Definizione e Storia della Cura

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IL DONO DELLA SCIENZA.
Transcript della presentazione:

Definizione e Storia della Cura Corso Sociologia della salute 2018/19

…sul prendersi cura Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande "I CARE". È il motto intraducibile dei giovani americani migliori: "me ne importa, mi sta a cuore". È il contrario esatto del motto fascista "me ne frego". don Lorenzo Milani, Lettera ai giudici, 1965 La vocazione del custodire […] ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore […] è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! Papa Francesco, Messa di inizio del pontificato: Roma, 19 marzo 2013

significati CURA (CURARE, PRENDERSI CURA) come attenzione, sollecitudine, risposta ai bisogni di un’altra persona (o di un gruppo di persone) In modo traslato ci si può curare anche di una casa, un ambiente, un oggetto di uso, un lavoro che svolgo (di cui saranno beneficiari persone e gruppi sociali)

Perché in ogni epoca la cura è importante? Compensare incompiutezza alla nascita (cura materna-familiare) Accompagnare il lungo periodo evolutivo (cura educativa) Realizzare mantenimento quotidiano del benessere (auto-cura) Mantenere un ambiente abitabile e nutriente (cura ambientale) Fronteggiare malattie, disabilità, malesseri (cura infermieristica, terapeutica, riabilitativa, …) Contenere vecchiaia e decadimento (cura assistenziale, palliativa,…) LA CURA è una “COSTANTE ANTROPOLOGICA” Necessità di varie forme e modalità del curare Il curare è un continuum nel corso della vita

Perché… LA CURA è una “COSTANTE ANTROPOLOGICA”: è una necessità costante e basilare di ogni uomo in ogni tempo; è fondamentale per la vita e la riproduzione di ogni società umana LA CURA NECESSITA DI VARIE FORME E MODALITÀ DEL CURARE IL CURARE È UN CONTINUUM NEL CORSO DELLA VITA

il curare la salute: una relazione sociale complementare-reciproca RELAZIONE SOCIALE FRA UN CURANTE E UN CURATO guidata da una motivazione (Ricoeur la chiama “sollecitudine”) a portare beneficio al secondo, sulla base delle sue necessità più urgenti, ma anche delle sue esigenze complessive ed evolutive L’obiettivo del beneficio comporta il mettere insieme capacità tecnico- operative con competenze relazionali-comunicative: le due dimensioni sono sinergiche, si potenziano. La collaborazione e le capacità del curato sono utili/essenziali Ognuno, nel corso della vita, assume sia la posizione di curato che di curante Motivazione e coinvolgimento CURATO CURANTE Attesa-collaborazione-capacità Competenza e capacità

La prospettiva storica: da dove viene la cura e dove va?

Modi sociali di preservare la cura: nelle società antiche Le relazioni primarie, familiari, parentali, comunitarie La sacralizzazione e la fondazione mitica (Igino, I sec.) I mediatori del sacro (Asclepio) L’invenzione del medico (del benessere: Ippocrate) La cura di sé (saggezza e valetudo)

Il Mito di Cura Igino, I° sec. Mentre Cura stava attraversando un fiume, vide del fango argilloso. Lo raccolse pensosa e cominciò a dargli forma. Ora, mentre stava riflettendo su ciò che aveva fatto, si avvicinò Giove. Cura gli chiese di dare lo spirito di vita a ciò che aveva fatto e Giove acconsentì volentieri. Ma quando Cura pretese di imporre il suo nome a ciò che aveva fatto, Giove glielo proibì e volle che fosse imposto il suo nome. Mentre Cura e Giove disputavano sul nome intervenne Terra, reclamando che a ciò che era stato fatto fosse imposto il proprio nome, perché essa, la Terra, gli aveva dato parte del proprio corpo. I disputanti elessero Saturno a giudice, il quale comunicò ai contendenti la seguente giusta decisione: «Tu, Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito. Tu Terra, che hai dato il corpo, riceverai il corpo. Ma poiché fu Cura che per prima diede forma a questo essere, fin che esso vive lo possieda Cura. Per quanto riguarda il nome, si chiami homo poiché è stato tratto da humus».

La Genesi e la Cura Creazione e impronta di un Dio coltivatore e custode «Dio creò l’uomo a sua immagine: a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. […] Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse» (Genesi, 1, 27; 2, 15) Un Dio che è Padre e Madre e continua la cura dell’uomo «Cos’è mai un uomo, Signore,/per amarlo con simile cura?/ Quest’uomo cui sempre tu pensi!/ Nulla più che un alito è l’uomo/i suoi giorni un’ombra che muore/» (Salmo 144) «Sion ha detto: “Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato”. Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.» (Isaia 49, 14-15)

Modi sociali di preservare la cura: nelle società di mezzo Le relazioni primarie, familiari, parentali, vicinali La fondazione cosmogologica La salvezza dell’anima (primazia religiosa) Le res naturae e la cura del corpo (asimmetria complementare) La fraternità ospitale

Assistenza e terapia La “regula XLII” dell’ospedale S. Spirito di Roma (istituito da Innocenzo III nel 1204) precisava che “ i poveri comuni che volessero farsi ospitare nella casa di S. Spirito fossero accolti volentieri e trattati caritatevolmente”. a dar retta a Martin Lutero (c.a 1530), il livello assistenziale era di primo ordine. Egli così scriveva: “Vi si mangia e beve bene e vi si è serviti con sollecitudine; i medici sono abili, i letti e le mobilia puliti e ben tenuti. Quando un malato vi è condotto, gli si tolgono gli abiti in presenza di un pubblico notaio che li registra; poi si mettono da parte con cura ed il malato viene ricoperto da una veste bianca e deposto in un letto ben preparato. La pulizia è ammirevole.” (Cosmacini, 1987)

