Dallo stato liberaldemocratico al fascismo

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Transcript della presentazione:

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Le fasi del passaggio dallo stato liberaldemocratico allo stato fascista: 1 – La perdita del potere da parte dello Stato (giugno 1919-maggio 1921) La crisi istituzionale: debolezza governo e parlamento Incapacità dello stato di Stato di mediare i conflitti della società civile 2 – La stasi istituzionale (maggio 1921- ottobre 1922) 3 – La conquista del potere (ottobre 1922) 4 – La fascistizzazione dello stato (ottobre 1922 - dicembre 1930)

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo 1 – La perdita del potere da parte dello Stato (giugno 1919-giugno 1921) La crisi istituzionale: debolezza governo e parlamento Giugno 1919: in seguito alla mancata annessione di Fiume all’Italia il governo Orlando si dimette governo Nitti Novembre : elezioni politiche a seguito della riforma elettorale con introduzione del sistema proporzionale:

I sistemi elettorali Un sistema elettorale è caratterizzabile sulla base dei seguenti parametri: Percentuale di aventi diritto al voto: Suffragio ristretto o universale Rapporto eletti - popolazione: Numero di cittadini rappresentati da un eletto Proporzionale o maggioritario: Proporzionale: ciascuna lista ha un numero di rappresentanti in base alla percentuali di voti Proliferare di partiti e parlamento più rappresentativo Governo più instabile perché l’appoggio dei partiti minore diventa indispensabile per ottenere la maggioranza Maggioritario: la lista che ottiene più voti viene premiata con un numero maggiori di seggi Parlamento meno rappresentativo e meno garanzie per le minoranze Governo più stabile Uninominale o a liste: Uninominale: scelta tra persone diverse (tipico Ottocento) A liste: scelta tra partiti diversi Maggior ruolo dei partiti Con preferenze o senza: Con preferenza: possibilità di indicare una preferenza tra coloro che sono in lista Senza preferenza: senza possibilità di indicare una preferenza tra coloro che sono in lista Maggior ruolo dei partiti

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Il sistema proporzionale e il nuovo ruolo dei partiti Accanto ai vecchi partiti risorgimentali (liberali, democratici, radicali) e al partito socialista, nato alla fine dell’Ottocento, vi erano nel 1919 forze politiche nuove: i nazionalisti, i popolari di Don Sturzo, il fascio di Benito Mussolini, l’ala massimalista e filo- bolscevica del movimento socialista (che nel 1921 darà vita al Partito comunista italiano). I partiti nuovi chiedevano insistentemente la proporzionale, vale a dire il solo sistema che avrebbe riconosciuto a ogni partito lo spazio corrispondente al suo seguito nel Paese. La nuova legge fu approvata all’inizio di agosto e le elezioni si tennero in novembre. I socialisti ottennero 156 deputati (contro i 48 del 1913), i popolari 100 deputati (il partito era stato fondato qualche mese prima) e i «costituzionali» o liberali 252 contro i 380 delle elezioni precedenti. Non solo i liberali avevano perduto la maggioranza ma era stato dato un colpo mortale a quel notabilato liberale che era stato sino ad allora la spina dorsale del suo partito. La vecchia politica ricevette un forte scossone: fino a quel momento i capi del Governo avevano sempre avuto a che fare con delle correnti, più che con dei partiti veri e propri, per cui era sufficiente contattare un singolo deputato per averne l'appoggio, ora invece non era più possibile stabilire alleanze o prendere decisioni con incontri di corridoio, ma per fare accordi era necessario conferire direttamente con le segreterie dei nuovi partiti.

