Sociologia della comunicazione e dei media

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Transcript della presentazione:

Sociologia della comunicazione e dei media VIII Lezione – 15 dicembre 2018 Dott.ssa francesca lopez Messaggio della prof.ssa giomi Cara classe, mi spiace non poter essere oggi con voi ma vi lascio nelle mani della dott.ssa lopez, che su i temi di oggi e’ esperta quanto me, giacche’ li studia dalla sua prima tesi di laurea triennale, conclusa molti anni fa. Con oggi iniziamo il testo E. Giomi, S. Magaraggia, “Relazioni brutali. Genere e violenza nella cultura mediale”, che spero possiate trovare stimolante e sul quale sono curiosa di conoscere le vostre impressioni. si tratta di temi che intersecano la vita di tutti e tutte noi e sui quali possiamo avere percezioni diverse: l’interpretazione che lopez e io proponiamo e’ scientificamente fondata, perche’ supportata da studi ormai decennali e soprattutto da dati statistici – la base di partenza di ogni RICERCA SOCIOLGGICA – che qui sono longitudinali e estensivi, ma questo non significa che tali interpretazioni non possano essere messe in discussione, magari perché non trovano conferma nel vostro personale vissuto…siete invitate e invitati e farlo presente in ogni momento e a contribuire alla discussione, se ne avete voglia! In questa lezione ripercorreREmo i punti essenZiali dell’inTroduzione al libro, così da darvi le chiavi per leggere tutto il testo; affronteremo poi la prima tipologia di vioLENZA IN ESAME – MASCHILE CONTRO LE DONNE- SU CUI RIMARREMO ANCHE PER META’ DELLA PROSSIMA LEZIONE, DEDICANDO IL RESTO ALLA TIPOLOGIA OPPOSTA- VIOLENZA FEMMINILE. OGGI CON LOPEZ VEDRETE PARTE DEL CAP. 2, SULLA RAPPRESENTAZIONE MEDIALE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA PROCEDURA CHIAMATA DI “AN-ESTETIZZAZIONE”, SU CUI LOPEZ HA MOLTO LAVORATO, E POI PASSRETE AL CAP. 3 SUI CASI DI STUDIO DI PUBBLICITà COMMERCIALE E COMUNICZIONE SOCIALE. NELLE PROSSIME LEZIONI ANALIZZEREMO INVECE LA ROMANTICIZZAZIONE, LA MUSICA RAP, E LE SERIE TV DI TIPO CRIME. BUONA LEZIONE!

Relazioni brutali. Genere e violenza nella cultura dei media

Cosa è la violenza? A cosa pensiamo quando diciamo violenza? Nozione di violenza che adottiamo in questo corso: «ogni costrizione di natura fisica o psicologica che provochi danno, sofferenza o morte di un essere umano» [Héritier 1996, trad. it. 1997, 17] La violenza “serve” a qualcosa, SECONDO VOI? Perché si esercita violenza? PENSIAMO A QUESTE TIPOLOGIE DI VIOLENZA: Militare, di guerra, politica, istituzionale…Cosa hanno in comune? Tutte presuppongono appartenenza allargata, a gruppi e collettività IN QUESTO LIBRO E CORSO Guardiamo INVECE alla violenza di tipo interpersonale Ma neppure questa è solo un comportamento individuale. E’ possibile leggere anche la violenza interpersonale come condotta riconducibile a dimensioni sociali, a forme di appartenenza a gruppi, a condivisione di alcune “variabili”? L’età: il bullismo, ad esempio (gruppo “dei pari”)

