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Giovanni PASCOLI nato nel 1855 a S.Mauro di Romagna (FC)

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Presentazione sul tema: "Giovanni PASCOLI nato nel 1855 a S.Mauro di Romagna (FC)"— Transcript della presentazione:

1 Giovanni PASCOLI nato nel 1855 a S.Mauro di Romagna (FC)
morto nel a Bologna sepolto a Castelvecchio (LU) 1) FAMIGLIA Il padre è amministratore dei Principi di Torlonia Ha 5 fratelli e 5 sorelle Infanzia “contadina”: conosce bene la “campagna” ed i suoi “ritmi” Nel muore il padre - nel 1868 muore la madre poco dopo muoiono 2 fratelli e 1 sorella 2) STUDI Elementari a Savignano sul Rubicone (FC) Liceali a Urbino (PU) Rimini (Rn) Firenze (Fi) Cesena (FC) (formazione classica) Universitari a Bologna (1873) – Laurea: 1882 3) LAVORO Prima insegna nei licei Vince concorsi di poesia latina dell’Accademia di Amsterdam Insegna Latino all’Università di Bologna (1895) - poi Messina Cattedra di Letteratura italiana all’Università di Bologna (1906)

2 Giovanni PASCOLI 1855 – 1912 4) ESPERIENZE POLITICHE
Partecipazione ad agitazioni o manifestazioni operaie Carcere = Amarezza Esce dalla vita politica, ma rimane fedele al socialismo di cui rifiuta la lotta di classe e accentua l'aspetto solidaristico ( vedi lo scritto in prosa: "La grande proletaria si è mossa" ) 5) VISIONE DELLA VITA Crisi certezze positivistiche Sfiducia nella scienza e consapevolezza del mistero dell’esistenza

3 Giovanni PASCOLI 1855 – 1912 6) POETICA DEL FANCIULLINO POESIA
Rivelazione irrazionale, spontanea, ingenua Propria del fanciullo che coglie la verità profonda e nascosta dietro le cose INTUIZIONE = NON RIFLESSIONE “IL POETA FANCIULLO” Intuisce della realtà immagini isolate, momenti fuggevoli e corrispondenze misteriose tra le cose RIFIUTO ORATORIA natura 7) TEMI UMILI e QUOTIDIANI memoria infanzia lutti SENTIMENTO DEL MISTERO DELL’UNIVERSO LINGUAGGIO Analogico, simbolico, non rivolto alla comunicazione ma alla penetrazione del mistero

4 Giovanni PASCOLI 1855 – 1912 8) OPERE LINGUAGGIO SIMBOLISTICO
1891 – MYRICAE (raccolta) – (5 edizioni) 1909 – CANTI DI CASTELVECCHIO DESCRIZIONE DELLA VITA DI CAMPAGNA 1904 – PRIMI POEMETTI 1909 – NUOVI POEMETTI LINGUAGGIO PREZIOSO 1895 – POEMI CONVIVIALI – (pubblicati su “Il convito” - rivista) celebrazione di grandi personaggi dell’antichità con una sensibilità decadente POETA CELEBRATORE DI GLORIE NAZIONALI ULTIME RACCOLTE ODI E INNI POEMI ITALICI CANZONI DI RENZO POEMI DEL RISORGIMENTO

5 Giovanni PASCOLI 1855 – 1912 MYRICAE
“Arbusta iuvant et humiles myricae” “A me piacciono i filari degli alberi e le basse tamerici” NB.: temi modesti e quotidiani: “frullare di uccelli” “stormire di cipressi” “cantare di campane” Rifiuto dell’ oratoria e di temi storici e propagandistici CANTI DI CASTELVECCHIO Continuità di ispirazione rispetto a “Myricae” Caratteri: brevità linguaggio evocativo e analogico tecnica impressionistica = cogliere la realtà non mediante la riflessione, ma attraverso impressioni rapide ed immediate tramite i sensi la parola diventa la formula magica che ci permette di arrivare al cuore della realtà

6 Giovanni PASCOLI 1855 – 1912 IL LINGUAGGIO POETICO
Myricae – Canti di Castelvecchio La poesia è rivelazione del mistero Il linguaggio diventa musicale, allusivo, simbolico LESSICO : LA PAROLA SIMBOLO Termini semplici, di uso comune Tecnicismi : nomi di piante ed uccelli FIGURE RETORICHE PIU’ USATE IL VERSO Analogia Usa versi tradizionali e rime Sinestesia Li trasforma dall’interno con punteggiature o pause interne Onomatopea LA SINTASSI Frasi brevi Strutture paratattiche con frequente punteggiatura Ellissi del verso Frequente punteggiatura (parentesi,punti, puntini di sospensione, punti interrogativi…

7 Giovanni PASCOLI X A G O S T X A G O S T 1855 – 1912
San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto X A G O S T X A G O S T nel concavo cielo sfavilla Ritornava una rondine al tetto: l’uccisero: cadde tra spini ella aveva nel becco un insetto: la cena de’ suoi rondinini. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell’ombra, che attende, che pigola sempre più piano. Anche un uomo tornava al suo nido l’uccisero: disse: “Perdono”; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono…

8 Giovanni PASCOLI 1855 – 1912 Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano invano: X A G O S T egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall’alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d ‘un pianto di stelle lo inondi quest’atomo opaco del Male!

9 Giovanni PASCOLI 1855 – 1912


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