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo 1 – La perdita del potere da parte dello Stato (giugno 1919-giugno 1921) La crisi istituzionale: debolezza governo e parlamento Giugno 1919: in seguito alla mancata annessione di Fiume all’Italia il governo Orlando si dimette governo Nitti Novembre : elezioni politiche a seguito della riforma elettorale con introduzione del sistema proporzionale: dimezzamento liberaldemocratici, frantumazione forze parlamentari e nuovi partiti governi di coalizione  instabilità politica  debolezza governi debolezza parlamento  più importanza segreterie dei partiti, centri economici forti e sindacati

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Il prevalere della piazza sul parlamento e sul governo (settembre 1919 – ottobre 1920): La questione di Fiume (la piazza di destra) settembre 1919: occupazione di Fiume novembre 1920: trattato di Rapallo Fiume dichiarata città libera D’Annunzio rifiuta di abbandonare Fiume gennaio 1921: dopo l’intervento dell’esercito D’Annunzio si arrende 1924: Fiume diventa italiana L’occupazione delle fabbriche (la piazza di sinistra) estate autunno 1920: vertenza sindacale del settore metalmeccanico - rifiuto degli industriali di fronte alle richieste normative e salariali - la Fiom (Federazione italiana operai metalmeccanici) decide l’occupazione delle fabbriche in riposta alla serrata attuata da un’azienda milanese 400.000 operai occupano le fabbriche, organizzano, ispirati da “Ordine nuovo” di Gramsci, i consigli di fabbrica sul modello dei soviet russi e, dove possibile, proseguono la produzione - prevalere della linea dei dirigenti della Cgl, che puntavano all’accordo economico e al controllo sindacale sulle aziende - l’azione mediatrice di Giolitti convince gli industriali ad accettare le condizioni volute dai sindacati - conseguenze: divisione interne al sindacato (favorevoli e contrari accordi) e al partito socialista (nascita partito comunista) Giolitti perde l’appoggio degli industriali  nuove elezioni (maggio 1921) a cui i liberali si presentano con candidati fascisti

La nascita del Partito Comunista autunno 1920: fine occupazione delle fabbriche Le divisioni sindacali Delusioni della base, dirigenti riformisti accusati di aver venduto la rivoluzione Le divisioni nel partito socialista Occupazione fabbriche: la sinistra rivoluzionaria accusa i massimalisti (maggioritari nel partito) di non aver guidato l’occupazione delle fabbriche Adesione alla III Internazionale: accettare di cambiare nome espellere i riformisti gennaio 1921: Congresso Psi a Livorno La minoranza di sinistra abbandona il partito e fonda il Partito comunista italiano La guida del Psi rimane in mano a i massimalisti che rifiutano la collaborazione con gli altri partiti A. Gramsci (1891-1937) con P. Togliatti (1893-1964) uno dei fondatori del Pci

La nascita del movimento fascista Marzo 1919: Mussolini (ex-socialista) a Milano fonda “I fasci di combattimento”: programma: nazionalismo + riforme sociali + azione diretta e violenza aderenti: ex repubblicani, ex sindacalisti rivoluzionari, ex arditi di guerra Aprile 1919: primo episodio di violenza incendio alla sede del giornale socialista “L’Avanti” Autunno 1920 – autunno 1921: formazione di strutture paramilitari (squadre d’azioni) da adoperare contro il movimento operaio base sociale: ex-ufficiali, piccola borghesia, giovani nazionalisti appoggio finanziario dei proprietari terrieri per combattere le leghe contadine socialiste zone d’azione: campagne delle province padane, Toscana, Umbria e Puglia, città del Centro Nord (più raramente) – Fascismo agrario 1500 operai e contadini uccisi da fascisti e polizia (entro ottobre 1921)

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Le fasi del passaggio dallo stato liberaldemocratico allo stato fascista: 1 – La perdita del potere da parte dello Stato (giugno 919-giugno 1921) La crisi istituzionale: debolezza governo e parlamento Frantumazione forze politiche  instabilità politica  debolezza governi  debolezza parlamento  importanza segreterie dei partiti, centri economici forti e sindacati Incapacità dello stato di Stato di mediare i conflitti della società civile Il prevalere della piazza sul parlamento e sul governo (settembre 1919 – ottobre 1920): La questione di Fiume (la piazza di destra) L’occupazione delle fabbriche (la piazza di sinistra) La diffusione dello squadrismo fascista (fine 1920 – autunno 1921) scontri da guerra civile tra organizzazioni degli operai e dei contadini e le squadre fasciste che videro il successo dei fascisti perché: 1 – ben organizzati militarmente 2 – isolamento e divisioni interna al movimento dei lavoratori 3 – sostegno o neutralità: degli apparati statali (polizia, giudici) della classe dirigente liberale che pensava di utilizzare lo squadrismo contro socialisti, sindacato per poi assorbirlo nella maggioranza liberale (vedi blocchi nazionali)

