La crocifissione bianca Marc Chagall
“La Crocifissione Bianca" è un dipinto ad olio su tela realizzato nel 1938 da Chagall e custodito presso l'Art Istitute di Chicago. E' un'opera altamente simbolica ed esprime le sofferenze del popolo ebraico perseguitato nell'Europa centrale e orientale. Questo quadro è stato dipinto nel 1938, quando la storia ha cominciato ad assumere i colori cupi della Shoah. Chagall era di religione ebraica e di nazionalità russa. La storia del dipinto si legge in senso anti-orario.
Un altro nome dato a questo simbolo è "Sigillo di Salomone". La Stella di David Stella di David, nota anche come scudo ultimo di David è un simbolo a forma di stella formato da due triangoli sovrapposti, uno con una punta in su e l'altro con una in giù. Un altro nome dato a questo simbolo è "Sigillo di Salomone". Il triangolo con il vertice verso il basso rappresenta l’immagine di Dio che cerca l’uomo, viceversa, il triangolo con la punta rivolta verso l’alto, raffigura l’uomo che cerca Dio.
Le Tavole della Legge Le tavole della legge, date da Dio a Mosè sul monte Sinai, contengono i dieci comandamenti (chiamati anche Decalogo). Il popolo ebraico festeggia l'evento in cui gli sono state consegnate le tavole in occasione della festa di Shavuot.
La Sinagoga Alla destra della “Crocifissione bianca di Chagall” possiamo osservare una sinagoga alla quale è stato appiccato un incendio, dopo aver disperso sedie e libri. Chagall, che nel 1933 aveva visto bruciare le proprie opere per mano dei seguaci di Hitler come "arte degenerata", all’approssimarsi della seconda guerra mondiale ricorda in questo dipinto l’incendio delle sinagoghe in Germania.
Le Anime Sopra alla Croce si vedono figure, forse spiriti, forse rabbini, comunque individui che non sempre hanno il coraggio di guardare e accettare ciò che succede nell’Europa: alcuni si coprono gli occhi, altri pregano che tutto possa finire al più presto.
L’Attacco dei comunisti Negli anni '30 nell'Unione Sovietica Stalin attuò una politica persecutoria nei confronti degli ebrei, che si conclusero con la purga staliniana del 1953. Durante le prime tre settimane della seconda guerra mondiale furono 250.000 gli ebrei vittime di pogrom scatenati dai cittadini polacchi approfittando del caos generale durante l'invasione tedesca. Numerosi furono anche i pogrom successivi alla seconda guerra mondiale ai danni dei sopravvissuti della Shoah, o di minoranze cristiane in terra islamica (pogrom di Istanbul); l'episodio più noto è il pogrom di Kielce del 1946, legato all'accusa del sangue della propaganda antisemita.
Le Case rovesciate Nella parte sinistra del dipinto è presente l'immagine di tre case rovesciate ed in fiamme, con intorno tre abitanti ed alcuni animali, il villaggio ebraico è distrutto e dei rivoluzionari con bandiere rosse avanzano appiccando il fuoco. Anche se le abitazioni sono sottosopra, sembrano intatte, salvo qualche finestra rotta; questo particolare simboleggia la forza della famiglia ebraica, inseparabile e unita contro le disgrazie e il dolore.
La Barca In una barca, ebrei profughi, spaventati, stretti uno con l’altro, fuggono verso l’ ovest, in Finlandia e in altri paesi dell’Europa del Nord.
I rotoli della legge Degli uomini cercano di salvare l’unica cosa importante per la loro vita: i rotoli della Legge. Se si fosse persa e dimenticata la Legge di Dio, i Dieci Comandamenti e tutti gli altri insegnamenti dai Patriarchi in poi, il popolo ebreo sarebbe stato annientato. E’ fondamentale avere sempre con sé, e soprattutto dentro di sé, la Legge dettata da Dio. In primo piano un uomo sembra fuggire scavalcando un rotolo della Torah (tutti gli insegnamenti e tutta la Legge ebraica) in fiamme.
