Giovanni Pascoli.

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Transcript della presentazione:

Giovanni Pascoli

Pascoli – Vita 1855 nasce a San Mauro di Romagna Quarto di dieci fratelli Studia a Urbino in collegio (Scolopi) 10 agosto 1867: morte del padre 1868: morte madre e sorella maggiore 1871 conclude studi liceali a Rimini morte fratello Luigi 1873: borsa di studio (insegnante Carducci)  facoltà di Bologna 1876: perde la borsa per motivi politici idee socialiste di Andrea Costa morte fratello Giacomo 1879: in carcere

VILLA TORLONIA

La casa natale

L’impegno politico Il carattere mite non gli impedì di impegnarsi attivamente in politica nelle file socialiste Tiene comizi accesi e viene pure arrestato: 100 giorni di galera La sua adesione al PSI può essere vista come una sorta di allargamento del nido a livello nazionale Era infatti per un socialismo solidale non per la lotta di classe Il fondatore del Partito Socialista Italiano, Andrea Costa, conosciuto da Pascoli

La carriera di insegnante liceale 1882 laurea in letteratura greca 1883 insegna a Matera 1887 insegna a Massa dove vive con le sorelle Ida e Maria 1887 - 1895 a Livorno 1891 Myricae 1892 – 1904 vince concorso di poesia latina ad Amsterdam

La carriera di insegnante liceale 1895: Castelvecchio di Barga con Maria Ida si sposa Grammatica latina e greca a Bologna 1897 università di Messina

La carriera di insegnante liceale 1897-1904: Poemetti 1903: università di Pisa 1903: Canti di Castelvecchio 1904: Poemi conviviali 1905: università di Bologna 1909: Nuovi poemetti 1911: La grande proletaria si è mossa 1912: morte per cancro a Bologna

La morte del padre Fu un dramma in tutti i sensi Forse ucciso per interessi economici o di lavoro: era l’amministratore delle tenute Torlonia La famiglia sapeva chi era l’assassino e per Giovanni continuare a vivere vedendolo passare per strada fu straziante Villa Torlonia

I drammi familiari Causarono: Tema della morte e del dialogo coi cari defunti che ricorrerà ossessivo nella produzione poetica di Pascoli Tema del nido intatto nella prima infanzia, sempre rimpianta, e poi disfatto e impossibile da ricreare.

Il rifugio nel “nido” familiare È testimonianza di fragilità psicologica Implica l’incapacità di rapportarsi con l’altro Determina una visione turbata della sessualità Il poeta vive il rapporto amoroso in modo sublimato attraverso la sua relazione con le sorelle Giovanni con la sorella Maria

Il simbolismo pascoliano: il nido Trasposizione del concetto di nido anche in politica (socialismo umanitario e nazionalismo solidale) Famiglia d’origine, protezione B L’uscita è definitiva C Impossibilità di ricostruirlo D Rifiuto dell’eros

Questo saggio è un manifesto poetico: Il Fanciullino (1897) pg. 534 Questo saggio è un manifesto poetico: La voce del fanciullino va affievolendosi e solo il poeta vero la ascolta In questo modo traduce in poesia le sue fantasie, le sue intuizioni La vera conoscenza è sempre intuitiva, così come è intuitivo il fanciullo. La poesia pura coincide con questa conoscenza, fatta di suggestioni simboliche che rivelano il mistero della vita al di là del razionale In questo modo il poeta riesce a cogliere la bellezza nascosta nelle piccole cose, nei personaggi umili e semplici. Poeta veggente La poesia deve essere consolatrice, esprimere buoni sentimenti, conciliare l’armonia

Giovanni Pascoli, Myricae Prima edizione: 1891 22 componimenti Ultima edizione: 1900 156 componimenti La frammentarietà è una delle caratteristiche più importanti della raccolta

Giovanni Pascoli, Myricae Il titolo fa riferimento alle tamerici, piccoli arbusti fioriti della macchia mediterranea enunciazione di una poetica “dal basso, del comune, del discorsivo ma l’uso della parola latina (Virgilio) costituisce un richiamo al classico. Sicelides Musae, paulo maiora canamus: non omnes arbusta iuvant humilesque myricae (Virg. Ecl. IV,1)