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Le fasi del passaggio dallo stato liberaldemocratico allo stato fascista: 2 – La stasi istituzionale (maggio 1921- ottobre 1922) Maggio 1921: elezioni costituzione dei blocchi nazionali : la vecchia classe dirigente (liberali, conservatori e democratici) insieme ai fascisti  legittimazione dei fascisti uso della violenza contro partiti di massa (socialisti e popolari) da parte dei fascisti risultati: i blocchi nazionali non ottengono la maggioranza ma entrano in parlamento 35 deputati fascisti, si rafforzano popolari, socialisti e comunisti come prima i socialisti  governo privo di una forte maggioranza Luglio 1921: dimissioni di Giolitti, nuovo governo guidato da I. Bonomi (ex socialista) Agosto 1921: favorisce la firma di un patto di pacificazione tra socialisti e fasciste per porre fine alla guerra civile l’adesione al patto di pacificazione da parte di Mussolini viene contrastata dai ras (capi locali dello squadrismo agrario) Novembre 1921: congresso dei Fasci a Roma: ricomposizione frattura tra Mussolini, che sconfessa il patto di pacificazione, e i ras e accettano la trasformazione del movimento in partito e la leadership di Mussolini

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Febbraio 1922: caduta governo Bonomi; nuovo governo guidato da L. Facta (giolittiano di secondo piano) Primavera 1922: ripresa della violenze fasciste anche in grandi centri (Ferrara, Bologna e Cremona) Agosto 1922: sciopero generale legalitario in difesa delle libertà costituzionale i fascisti si presentano come custodi dell’ordine e sostituiscono i lavoratori i n sciopero intense violenze fasciste in grandi centri con forte presenza del movimento operaio (Milano, Genova, Livorno, ecc ...) Ottobre 1922: la marcia su Roma e la presa del potere da parte del fascismo.

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo I GOVERNI: 30 ottobre 1917 - 23 giugno 1919: Governo V. E. Orlando 23 giugno 1919 al 21 maggio 1920: Governo F. S. Nitti 15 giugno 1920 – 4 luglio 1921: Governo G. Giolitti 4 luglio 1921 - 26 febbraio 1922: Governo I. Bonomi 26 febbraio 1922 – 30 ottobre 1922: Governo L. Facta 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943: Governo B. Mussolini

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Le fasi del passaggio dallo stato liberaldemocratico allo stato fascista: 3 – La conquista del potere (ottobre 1922) Ottobre 1922: la marcia su Roma e la presa del potere da parte del fascismo. 27/10: inizio della mobilitazione generale fascista dimissione governo Facta 28/10: Vittorio Emanuele III non firma il decreto per la proclamazione dello stato d’assedio Mussolini chiede l’incarico di formare il nuovo governo 30/10: le camicie nere entrano in Roma Mussolini viene incaricato di formare il nuovo governo (ne fanno parte: fascisti, liberali giolittiani e di destra, democratici e popolari) 28 ottobre Le camicie nere in marcia verso Roma Le camicie nere sfilano davanti al Quirinale

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Le fasi del passaggio dallo stato liberaldemocratico allo stato fascista: 1 – La perdita del potere da parte dello Stato (giugno 1919-giugno 1921) La crisi istituzionale: debolezza governo e parlamento Incapacità dello stato di Stato di mediare i conflitti della società civile Il prevalere della piazza sul parlamento e sul governo Nascita del movimento fascista Nascita del partito comunista La diffusione dello squadrismo fascista 2 – La stasi istituzionale (maggio 1921- ottobre 1922) 3 – La conquista del potere (ottobre 1922) 4 – La fascistizzazione dello stato (ottobre 1922 - dicembre 1930) A - Il rafforzamento del ruolo del partito fascista B - Il delitto Matteotti e la crisi di credibilità del fascismo C - Il rafforzamento del potere personale di Mussolini D - Il partito unico e la cancellazione delle libertà Lo stato imprenditore (1931- 1935) La svolta bellicista e totalitaria (avvicinamento alla Germania) (1936 – 39) Il fascismo e la II guerra mondiale (1940 – 45)