La cura nelle società umanistiche e moderne I diritti umani e l’intervento pubblico (fondazione etica e politica della cura) La cura medica (fondazione scientifica della terapia) La professionalizzazione della cura (medica, sanitaria, socio-assistenziale: fondazione tecnica) La cura materno-familiare (primaria e residuale) La cura religiosa (trascendente, caritativa e residuale)

Le fratture della cura nelle società moderne L’intervento pubblico: diseguaglianze e standardizzazione La cura medica: dominanza professionale e negazione del sapere profano La professionalizzazione della cura: tecnicismo senza affetti La cura familiare: delega e mercato La cura religiosa: devozionismo senza spiritualità

Nella modernità liquida: crisi etica e sociale La crisi etica della cura nello spazio personale (edonismo nihilista) e nello spazio pubblico (tecno- economicismo) La destrutturazione dell’intervento pubblico (neo- liberismo e anti-egualitarismo) La cura medica (neo-tecnicismo e domande aperte) La cura familiare-informale (sovraccarico e delegittimazione)

Crisi dell’organizzazione sanitaria e sue conseguenze A – ORGANIZZAZIONI SANITARIE: Rigidità dei sistemi organizzativi (razionalizzazione e velocizzazione) Forte burocratizzazione (centralizzazione e managerializzazione) Frustrazione del personale (mancata autonomia decisionale, burocratizzazione del rapporto col curato, ecc) Disarticolazione del tessuto collaborativo interprofessionale informale B – EFFETTI SOCIALI (popolazione curati): DEFICIT QUANTITATIVO (diseguaglianza) in termini di copertura, di prestazioni, di categorie sociali escluse dai benefici socio-sanitari DEFICIT DI SOSTENIBILITA’ SOCIALE (fuga dal sistema): richiesta di compartecipazione (finanziaria, organizzativa, ecc.) e mancato ascolto delle istanze dei richiedenti DEFICIT QUALITATIVO (in-curia): mancata accuratezza e completezza di interventi che arriva fino a - sempre più diffuse - situazioni limite (v. bambini, anziani, ecc.)

Verso la società planetaria: Grande contrazione ma nuovi processi (I) La crisi etica persiste: ma anche nuova ricerca etica. La salute resta centrale La destrutturazione dell’intervento pubblico: ma anche trasformazioni del pubblico, imprese no-profit e coordinamento fra vari attori La cura medica: Crisi della dominanza: autosufficenza dei saperi sanitari? crisi integrazione? crisi relazionale e comunicativa? Le altre professioni della cura: uscita dalla dominanza medica? sviluppo di propri saperi di cura? sviluppo della qualità del caring?

Verso la società planetaria: Grande contrazione ma nuovi processi (II) La cura familiare-informale: sovraccarico, ma anche nuove reti/servizi: ass. domiciliare; cure primarie La self-care e cittadinanza competente: basso supporto, ma anche nuove opportunità via web la cura fraterna: sviluppo dell’associazionismo della salute; riconoscimento del volontariato organizzato La comunicazione della salute: le potenzialità del web 2.0 per informazione, comunicazione, apprendimento, coordinamento, partecipazione

Verso delle “società della salute”? Uno scenario possibile “Nelle società moderne la visione della salute cambia: sempre più la salute è concepita come una risorsa per gli individui e per la società, un bene co-prodotto e una responsabilità condivisa da innumerevoli settori e attori sociali.” Kickbusch I. e Maag D., 2007

…questioni aperte Quale “mito di Cura” oggi? E’ possibile una fraternità-reciprocità della cura oggi? E’ possibile affrontare la crisi etica (pubblico-privata) della cura? E’ possibile andare oltre il neo-tecnicismo e neo- proceduralismo in campo medico? Come affrontare i deficit di cura contemporanei? …..

4 forme basilari ed archetipe di modi di cura da coordinare e comporre “MATERNA” (accudimento, protezione, vicinanza affettiva, …) “PATERNA” (custodia, capacità terapeutica, regolazione, …) “FRATERNA” (fratellanza, amicalità, reciprocità, ..) “AUTO-CURA” (parti deboli-parti forti, riflessività, senso e orientamento, capacità relazionale, ecc.) (elaborazione da Franco Fornari)

La società fraterna di cui abbiamo bisogno e che ci manca ORA: Società competitiva fra pari e senza padri: paritarismo conflittuale, centrato su una libertà tecno-narcisista L’escalation violenta del confronto competitivo Lo scacco di una unicità/diversità che non dialoga con l’Altro Il fallimento di una libertà autoreferente, senza confini sociali, che non collabora al bene comune UNA POSSIBILE VIA D’USCITA: dalla Cura «materna» antica, a quella «paterna» moderna, a quella «fraterna» e «auto-curativa» oggi possibile

La “nuova cura” costruisce una società fraterna La cura come relazione sociale che si occupa dell’Altro in modo fraterno (ossia reciproco, né autoritario- paternalista né fusionale-maternalista) La cura attuata è il massimo antidoto alla violenza e all’eccesso competitivo La cura esprime la libertà responsabile, il rispetto egualitario dell’altro, la coerenza con la norma etica e la collaborazione alla costruzione del bene comune