Giovanni Pascoli, Myricae Prefazione alla terza edizione Rimangano rimangano questi canti su la tomba di mio padre!... Sono frulli d’uccelli, stormire di cipressi, lontano cantare di campane: non disdicono a un camposanto. Di qualche lagrima, di qualche singulto, spero trovar perdono, poichè qui meno che altrove il lettore potrà o vorrà dire: Che me ne importa del dolor tuo? Uomo che leggi, furono uomini che apersero quella tomba. E in quella finì tutta una fiorente famiglia. E la tomba (ricordo un’usanza africana) non spicca nel deserto per i candidi sassi della vendetta: è greggia, tetra, nera. Ma l’uomo che da quel nero ha oscurata la vita, ti chiama a benedire la vita, che è bella, tutta bella; cioè, sarebbe; se noi non la guastassimo a noi e a gli altri. Bella sarebbe; anche nel pianto che fosse però rugiada di sereno, non scroscio di tempesta; anche nel momento ultimo, quando gli occhi stanchi di contemplare si chiudono come a raccogliere e riporre nell’anima la visione, per sempre. Ma gli uomini amarono più le tenebre che la luce, e più il male altrui che il proprio bene. E del male volontario danno, a torto, biasimo alla natura, madre dolcissima, che anche nello spengerci sembra che ci culli e addormenti. Oh! lasciamo fare a lei, che sa quello che fa, e ci vuol bene. Questa è la parola che dico ora con voce non anco ben sicura e chiara, e che ripeterò meglio col tempo: le dia ora qualche soavità il pensiero che questa parola potrebbe essere di odio, e è d’amore. Livorno, marzo del 1894.

Nuove forme espressive Natura e vita agreste, ma anche la contemplazione e l’evocazione della morte. Poesia come forma di conoscenza prerazionale, alogica e immaginosa Novità di Myricae A Al limite dello sperimentalismo con puntini sospensivi e punti esclamativi che alterano la sintassi che risulta spezzata, paratattica ed ellittica. Ricorso a frasi nominali e al fonosimbolismo Nuovi temi B Nuove forme espressive rime interne, versi frantumati, enjembements, largo uso di assonanze e consonanze. Procedimenti analogici e sinestetici. C Nuova metrica D Nuovo lessico Lessico familiare e quotidiano su cui si innestano tecnicismi, onomatopee e analogie

Il significato di Myricae La descrizione del mondo contadino non è fine a se stessa ma porta ad un significato universale La rappresentazione della vita nei campi è solo all'apparenza il messaggio che il poeta vuole dare In realtà fa da scenario a stati d'animo, inquietudini ed emozioni. Il significato delle Myricae va quindi oltre l'apparenza. Lavandare pg. 555 Nel campo mezzo grigio e mezzo nero resta un aratro senza buoi, che pare dimenticato, tra il vapor leggero. E cadenzato dalla gora viene lo sciabordare delle lavandare con tonfi spessi e lunghe cantilene: Il vento soffia e nevica la frasca, e tu non torni ancora al tuo paese! Quando partisti, come son rimasta! Come l'aratro in mezzo alla maggese.

X agosto Tematiche La morte del padre Il nido Il fanciullino La terra “atomo opaco del male” La contrapposizione fra l’uomo buono e quello cattivo. Il mistero del male La laicità Il dolore non è solo degli uomini ma è universale Il cielo è impotente, remoto e inaccessibile Figure retoriche (metonimia, parallelismo, metafora) Lo sperimentalismo linguistico San Lorenzo , io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto : l'uccisero: cadde tra spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano. Anche un uomo tornava al suo nido: l'uccisero: disse: Perdono ; e restò negli aperti occhi un grido:  portava due bambole in dono. Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!

X agosto Canto notturno di un pastore errante dell’Asia E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male! O forse erra dal vero, mirando all'altrui sorte, il mio pensiero: forse in qual forma, in quale stato che sia, dentro covile o cuna, è funesto a chi nasce il dì natale.

L’ASSIUOLO Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte...

TEMPORALE Un bubbolio lontano….. Rosseggia l’orizzonte, Come affocato, a mare; Nero di pece, a monte stracci di nubi chiare: tra il nero un casolare: un’ala di gabbiano.

IL LAMPO E cielo e terra si mostrò qual era: la terra ansante, livida, in sussulto; il cielo ingombro, tragico, disfatto: bianca bianca nel tacito tumulto   una casa apparì sparì d'un tratto; come un occhio,che, largo,esterrefatto, s'aprì si chiuse, nella notte nera.