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Le fasi del passaggio dallo stato liberaldemocratico allo stato fascista: 4 – La fascistizzazione dello stato (ottobre 1922 - dicembre 1930) A - Il rafforzamento del ruolo del partito fascista 1922: Creazione Gran consiglio del fascismo (dicembre) con il compito di raccordare il partito con gli organi dello Stato. Organo dello Stato , con funzioni sottratte al parlamento controllato dal partito fascista 1923: Fusione con i nazionalisti e controllo patito popolare Squadre d’azione inquadrate nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale organizzazione armata sotto il controllo del partito Nuova legge elettorale (legge Acerbi): premio di maggioranza (2/3 dei seggi) al partito che raggiunge il 25% dei voti) (luglio) Riunione del Gran consiglio del fascismo Mussolini e il re Vittorio Emanuele III

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Le fasi del passaggio dallo stato liberaldemocratico allo stato fascista: 4 – La fascistizzazione dello stato (ottobre 1922 - dicembre 1930) B - Il delitto Matteotti e la crisi di credibilità del fascismo 1924: elezioni politiche (6 aprile) violenze fasciste durante la campagna elettorale il “listone” governativo ottiene 374 seggi (270 fascisti + 114) l’opposizione (comunisti, socialisti popolari e democratici-sociali 114) G. Matteotti , leader socialista, denuncia in Parlamento le violenze e i brogli elettorali (30 maggio) Matteotti viene rapito e ucciso da una squadra fascista (10 giugno) Le opposizioni non partecipano alle riunioni nel parlamento e chiedono al re la formazione di un nuovo governo (27 giugno) Il re ignora la richiesta e l’opposizione non prende altre iniziative Nel partito fascista polemica tra legalitari e eversivi Il memoriale di uno squadrista prova le responsabilità di Mussolini nel delitto G. Matteotti (1885 – 1924)

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Le fasi del passaggio dallo stato liberaldemocratico allo stato fascista: 4 – La fascistizzazione dello stato (ottobre 1922 - dicembre 1930) C - Il rafforzamento del potere personale di Mussolini 1925: discorso in Parlamento di Mussolini che si assume le responsabilità politica e morale del delitto Matteotti (3 gennaio) Arresti (111) e perquisizioni (655), chiusura di circoli, associazioni (120) , esercizi pubblici (655) secondo i dati del ministero dell’Interno (tra il 3 e il 6 gennaio) Legge sulle attribuzioni del capo del governo : emanare norme giuridiche e responsabilità davanti al re (esautorazione del Parlamento) (dicembre) 1926: controllo dei poteri periferici: sostituzione consigli comunali e sindaci elettivi con podestà nominati dal re e rafforzamento autorità prefetti (febbraio) controllo del partito: abolizione cariche elettive nel partito fascista loro nomina dall’alto (ottobre) B. Mussolini (1883-1945)

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Le fasi del passaggio dallo stato liberaldemocratico allo stato fascista: 4 – La fascistizzazione dello stato (ottobre 1922 - dicembre 1930) D - Il partito unico e la cancellazione delle libertà 1926: scioglimento dei sindacati e creazione di soli due sindacati (imprenditori e lavoratori) a dirigenza fascista. Vietati gli scioperi (aprile) scioglimento dei partiti e delle associazioni, soppressione libertà di stampa (novembre) riorganizzazione apparato repressivo: creazione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, introduzione del confino e della pena di morte 1927: creazione Corporazioni (associazioni di categorie che riunivano per settori imprenditori e lavoratori) 1928: il Gran consiglio del fascismo diventa organo istituzionale rimanendo completamente controllato dal partito 1929: Firma dei Patti Lateranensi. Chiesa e Stato fascista si riconoscono reciprocamente (11 febbraio) Plebiscito 24 marzo: la lista unica dei fascisti ottiene il 98% dei voti 1930: approvazione Codice penale Rocco (è una delle fonti del diritto penale italiano, ancora oggi vigente) La firma ei Patti lateranensi La sede nazionale del PNF durante la campagna per il plebiscito