In che senso la violenza “fa fare” o fa “non fare” delle cose? Il genere Il presupposto è che ogni tipo di violenza (interpersonale, militare, politica, ecc.) è gendered, cioè ha una dimensione di genere L’idea è che genere e violenza performativi = “fanno fare”, hanno effetti produttivi SE AVETE STUDIATO SOCIOLINGUISTICA, SONO ATTI PERFORMATIVI QUELLI CHE PRODUCONO (O CERCANO) UN EFFETTO: TI PREGO DI, TI ORDINO DI, IO VI DICHIARO MARITO E MOGLIE, QUESTA CORTE LA CONDANNA A… VIOLENZA E GENERE hanno ANCHE effetti normativi (disciplinano, CODIFICANO, agiscono da norma e da modello) In che senso la violenza “fa fare” o fa “non fare” delle cose? Pensiamo ai contesti in cui viene usata la violenza… Sgridare (o picchiare un bambino)…aggredire uno che ti ha tamponato in macchina…immaginate che sia un fumetto, quali parole facciamo dire all’aggressore? Come per il bambino sono modi per dire “devi fare questo” o “questo non si fa” In che senso il mio genere mi “fa fare” o “non fare delle cose”? Ci sono cose che in quanto maschio o femmina “non posso fare”, nel senso che incorro in disapprovazione se le faccio

Cose ritenute inadeguate al mio genere (“non fare il maschiaccio”/ “non fare la femminuccia”) L’idea è che genere e violenza hanno effetti produttivi e normativi, fortemente intrecciati, cioè genere e violenza sono reciprocamente costitutivi, cioè il genere fa la violenza e la violenza fa il genere L’appartenenza di genere regola il rapporto con la violenza di soggetti diversamente sessuati, legittimandola/incoraggiandola, oppure sanzionandola A SECONDA CHE SI TRATTI DI MASCHI O FEMMINE (E PROPRIO TRAMITE IL DIVERSO RAPPORTO CON LA VIOLENZA SI RIPRODUCE IL SISTEMA BINARIO DEL GENERE) Esempi?

L’idea è che genere e violenza hanno effetti produttivi e normativi, fortemente intrecciati, cioè genere e violenza sono reciprocamente costitutivi, cioè il genere fa la violenza e la violenza fa il genere L’appartenenza di genere regola il rapporto con la violenza di soggetti diversamente sessuati, legittimandola/incoraggiandola, oppure sanzionandola Il genere fa la violenza

1° risultato google immagini DIGITANDO “Maschere di carnevale per bambini” A quali valori rimandano quelle di maschi e quelle di femmine? Quali aggettivi usereste per definirle? p.s. notare anche le posture…

Viceversa, l’esercizio di violenza è una pratica gendering, “fa il genere”, contribuisce a determinare l’appartenenza di genere, a farci riconoscere come maschi o come femmine Aggressività e violenza sono il principale elemento di distinzione fra i generi (ancora in una logica binaria) Ma la violenza contribuisce anche a determinare quale tipo di maschilità e di femminilità incarniamo…chi dei due fa più spesso a botte tra nerd e gangsta girl? Nerd/Geek Gangsta Girl (Anything but Monday – “The Gangsta Girl”)

Nerd e gangsta girl incarnano una maschilità e femminilità “non convenzionali”, perché mettono in atto comportamenti diversi da quelli comunemente osservati nel loro genere… L’astenersi dalla violenza o l’esercitare violenza concorrono a definire questa a- tipicità Non significa che tutti maschi siano violenti e tutte le femmine non lo siano! Le donne compaiono in TUTTE le tipologie di reato (38) censite da ISTAT (la differenza è “solo” quantitativa)

Anche se i dati ci dicono che le donne sono presenti in tutte le tipologie di reati degli uomini (che quindi non sono spiegabili solo in base al genere) vi sono alcune tipologie in cui il genere è LA variabile (ISTAT 2008-2014) Cosa hanno in comune le tipologie di crimine in cui uomini sono molto piu’ presenti? Violenza letale/aggravata e matrice sessuale Tipo di reato Autrici femmine Autori maschi Totale Sex Ratio Violenze sessuali 844 35.021 35.865 1:41 Strage 8 214 222 1:27 Atti sessuali con minorenne 239 4.551 4.790 1:19 Tentati omicidi 878 16.345 17.223 1:17 Associazione di tipo mafioso 923 16.641 17.564 1:18 Omicidi volontari consumati 556 8.062 8.618 1:15 Totale (di tutte le tipologie di reato) 1.339.712 5.931.434 7.271.146 1:4

