Dipartimento di Scienze Chimiche

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Transcript della presentazione:

Dipartimento di Scienze Chimiche Roberto Purrello Dipartimento di Scienze Chimiche

Una delle (tante) riflessioni a favore del sistema “Open Access” Il “classico” sistema delle pubblicazioni accademiche è un sistema a triplo pagamento, a carico dei fondi statali, in quanto lo Stato: - paga il salario dei ricercatori (che sono anche reviewers), - finanzia la loro ricerca, e alla fine paga per avere accesso ai dati (di cui gli autori non hanno il copyright).

Green road: prevede l’auto-archiviazione della versione pubblicata oppure della versione finale non ancora formattata in un archivio istituzionale aperto. Il deposito può avvenire al momento della pubblicazione o dopo un periodo di embargo, secondo le politiche di copyright applicate da ciascun editore. Gold road: pubblicazione in riviste Open Access, peer reviewed, accessibili a tutti senza abbonamento, con un modello economico vario (da zero a X) che può prevedere costi a carico dell'autore o dell'istituzione (APC, Article Processing Charge) .  Red road o “via ibrida”: è l‘opzione concessa da certi editori commerciali che richiedono all'autore un pagamento per la pubblicazione open access del singolo articolo (APC) all'interno di una rivista che resta comunque venduta in abbonamento. Questo genera il fenomeno del “double dipping”, di fatto duplicando i costi

Alcuni dei principi guida del Plan S Gli autori mantengono il copyright sui propri lavori utilizzando licenze di distribuzione aperte, preferibilmente la licenza Creative Commons Attribution (CC BY) Gli enti finanziatori devono garantire l’elevata qualità delle riviste OA Gli enti finanziatori devono monitorare l'adesione e sanzionare la non adesione ai principi Le spese di pubblicazioni devono essere coperte dagli enti finanziatori o dagli Atenei e non dai singoli ricercatori in quanto tutti i ricercatori devono essere in grado di pubblicare Nel caso di APC (Article Processing Charges), il prezzo deve essere standardizzato in maniera coerente per tutta l'Europa Le istituzioni di ricerca e le biblioteche da parte devono allineare le proprie politiche e strategie nell'ottica di una maggiore trasparenza Il modello ibrido non è ammissibile perché non coerente con i principi del Plan S Gli enti finanziatori devono monitorare l'adesione ai principi del piano e sanzionare eventuali discostamenti Le licenze CC BY permettono che altri copino, distribuiscano, mostrino ed eseguano copie dell'opera e dei lavori derivati da questa a patto che venga indicato l'autore dell'opera, con le modalità da questi specificate.

Timori Sul destino delle riviste delle società scientifiche, che utilizzano i propri introiti per finanziare borse di studio o iniziative di comunicazione e divulgazione scientifica e sulle quali sarebbe più opportuna una distinzione da altre tipologie di riviste a pagamento Che l'applicazione delle regole di Plan S possa produrre un effetto paradosso, andando di fatto ad alimentare i guadagni degli editori con l'incremento dei costi delle APC (seppur standardizzati) L'85% delle riviste attualmente pubblicate non potrebbero essere utilizzate come canale di pubblicazione Dubbi sulla qualità del sistema di referaggio (e di conseguenza delle ricerche pubblicate) Ricadute Una delle proposte (e delle possibili immediate ricadute) prevede di abbandonare l’uso degli indici bibliometrici.

Il Journal Impact Factor viene spesso usato come parametro principale di riferimento per la produzione scientifica di singoli ricercatori e di istituzioni. Il Journal Impact Factor, come calcolato da Thomson Reuters*, era stato creato in origine come strumento per aiutare i bibliotecari a identificare le riviste a cui abbonarsi, e non come misura della qualità della ricerca in un articolo scientifico. Tenendo presente questo aspetto, è fondamentale capire che il Journal Impact Factor presenta difetti vari e ben documentati se usato come strumento di valutazione della ricerca scientifica. Tra queste limitazioni: A) la distribuzione delle citazioni all’interno di una stessa rivista è fortemente irregolare; B) le caratteristiche del Journal Impact Factor variano a seconda dell’area disciplinare: origina da molti tipi diversi di articoli, che vanno dall’articolo di ricerca primaria all’articolo di review; C) i Journal Impact Factor possono venire manipolati (o aggirati) dalle politiche editoriali; e D) i dati usati per calcolarli non sono ne’ trasparenti ne’ pubblicamente accessibili.

