Barrie Schwortz, fotografo ufficiale del primo esame scientifico della Sindone racconta:
«All’inizio del mio lavoro ero molto scettico sull’autenticità della Sindone.
E non provavo particolari emozioni nei confronti di Gesù, perché ero stato educato come Ebreo osservante.
Di Gesù sapevo solo che anche lui era un ebreo.
Esaminando la Sindone, ho capito subito che non era dipinta.
Ma solo dopo 18 anni di studi mi sono convinto della sua autenticità quando…
l’ematologo ebreo, Allen Adler, mi ha spiegato perché il sangue sulla Sindone è rimasto rosso.
Il sangue vecchio avrebbe dovuto essere nero o marrone. Il sangue sulla Sindone, invece, è di un colore rosso-cremisi.
È il sangue di un uomo che aveva avuto immani sofferenze prima di morire. Era l’ultimo pezzo del puzzle.
Dopo tanti anni di indagini per me è stato uno shock scoprire
che quel pezzo di stoffa era il telo autentico in cui era stato avvolto il corpo di Gesù.
Nel 1996 ho iniziato a parlare in pubblico della Sindone.
E quando la gente mi chiedeva se ero credente, non trovavo la risposta.
Capivo che Dio mi stava aspettando. Non pensavo a Lui dall’età di 13 anni. E solo ora, di fronte alla Sindone ritornavo a pensare a Lui.
Ero stupito nel vedere che stava nascendo in me la fede in Dio».