L’ invenzione del telefono

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L’ invenzione del telefono by Matteo Magnaguagno

Alcuni inventori Antonio Meucci Alexander Graham Bell

Telefono elettromagnetico di Meucci L’idea del “telegrafo parlante”, così era chiamato il telefono da Antonio Meucci, è stata inizialmente del tutto casuale, in seguito tuttavia è stata perfezionata fino a consentire, nel 1852, la realizzazione di un collegamento telefonico tra due stanze della casa di Meucci all’Avana, a Cuba. Nel caso in esame, questo apparecchio, del tutto innovativo per quei tempi, era in grado di trasformare l’energia sonora prodotta dalla voce umana in energia elettrica e viceversa. Sull’apparecchio telefonico, o comunque qualcosa che gli somigliava, Antonio Meucci cominciò a lavorare all’età di 26 anni quando era capo macchinista in un teatro di Firenze. In quegli anni Meucci lavorava negli ospedali della capitale cubana. La storia narra che un giorno lo scienziato stava curando uno dei suoi pazienti con l’elettroterapia, per questo motivo l’ammalato era collegato, mediante un circuito elettrico con l’inventore. Quando quest’ultimo inserì nel circuito una batteria di pile con una tensione di 114V il malato lanciò un urlo di dolore per la scossa subita. Il suono del lamento trasferendosi sul filo raggiunse distintamente lo scienziato che era due stanze più in là rispetto al letto del paziente. Da quel momento Meucci si rimise a lavoro producendo un gran numero di disegni senza tuttavia trovare nessuno che finanziasse la sua idea. Nel 1856 egli realizzò anche un prototipo rudimentale di apparecchio telefonico elettromagnetico, alla base della realizzazione dei moderni dispositivi.

Primo principio di Meucci Suono Il primo principio può essere spiegato per analogia con il modo di funzionare dell’elettroscopio a foglie. Se si fissano tra loro per un estremo due foglioline d’oro e successivamente si collega l’estremità congiunta ad un generatore di tensione si nota come le due estremità libere si allontanano per effetto della repulsione fra cariche elettrostatiche dello stesso segno Meucci

Telefono di Bell Il fiorentino Antonio Meucci, emigrato a New York, già nel 1854 aveva costruito il primo prototipo, il telettrofono, che usava in casa per comunicare con la moglie confinata a letto da un'artrite deformante, poi nel 1871 era riuscito a depositare un brevetto temporaneo al prezzo di 10 dollari l'anno, non potendo permettersi quello definitivo. Riuscì a pagare solo due volte e nessuna compagnia telegrafica accettò di finanziarlo. Così Alexander Graham Bell, che forse aveva visto il suo progetto, depositò il brevetto e per molti anni è stato considerato l'inventore del telefono. Meucci lo denunciò ma perse la causa. Quando la Corte Suprema degli Stati Uniti gli diede ragione la prima volta, nel 1887, era ormai troppo tardi: Bell aveva avviato la Bell Telephone Company prima industria delle telecomunicazioni poi divenuta una delle più importanti d'America. Meucci morì nel 1889 e il brevetto Bell, che scadeva nel 1893, non fu più contestato fino al 2002 quando si pronunciò il Congresso degli Stati Uniti riconoscendo all'italiano la paternità del telefono. Nella motivazione si legge che Meucci, che viveva in povertà, non poté commercializzare l'invenzione, pur avendone fornita una dimostrazione nel 1860 e avendola pubblicata sul giornale italiano di New York.

Telefono Il primo modello di telefono consisteva in un microfono (trasmettitore) e un altoparlante (ricevitore), collegati da un circuito elettrico con una batteria in serie e per molto tempo rimase privilegio di pochi. Era usato soprattutto per "lavoro" e gli abbonati potevano comunicare solo con utenti della stessa rete urbana.