La “romanticizzazione”: celebrata come espressione di amore Accade perché i maschi hanno un istinto primordiale alla violenza? Per via degli ormoni? Crediamo che dipenda dalla cultura e dall’educazione, dal modo i in cui “impariamo” a essere uomini, donne o altro, a rapportarci all’altro sesso e a vivere la sessualità Si tratta di indagare quali modelli, quali rappresentazioni concorrono a rendere più comune l’esercizio di violenza da parte degli uomini che delle donne Anche a normalizzarla, renderla accettabile Normalizzazione attraverso: La “naturalizzazione” della violenza maschile contro le donne: presentata come espressione di un istinto naturale (maschile) La “romanticizzazione”: celebrata come espressione di amore giustificata/minimizzata come espressione di amore tradito La “estetizzazione”: cioè la trasformazione della violenza maschile contro le donne in spettacolo, spesso erotico

La “ESTETIZZAZIONE” della violenza di genere (cap. 2 e 3 libro)

La “estetizzazione”: trasformazione della violenza (maschile) contro le donne in spettacolo, spesso erotico

50 Sfumature di grigio, L. E. James, 2011 Primo della trilogia (10 milioni di copie!)

Bronfen, 1992, “Over Her Dead Body”: se morte e femminilità costituiscono due enigmi centrali del discorso occidentale, in una cultura di stampo patriarcale un bel corpo femminile privo di vita costituisce immagine perfetta: sollecita e solletica lo sguardo di uno spettatore ideale (maschio e eterosessuale), messo in condizioni di guardare la donna e meditare sul mistero della morte da una distanza di sicurezza Anche un altro elemento concorre con forza alla costruzione di questa “distanza di sicurezza” e al piacere visivo… Occhi coperti = sottolineano incapacità della donna di reciprocare lo sguardo, di esserne soggetto Potenzia il suo essere oggetto dello sguardo (di uno spettatore ideale concepito come maschio e eterosessuale) Tradizionale economia della visione (maschile attivo/femminile passivo)

“The death of a beautiful woman is, unquestionably, the most poetical topic in the world”, E. A. Poe 1809-1849 John Everett Millais,  Ofelia  (1851 circa)

Henry Fuseli, The Nightmare, 1781

Come appare un cadavere? Che colore ha? Come è il suo volto?

Hanno subito violenza ma non ne recano i segni… no lacerazioni, no sangue, no pose innaturali e contratte, no volti trasfigurati, no pallore… La violenza e i suoi effetti sono sterilizzati, edulcorati, “an- estetizzata”: la componente orrorifica è rimossa per trasformare queste immagini in spettacolo godibile (“estetizzazione”) In genere hanno anche connotazioni sensuali/erotiche

Datarle e cercare on line altre più recenti di Paciotti che usa sempre le stesse idee

Anche qui non ci sono segni In altre immagini le tracce sono più evidenti, ad esempio il sangue…

Qui incarnato e bara però l’immagine rimane complessivamente elegante e non crea repulsione o angoscia… Tutte queste donne rimangono belle anche da morte…

“Uccisa in modo bello = in modo da rimanere belle”

Violenza non letale (Donne vive)

…ma rimangono comunque belle: la violenza è glamour A volte le espressioni del volto sono dure, di sfida…

Per ciglia più lunghe Ogni anno 300.000 cavie in meno a soffrire per i testi di laboratorio Cosmetici non testati sugli animali

Ci sono i segni della violenza, ma volti persino sorridenti, e anche un po’ sensuali (bocca aperta, sguardo intenso ecc.)

Rimangono belle e sensuali anche durante l’atto di subire violenza Ne traggono piacere… Quello di questa immagine è davvero un atto di violenza? Perché lo leggiamo così?

