A cura di Mara Torricelli Scilla e Cariddi La leggenda A cura di Mara Torricelli Prof.ssa Mara Torricelli
La navigazione dello Stretto di Messina, ha sempre avuto una bruttissima fama e realmente presenta notevoli difficoltà, specialmente per le correnti rapide ed irregolari. Anche i venti vi spirano violenti e talora in conflitto tra loro. A volte, le correnti raggiungono una velocità di 9 Km. all'ora e scontrandosi danno luogo a enormi vortici che sicuramente terrorizzavano i naviganti. I più noti sono quello che gli antichi chiamarono Cariddi (colei che risucchia), e l'altro Scilla (colei che dilania). Prof.ssa Mara Torricelli
cariddi scilla Prof.ssa Mara Torricelli
Pilone di Punta Faro, Cariddi Pilone di Scilla Prof.ssa Mara Torricelli
Cariddi era una ninfa, figlia di Poseidone (il mare) e di Gea (la terra) ed era continuamente tormentata da una grande voracità. Si narra che avrebbe rubato e divorato i buoi di Eracle che era passato dallo Stretto coll'armento di Gerione, e che Zeus, per punirla, l'avrebbe tramutata in un orribile mostro. Alcuni autori narrano invece, che la ninfa sarebbe stata uccisa da Eracle stesso, ma poi resuscitata da suo padre. Omero fu il primo a parlarne, dicendo che il mostro ingoiava tre volte al giorno un enorme quantità d'acqua per poi sputarla trattenendo, però, tutti gli esseri viventi che vi trovava. Prof.ssa Mara Torricelli
Odissea, XII L'altro scoglio, più basso tu lo vedrai, Odisseo, vicini uno all'altro, dall'uno potresti colpir l'altro di freccia. Su questo c'è un fico grande, ricco di foglie; e sotto Cariddi gloriosamente l'acqua livida assorbe. Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe paurosamente. Ah, che tu non sia là quando riassorbe. Prof.ssa Mara Torricelli Thursday, April 04, 2019
Scilla era una bellissima ninfa di nome Scilla, ed era solita recarsi sugli scogli per passeggiare sulla spiaggia e fare il bagno nelle acque limpide del mar Tirreno. Una sera, in quei luoghi incontrò un dio marino che un tempo era stato un pescatore di nome Glauco. Secondo la leggenda Glauco si innamorò pazzamente della ninfa tanto da respingere per lei Circe. Prof.ssa Mara Torricelli Thursday, April 04, 2019
La maga, offesa e indispettita, decise di vendicarsi tramutandola in una creatura mostruosa. con sei teste di cani rabbiosi e ringhianti. Così Scilla andò a nascondersi presso lo stretto di Messina in un antro là dove la costa calabra si protende verso la Sicilia. Da lì seminava strage e terrore tra i naviganti che imprudentemente le passavano vicino. Prof.ssa Mara Torricelli Thursday, April 04, 2019
Scilla ivi alberga, che moleste grida Per questo motivo, nell'antichità, tutti i naviganti stavano lontani da questi luoghi, tutti tranne il mitico Ulisse che spinto dalla sua proverbiale curiosità si mise dei tappi di cera nelle orecchie e si fece legare dai suoi compagni all'albero della sua nave per non ascoltare il canto delle sirene che affollavano questi mari e per vedere in faccia i due mostri. Odissea, XII Scilla ivi alberga, che moleste grida Di mandar non ristà. La costei voce Altro non par che un guaiolar perenne Di lattante cagnuol: ma Scilla è atroce Mostro, e sino a un dio, che a lei si fesse, Non mirerebbe in lei senza ribrezzo, Dodici ha piedi, anteriori tutti, Sei lunghissimi colli e su ciascuno Spaventosa una testa, e nelle bocche Di spessi denti un triplicato giro, E la morte più amara di ogni dente. Prof.ssa Mara Torricelli
I gorghi Prof.ssa Mara Torricelli
Prof.ssa Mara Torricelli
La «rema» Prof.ssa Mara Torricelli
Scilla, oggi Prof.ssa Mara Torricelli
Punta Faro e Pilone di Cariddi, Messina oggi Prof.ssa Mara Torricelli Thursday, April 04, 2019
fine Prof.ssa Mara Torricelli