Dallo stato liberaldemocratico al fascismo Le fasi del passaggio dallo stato liberaldemocratico allo stato fascista: 1 – La perdita del potere da parte dello Stato (settembre 1919-giugno 1921) La crisi istituzionale: debolezza governo e parlamento Nascita movimento fascista Incapacità dello stato di Stato di mediare i conflitti della società civile 2 – La stasi istituzionale (maggio 1921- ottobre 1922) 3 – La conquista del potere (ottobre 1922) 4 – La fascistizzazione dello stato (ottobre 1922 - dicembre 1930) A - Il rafforzamento del ruolo del partito fascista B - Il delitto Matteotti e la crisi di credibilità del fascismo C - Il rafforzamento del potere personale di Mussolini D - Il partito unico e la cancellazione delle libertà Lo stato imprenditore (1931- 1935) La svolta bellicista e totalitaria (avvicinamento alla Germania) (1936 – 39) Il fascismo e la II guerra mondiale (1940 – 45)

La politica economica del fascismo Dal liberismo al “capitalismo di stato” 1 - Il liberismo (1922- 1925) rimozioni vincoli “economia di guerra” privatizzazioni (telefoni, assicurazioni sulla vita) abolizione imposte sui capitali bancari e industriali e capitali esteri avvantaggiati: industrie esportatrici 2 - Lo stato “dirigista” - lo stato organizzatore dell’economia (1926 – 1930) crisi economica internazionale rivalutazione lira – Quota 90 avvantaggiati: ceti medi a reddito fisso; svantaggiati: esportatori lo stato acquirente e finanziatore dei grandi gruppi industriali scioglimento sindacati e creazione corporazioni fasciste vietato lo sciopero (1926) riduzione salari operai e lavoratori agricoli il corporativismo come terzo modello

La politica economica del fascismo Dal liberismo al “capitalismo di stato” 3 - Lo stato imprenditore – il capitalismo di stato (1930 – 1935) la crisi del 1929: la crisi delle banche miste a - creazione di una banca pubblica, l’Istituto mobiliare italiano (Imi)  sostituire le banche nel sostegno finanziario all’industrie in crisi (1931) costituzione dell’Istituto per la ricostruzione industriale (Iri). Lo stato diventa azionista delle banche in crisi ne rileva le partecipazioni industriali diventando proprietarie di alcune tra le maggiori imprese (Ansaldo, Terni, Ilva) maggior gruppi privati finanziati dallo stato b - programmi di lavori pubblici ( bonifiche, costruzioni nuove città, ristrutturazioni grandi città) 4 - Economi di guerra e l’autarchia (1935– 1940) Politica di riarmo (conquista Etiopia e partecipazione guerra civile spagnola) autarchia: adozione misure protezioniste e produzione in Italia merci prima importate

La politica estera del fascismo Anni venti: polemica insoddisfazione per i trattati di Versailles vicino a Francia e Inghilterra ostile alla Germania in cambio di Fiume riconosce la Jugoslavia (1924) e l’Urss ostile alla Germania (controllo Austria) 1932: la svolta bellicista Mussolini assume personalmente il ministero degli esteri (1932) sottoscrive con Francia e Inghilterra una condanna del riarmo tedesco (accordo di Stresa, aprile 1935) aggressione all’Etiopia (1935) condannata dalla Società della nazioni ma poi riconosciuta da Inghilterra e Francia

La politica estera del fascismo 1936: l’avvicinamento alla Germania di Hitler e la svolta totalitaria partecipazione alla guerra civile in Spagna a fianco del golpista Franco (1936) asse Roma – Berlino (1936) uscita dalla Società delle nazioni (1937) accetta l’annessione tedesca dell’Austria (1938) firma del patto d’acciaio (maggio 1939) creazione di un ministero della propaganda ampliamento delle funzioni del partito fascista a cui veniva affidato «l’educazione politica degli italiani» ulteriore militarizzazione delle sue organizzazioni giovanili e della vita pubblica (per esempio: divise per i pubblici ufficiali, l’adozione del “passo romano”) polemica contro l’atteggiamento borghese (agi, vita comoda, ricerca del profitto anteposta al perseguimento di ideali superiori) da estirpare dal costume nazionale promulgazione delle leggi razziali (autunno 1938) abolizione della Camera dei deputati sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni non elettiva (1939)