I.N.R.I. La scritta INRI sono le iniziali dell'espressione latina Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, quindi, significa Gesù Nazareno re dei giudei. La legge di allora prevedeva che si esponesse, in modo che tutti sapessero, il motivo della condanna. Le lettere sarebbero state incise su una tavoletta messa sulla croce di Gesù al momento della crocifissione per spiegare che quell’uomo era stato condannato per essersi proclamato “re dei giudei”.
7 è il numero di giorni in cui Dio compì il miracolo della creazione. La Menorah Menorah significa in ebraico "candelabro" nella tradizione ebraica esso rappresenta il candelabro a sette bracci che si trovava nel tempio di Gerusalemme e che è diventato il simbolo della religione ebraica. 7 è il numero di giorni in cui Dio compì il miracolo della creazione.
La Scala Sotto Gesù Crocifisso c'è una scala appoggiata alla Croce, scala che permette agli uomini di salvarsi e innalzarsi al divino.
Il Tallit Il Tallit, cioè il "mantello della preghiera", è bianco, viene di solito decorato con delle righe blu o nere. Il mantello era normalmente indossato come abito, ma gradualmente il suo uso tese a limitarsi alle pratiche religiose. Gli ebrei ortodossi portano abitualmente sotto agli abiti, il Tallit Qatan, il "piccolo mantello", vale a dire un Tallit di dimensioni ridotte.
Il Crocifisso Il crocifisso è posto nel centro del quadro, e si distingue per la sua grandezza, la sua posizione e, curiosamente, anche per il panno con le tipiche decorazioni ebraiche, che avvolge i suoi fianchi e un panno al posto della corona di spine sul capo. Tutto intorno vi sono scene di disordine. Chagall pone al centro Cristo crocifisso il quale, illuminato da un fascio di luce che scende dall’alto, assume e fa suo ogni dolore. Il Cristo appare così l’unica fonte di speranza per l’umanità tradita. Stranamente questo crocifisso non presenta tracce di sofferenza, mentre è sofferente l'ambiente circostante che rappresenta la disperazione del popolo ebraico durante le persecuzioni antisemite naziste e bolsceviche.
Conclusione Nella Crocifissione bianca Chagall ha scelto il grande emblema dell’Occidente cristiano, il crocifisso, per raccontare le terribili sofferenze patite dal suo popolo: l’ebreo Gesù, inchiodato sulla croce, ne diventa il simbolo. Per l’artista, che non era cristiano e non considerava Gesù figlio di Dio, Cristo rappresenta il martire ebreo di ogni epoca, la vittima innocente della prevaricazione e della violenza». Riflettendo sulla figura di Gesù, Chagall ebbe a dire: «Non hanno mai capito chi era veramente questo Gesù. Uno dei nostri rabbini più amorevole che soccorreva sempre i bisognosi e i perseguitati. Gli hanno attribuito troppe insegne da sovrano. È stato considerato un predicatore dalle regole forti. Per me è l’archetipo del martire ebreo di tutti i tempi».
Chagall vede in Gesù il luminoso esempio del giovane rabbino buono, che mette in pratica la prescrizione della cura del povero e del bisognoso, ripetutamente raccomandata nell’Antico Testamento. Avendo letto anche i Vangeli, il pittore comprende che Gesù ricapitola in sé la perfezione di ciò che nell’Antico Testamento si dice a proposito della compassione, dell’umanità profonda, della capacità di sacrificio proprie dell’autentico uomo di fede. Secondo l’artista il Cristo crocifisso, emblema frainteso e brandito dai cristiani antisemiti, in realtà incarna le migliori qualità degli ebrei».
Papa Francesco e la «Crocefissione Bianca» Papa Francesco ha definito la Crocifissione bianca «ricca di speranza»: la speranza cristiana «è l’attesa di una cosa che è già stata compiuta e che certamente si realizzerà per ciascuno di noi. Anche la nostra risurrezione e quella dei cari defunti, quindi, non è una cosa che potrà avvenire oppure no, ma è una realtà certa, in quanto radicata nell’evento della risurrezione di Cristo».