaliere, un uomo nuovo, cioè aveva iniziato la carriera politica senza avere antenati nobili, che avessero ricoperto le più alte magistrature. Era ostile al Senato.
In tre anni Mario sconfisse Giugurta (105 a. C In tre anni Mario sconfisse Giugurta (105 a. C.) grazie anche a una riforma dell’esercito: decise di arruolare i nullatenenti (volontari) creando un esercito permanente di soldati di mestiere che dovevano prestare il loro servizio per circa 20 anni. Ricevevano paga fissa, premi in occasioni speciali e, alla fine della loro carriera, un appezzamento di terra.
Conseguenza: I soldati erano fedeli più al loro comandante che allo Stato, quindi i generali acquisivano un potere enorme. Chi voleva arruolarsi veniva sottoposto a un esame (buona salute, altezza, costituzione...). Se idoneo, veniva destinato a una legione o alle truppe ausiliarie. I soldati seguivano un duro allenamento e avevano un dura disciplina. Spesso, in tempo di pace, stringevano rapporti con le popolazioni delle terre che controllavano e si legavano a donne del luogo e da loro avevano dei figli.
Dopo la guerra contro Giugurta Roma venne minacciata da altre popolazioni germaniche (Tèutoni e Cimbri) Mario fu rieletto console per cinque anni consecutivi (104 - 100 a. C.) nonostante la legge che stabiliva che dovessero passare 10 anni prima della rielezione. Sconfisse entrambi i popoli
SILLA Dato che Mario stava diventando troppo potente, il senato affidò al console Lucio Cornelio Silla, aristocratico, la guerra contro Mitridate, re del Ponto
I popolari, allora, fecero approvare dai Comizi un decreto che revocava l'incarico a Silla dandolo a Mario. Si trattava di un atto illegale
Silla reagì con un altro atto illegale: marciò su Roma con le sue truppe. L'esercito diventava strumento per ottenere il potere, per la lotta politica
Silla, a Roma: fece condannare a morte o all'esilio i popolari riottenne il comando della guerra contro Mitridate, partì per l'Asia e lo sconfisse (87 - 85 a. C.)
Mentre Silla non era a Roma: I popolari di Mario avevano ripreso il potere e scatenato violenze contro i sillani. Dopo la morte di Mario (86 a. C.), Silla rientrò a Roma e in due anni di scontri e massacri (83 - 82 a. C.) diventò padrone assoluto della città, assumendo la dittatura a tempo indeterminato.
Eliminò i suoi nemici politici, servendosi delle tavole di proscrizione, elenchi di persone considerate fuorilegge e che quindi potevano essere uccise da tutti mentre i loro beni venivano confiscati.
Il suo scopo era: Ridare potere al Senato Per raggiungerlo riformò l'ordinamento politico: - raddoppiò i senatori, da 300 a 600, con uomini a lui fedeli, cavalieri e italici - restituì al Senato i tribunali che si occupavano di peculato
-diminuì i poteri dei tribuni - ridusse i poteri militari dei consoli ed aumentò i poteri militari di proconsoli e propretori che dovevano gestire le province nel 79 a.C. si ritirò a vita privata ma le sue azioni avevano minato le basi della repubblica.