NOVEMBRE Gemmea l’aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, e del prunalbo l’odorino amaro senti nel cuore... Ma secco è il pruno, e le stecchite piante di nere trame segnano il sereno, e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante sembra il terreno. Silenzio, intorno: solo, alle ventate, odi lontano, da giardini ed orti, di foglie un cader fragile. È l’estate, fredda, dei morti.

Caratteristiche del linguaggio pascoliano Tecnicismi (dal mondo botanico, zoologico, tecnologico, agreste…) Utilizzo di un massiccio linguaggio fonosimbolico (onomatopee, figure fonosimboliche, assonanze, consonanze, paronomasia….) Recupero del linguaggio della tradizione poetica associato però a parole settoriali o addirittura gergali o regionali. Utilizzo di analogie e metafore molto ardite Dal punto di vista della sintassi del verso Pascoli frantuma l’armoniosità della versificazione tradizionale attraverso puntini di sospensione, enjambements, asindeti, uso di frasi nominali…

2° raccolta: I canti di Castelvecchio (1903) Analogie con Myricae Dedica ad un parente scomparso (la madre) Temi campestri e familiari “Myricae autunnali” le aveva definite il Pascoli Presente il tema dei parenti morti La natura come luogo di consolazione e di serenità, ma anche di compartecipazione al dolore Differenze Liriche più lunghe, di maggior respiro Più musicali, con frequenti richiami fonici evidente il richiamo a Verlaine Compare il ricordo nostalgico dell’infanzia e della Romagna (ciclo intitolato Ritorno a San Mauro)

Il Gelsomino notturno E s'aprono i fiori notturni,  nell'ora che penso a' miei cari. Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari.  Da un pezzo si tacquero i gridi:  là sola una casa bisbiglia. Sotto l'ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia. Dai calici aperti si esala l'odore di fragole rosse.  Splende un lume là nella sala. Nasce l'erba sopra le fosse. Un'ape tardiva sussurra trovando già prese le celle. La Chioccetta per l'aia azzurra  va col suo pigolio di stelle. Per tutta la notte s'esala l'odore che passa col vento. Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s'è spento . . . È l'alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova, dentro l'urna molle e segreta, non so che felicità nuova.

1908-12: Canzone di Re Enzio, Poemi italici e Poemi del Risorgimento Le altre raccolte 1904: Poemi conviviali Poesia preziosa, colta, simbolica Miti del mondo classico in chiave decadente Protagonisti Ulisse, Alessandro Magno, Tiberio… 1909:I Poemetti Poesia della natura, del mistero, del cosmo, della morte (Digitale purpurea) 1908-12: Canzone di Re Enzio, Poemi italici e Poemi del Risorgimento Poesia a tema politico e storico

Vedi testo nella pagina docente Gli ultimi anni In occasione della guerra in Libia P. si schiera a favore dell’intervento scrivendo il celebre discorso  ”La grande Proletaria si è mossa” . Vedi testo nella pagina docente

Pascoli imperialista? Fece scalpore l’adesione nazionalista alla guerra di Pascoli noto socialista Ma tutto va letto come una proiezione dell’ideologia del “nido”. P. avverte il dramma degli emigrati costretti a lasciare la patria e per questo legittima le conquiste coloniali, allo scopo di offrire ai figli della nazione “proletaria” (l’Italia) una terra E per P. era anche giusto che “La grande Proletaria” si impegnasse nell’aiutare i popoli più svantaggiati P. vuole ricreare il nido a livello transnazionale

Il merito maggiore attribuibile al Pascoli fu quello di essere riuscito nell'impresa di far uscire la poesia italiana dall'eccessiva aulicità e retoricità non solo del Carducci e del Leopardi, ma anche del suo contemporaneo D'Annunzio. In altre parole, fu in grado di creare finalmente un legame diretto con la poesia d'Oltralpe e di respiro europeo.

Pascoli è l’iniziatore della poesia frammentaria che ha dominato dai suoi tempi fino alla “poesia pura”. Fino al Carducci la nostra lirica ha uno scheletro, uno sviluppo lineare e logico: le liriche di Pascoli non hanno un filo né narrativo, né logico” (A.Momigliano)