The long and winding (and steep) road from an idea to publication IF Ideazione e progettazione Raccolta dati e scrittura del manoscritto e una prima autovalutazione che porta alla scelta della rivista (Impact Factor (da ora in poi IF)) Valutazione dell’Editore (basata sul potenziale numero di lettori che legge e poi cita l’articolo; l’IF deve restare alto) Valutazione tramite peer review (sulle riviste più prestigiose, tra i diversi criteri da adottare per l’accettazione, ai reviewer viene chiesto di valutare non solo la qualità ma anche se l’argomento trattato è di ampio interesse per la comunità scientifica) Pubblicazione del manoscritto Valutazione Nazionale e locale (H index, numero di citazioni). L’IF entra in gioco di sicuro. L’IF (e quindi l’H index) è un “potenziale” fattore distorsivo nella scelta dei temi di ricerca

Ministero, dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca Consiglio Universitario Nazionale La disciplina delle pubblicazioni Open Access (da ora, OA) introdotta, nel nostro ordinamento, con l’art.4, commi 2, 3 e 4 della l. 7 ottobre 2013, n.212, non appare in linea con la Raccomandazione della Commissione Europea, integralmente recepita nel documento MIUR Horizon 2020 Italia che, in riferimento alla «via verde» indica tempi di embargo di sei mesi (estesi a dodici per le scienze sociali e umane), e risulta ancor più restrittiva di quanto già previsto e concesso dai grandi editori scientifici internazionali. La «via verde» all’OA sembra oggi sostanzialmente percorribile. La via verde però dovrebbe, in prospettiva, allinearsi al modello tedesco sia per quanto riguarda le scadenze sia per gli aspetti normativi (nullità degli accordi derogatori, fatta salva la necessità di valutare gli effetti internazionali di tale norma). «L’autore di un contributo scientifico che è stato prodotto nel contesto di una ricerca finanziata almeno per metà con fondi pubblici ed è stato pubblicato in un periodico pubblicato almeno due volte all’anno, anche se ha concesso all’editore o alla casa editrice un diritto esclusivo di utilizzo, ha il diritto di rendere disponibile il contributo al pubblico, dopo la scadenza di dodici mesi dalla data della prima pubblicazione nella versione manoscritta accettata, purché ciò non abbia finalità commerciali. La fonte della prima pubblicazione deve essere indicata. Un accordo derogatorio a svantaggio dei diritti dell’autore non è valido»

Plan S oppure rafforzare il Green Open Access “on the route” to Plan S?

Ministero, dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca Consiglio Universitario Nazionale

The key principle is as follows: “After 1 January 2020 scientific publications on the results from research funded by public grants provided by national and European research councils and funding bodies, must be published in compliant Open Access Journals or on compliant Open Access Platforms.” IN ADDITION: • Authors retain copyright of their publication with no restrictions. All publications must be published under an open license, preferably the Creative Commons Attribution Licence CC BY. In all cases, the license applied should fulfil the requirements defined by the Berlin Declaration; • The Funders will ensure jointly the establishment of robust criteria and requirements for the services that compliant high quality Open Access journals and Open Access platforms must provide; • In case such high quality Open Access journals or platforms do not yet exist, the Funders will, in a coordinated way, provide incentives to establish and support them when appropriate; support will also be provided for Open Access infrastructures where necessary; • Where applicable, Open Access publication fees are covered by the Funders or universities, not by individual researchers; it is acknowledged that all scientists should be able to publish their work Open Access even if their institutions have limited means; • When Open Access publication fees are applied, their funding is standardised and capped (across Europe); • The Funders will ask universities, research organisations, and libraries to align their policies and strategies, notably to ensure transparency; • The above principles shall apply to all types of scholarly publications, but it is understood that the timeline to achieve Open Access for monographs and books may be longer than 1 January 2020; • The importance of open archives and repositories for hosting research outputs is acknowledged because of their long-term archiving function and their potential for editorial innovation; • The ‘hybrid’ model of publishing is not compliant with the above principles; • The Funders will monitor compliance and sanction non-compliance.

Ci sono tre forme di Article Processing Charges: APC per riviste nate come Open Access (es. PLoS, BioMedCentral…) che non hanno altra fonte di introiti. Il 23% delle riviste Open Access lo richiede; la grande maggioranza quindi è a costo zero (???) APC per editori tradizionali che offrano “Open Choice” o simile. In questo caso, la rivista resta in abbonamento, ma il singolo articolo diviene Open Access dietro pagamento. Questo genera il fenomeno del “double dipping”, di fatto duplicando i costi APC per riviste totalmente Open Access di editori commerciali.