Nella testa abbiamo un repertorio iconico con rimandi interni Il modo in cui interpretiamo le immagini è sempre guidato da altre immagini Nella testa abbiamo un repertorio iconico con rimandi interni Slap + comics + women su google immagini

L’esperienza della violenza provoca piacere nelle donne

In particolare, fonte di piacere erotico per le donne Echeggia l’idea che spesso le cronache o gli stupratori stessi riportano per giustificarsi: lei era consenziente, a lei piaceva

Tutte queste immagini “normalizzano” le immagini di corpi femminili morti, prima/durante/dopo la violenza, che tuttavia rimangono belli e sensuali Ci abituiamo a questo immaginario e la nostra soglia di tolleranza si alza… Anche perché è un immaginario coerente attraverso i generi mediali Le immagini seguenti sembrano tratte da snuff movies o serie crime…invece…

Luninotizie-Quotidiano on line dell’Alto Varesotto Lombardia, violenza sulle donne: nel 2017 quasi 6mila aiuti, crescono casi di coraggio e denunce, 4.9.2018 InSalute News, Femminicidio, ogni anno muoiono 130 donne. Denunciare ai primi segnali, 5.9.2018

Chi esercita violenza? In nessuna delle immagini viste compariva l’autore In altre invece l’autore compare E’ un uomo, e si normalizza così anche la violenza maschile contro le donne

Stesso concetto: il dovere di una donna è rimanere bella in tutto ciò che fa. Anche quando subisce violenza (Franchise di parrucchieri)

Lei ha un’espressione ambigua

Manifesto pubblicitario Relish – marchio di abbigliamento

Il piacere di lui

Al contrario nelle immagini di generi “factual” grande difficoltà di rappresentazione del maschile Il Giornale.it, “Mi ha stuprata nell’auto. Poi si è vantato con gli amici”, 28/07/2018 Maschile accennato Rimane sensualizzazione di lei (inutile; sappiamo cosa è uno stupro, non serve essere didascalici con le immagini) E misrappresentaizone: vittime sempre belle, giovani, bianche! Ma soprattutto: sempre nude.. Anche nelle immagini di dx, campagne sociali contro violenza domestica…perché nude?

Le seguenti decisamente migliori, nonostante la natura scabrosa della notizia… O forse proprio per questo (il tabù dell’incesto scoraggia le connotazioni erotiche?)

Fatto Quotidiano, Torino, la denuncia di una donna 50enne: “Violentata per ore da mio figlio. Si è drogato mentre ero sua prigioniera”, 8.8.2018 Repubblica, Torino, la denuncia di una madre: "Violentata da mio figlio allucinato dal crack“, 8.8.2018 Libero, “Violentata da mio figlio allucinato dal crack”, 8.8.2018 La Stampa, L’orrore in famiglia a Torino: “Violentata da mio figlio, dipendente dal crack”, 8.8.2018

Ma perché è così difficile rappresentare l’autore? Di nuovo, però, gli uomini compaiono in forma di sagoma sfuocata, ombra, mano serrata… L’unica in cui appare un uomo in carne e ossa (e comunque con il volto pixelato) presenta un altro problema: traduce visivamente e quindi rinforza l’idea che il problema sia la droga Questo è un fenomeno molto comune nella stampa così come negli impianti difensori in tribunale: un problema sociale viene ridotto a aberrazione individuale (era ubriaco, drogato, disperato, disoccupato, veniva da ambiente degradato, è stato preda di raptus, ecc. ecc.) Per esempi di questo fenomeno nel giornalismo e nelle sentenze cfr. “Relazioni brutali” Ma perché è così difficile rappresentare l’autore? Nel giornalismo: finché non si sono esauriti tutti i gradi di giudizio e non si arriva a sentenza definitiva ovviamente non si possono pubblicare foto dell’imputato Segnaliamo però che queste NON vengono pubblicate neppure quando si potrebbe…peloso rispetto che cela in realtà la convinzione che magnifche prede in minigonna attirino di più di foto segnaletiche? Sia nel giornalismo che nelle campagne sociali, inoltre, si riscontra la comune difficoltà a trovare immagini con uomini chiaramente riconoscibili (quelle del giornalismo provengono da banche dati precostituite) o modelli disposti a posare…nessuno vuole prestare la faccia a uno stupratore o a un violento!